Capitolo 4

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Il rumore familiare della metropolitana, cullava Hermione nei suoi pensieri.
Avrebbe accettato? Sarebbe stata all'altezza? Sarebbe finalmente riuscita ad essere felice? Tirò fuori il cellulare dalla borsa e confermò il suo appuntamento dalla psicologa per il pomeriggio stesso. Sicuramente le avrebbe fatto bene. L'aveva aiutata molto a gestire i traumi della guerra, ma quando il panico la pervadeva, Hermione non aveva ancora imparato a gestire le proprie emozioni. Così aveva bisogno di qualcuno che le indicasse una via di fuga, per poter andare avanti senza inciampare.
Ad un certo punto, camminando verso la biblioteca dove lavorava, venne investita da un pensiero: Severus Piton. L'eroe di guerra, la spia infiltrata nei ranghi di Voldemort, il Mangiamorte pentito e il salvatore silenzioso del mondo magico. Proprio lui.
Non le era minimamente passato per la testa, se avesse accettato la proposta di Minerva sarebbero diventati colleghi. Che diamine, come aveva fatto a non pensarci? Era così intrigante quell'uomo. Lo trovava di un fascino misterioso, con quel mantello svolazzante si aggirava nelle classi terrorizzando generazioni di studenti. Come sarebbe stato conoscerlo? Conoscerlo come collega, e chissà, magari anche come amico.
"Oh ma che dici Hermione, ti ha dato di volta il cervello? Amica di Piton? Il pipistrello dei sotterranei? Neanche due giorni fa volevi parlare di magia e adesso fantastichi di essere amica dei tuoi colleghi?" disse fra sé, ridestandosi dalle sue improbabili fantasie.
Mentre fumava velocemente prima di entrare al lavoro chiamò Ginny, sicura di trovarla a casa.
"Ehi Gin, ciao! Senti mi chiedevo se stasera tu ed Harry sareste liberi per una birra. Vorrei parlarvi di una cosa."
"Hermione, che bello sentirti! Certo, ci vediamo al solito pub alle 8?"
"Affare fatto, grazie!"
Infilando il mozzicone nel cestino, Hermione era certa che i suoi amici avrebbero approvato la sua decisione.
***
"Coooosa??? Al posto della Vector? Ma è meraviglioso, Harry hai sentito? Hermione insegnante ad Hogwarts!"  Ginevra Weasley l'aveva presa bene, più che bene. Stava saltellando intorno al tavolino alto, rischiando di ribaltare tutte le birre.
"Ssshh, Gin! Non urlare! Comunque sì ragazzi, ho deciso, forse è proprio quello che mi serve. Sapete, questa vita non so se faccia al caso mio, è come se stessi annullando una parte di me che mi implora di reagire, di tornare ad amare il passato, la parte assopita che non ho mai voluto ascoltare."
Harry continuava a guardarla in silenzio, con un accenno di sorriso, ma i suoi occhi tradivano un orgoglio smisurato che non riusciva a dimostrare a parole alla sua amica.
"Sono felice che tu abbia finalmente accettato di lasciare inascoltata questa una parte di te. Vedrai sarà bellissimo. Poi anche Neville è lì, Minerva l'ha convocato per Erbologia. La Sprite ha deciso di lasciare, anche lei troppo stanca. Quindi sarà bello iniziare insieme."

Hermione si sentì incoraggiata da quelle parole e decise di scrivere a Minerva la sera stessa.
Si addormentò pensando a quanta solitudine, dolore e tristezza aveva vissuto fino a poco tempo prima, senza avere uno scopo, e solo l'idea di tornare ad Hogwarts aveva completamente cambiato la sua percezione della realtà.

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