Capitolo 14

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La sera seguente Severus raggiunse Hermione nelle sue stanze. Era la notte di Capodanno e avrebbero sicuramente trovato un modo degno per festeggiare quell'occasione.
Ritrovò la ragazza intenta a leggere sul divano, il fuoco era acceso.
Indossava dei semplici jeans e un maglione molto più grande della sua taglia. Era completamente immersa nella lettura che non si accorse dell'uomo accanto a lei.
"Oh Severus, ciao, scusa non ti avevo sentito." Il suo sorriso sorpreso rassicurò il pozionista. Lo stava decisamente aspettando.
Lui si sedette sul divano e lei gli si aggrappò sopra. Iniziò a baciarlo, prima dolcemente e poi con avidità.
"Devi farti perdonare per il bacio di ieri?" Sembrava assai divertito.

"Oh si, ho molte cose in serbo per te."
Lei teneva gli occhi fissi su di lui e con un colpo di bacchetta riuscì a spogliare entrambi, adesso avevano addosso solo l'intimo.
Si sdraiarono sul divano, uno di fronte all'altra, continuando senza sosta a scambiarsi languidi baci. Severus voleva vedere tutta la bellezza della giovane strega, che era rimasta per troppo tempo celata ai suoi occhi, così iniziò ad accarezzarle il corpo, scoprendole i seni.
Erano belli, sodi, la pelle di porcellana faceva da sfondo ai capezzoli rosa e ormai già turgidi.
Vi si avventò, leccandoli e un mugolio ruppe il silenzio. Hermione aveva gli occhi chiusi e dalla sua bocca uscivano versi di piacere.
I sospiri di entrambi avevano iniziato a scaldare l'atmosfera. Si volevano, e per questo si cercavano con avidità.
Hermione sentiva il membro di Severus irrigidirsi su di lei.  Questa sensazione la faceva impazzire: sentire che lei, Hermione Granger, la so-tutto-io, stava facendo eccitare il suo temuto e arcigno ex professore di pozioni Severus Piton, la mandava fuori di testa.
Raggiunse il pene turgido con la mano, con delicatezza spostò gli slip neri e si impossessò subito di tutta la sua lunghezza.
Piano iniziò a muovere le mani, lo sentiva così duro. Non aveva mai provato tanto godimento nel dare piacere a qualcuno. I movimenti erano languidi, i polpastrelli giocavano con la pelle tesa e raggiungevano la punta rossa e gonfia, scoprendola.
Lui si lasciò toccare, entrando piano nelle mutandine di lei. Constatò fossero striminzite, anche stavolta la Grifondoro lo stupì: "un perizoma? La Granger?!" rifletteva stupito mentre le sue dita si facevano spazio dentro di lei. Dapprima con un dito, poi con due, l'uomo la stava toccando senza pietà. I movimenti erano veloci, arrivava fino in fondo, la sentiva allargarsi e godere, sapeva che in poco tempo l'avrebbe fatta venire.
Sentiva i brividi e i tremori muoversi sotto la pelle di lei, ogni colpo la faceva sussultare e con una mano stringeva i capelli del mago sempre con più forza.
I movimenti, dapprima sinuosi e lenti, si erano trasformati in una danza frenetica dove entrambi non riuscivano più a contenere il desidero che provavano l'uno per l'altra.
Infatti, dopo qualche minuto la strega era completamente fuori controllo. Si dimenava sulle mani di lui, mugolando e ogni tanto sussurrava con voce rotta dal piacere "Severus, di più, fammi godere."
L'orgasmo arrivò prepotente. Le urla della ragazza echeggiarono nella stanza e nelle orecchie del pozionista.
In tutto ciò lei non aveva mai smesso di toccarlo, e anzi, più il piacere di lei aumentava, più i movimenti sul pene di Severus diventavano veloci. Anche lui era arrivato al culmine. Hermione allora scese di colpo, interrompendo la frenesia delle sue mani.
Fece sparire tutta la lunghezza nella sua bocca.
Sentiva il gusto selvaggio del mago, le piaceva da morire. Lo stava letteralmente divorando. Succhiava, blandiva, si beava di quel cazzo marmoreo davanti ai suoi occhi. Iniziò a leccare i testicoli e piano, fece scivolare una mano sulle natiche di Severus. Si fece spazio fino al suo ano.
Inizialmente l'uomo si irrigidì, poi invece, complice di quel momento di estasi si lasciò fare.
La ragazza allora si leccò un dito e lo inserì. Immediatamente l'uomo iniziò a mugolare, sempre più forte. Si sentiva pervaso da un piacere incontrollabile e non si accorse che si stava muovendo. Hermione lo fissava eccitata ma senza mai smettere di toccarlo: era completamente in balia di lei. Lo stupore iniziale aveva lasciato spazio alla curiosità, ma anche all'estremo desiderio di liberarsi.
"Si Hermione, così ahh, ancora."  Mugolava eccitato.
Di colpo Severus venne: l'orgasmo fu potentissimo accompagnato da un urlo roco, bestiale. Stavolta lui chiamò Hermione e strinse la testa di lei che bevve avidamente tutto il seme del mago.
La strega risalì, piano, leccando il petto dell'uomo. Arrivata alla bocca, gli leccò le labbra con sguardo seducente.
"Granger... se potessi dare mille punti alla tua casa..."
"Potrebbe farmi una lettera di referenze professore, non succede tutti i giorni che Severus Piton dica una cosa del genere!"
Risero entrambi, finché non vennero interrotti da delle urla: era Poppy.
Con un colpo di bacchetta entrambi si rivestirono e uscirono dalla stanza. Severus correva a perdifiato cercando di capire da dove arrivasse quel trambusto.
Sapeva che se Poppy stava così, poteva esserci solo una spiegazione e quella spiegazione era certamente Rolanda.
Uscirono dal castello, ritrovandosi Minerva che correva nella loro stessa direzione. Il suo volto era tirato, anche lei era preoccupata.
Arrivati al campo di Quidditch, le luci erano illuminate, segno che qualcuno si stava allenando.
Ma spostando lo sguardo al centro del campo, i tre rimasero senza parole:
Rolanda era a terra, in una posizione innaturale, due scope a pochi passi da lei e Poppy con la bacchetta sguainata stava esaminando la moglie.
"Poppy, cosa è successo?" la prima a parlare fu Minerva, la sua voce era acuta.
"Rolanda voleva volare un po', aveva insistito affinché la raggiungessi. Ci stavamo allenando..." le lacrime stavano sgorgando da quegli occhi dolci, "e io non sono molto brava, così ho lanciato la pluffa ma non pensavo di averla colpita. Poi pensavo che riuscisse a pararla ma l'ho vista cadere, ha fatto un volo di non so neanche quanti metri e si è schiantata a terra, non sono riuscita neanche a frenare la caduta."
Adesso la donna stava piangendo a dirotto, Hermione la teneva stretta. Ma subito si udì un lieve sussurro. Rolanda stava dicendo qualcosa.
"...la tua bellezza mi aveva distratto Poppy, non mi capita tutti i giorni di vederti su una scopa, sei dannatamente sexy."
***
La diagnosi non era grave, Rolanda presentava un trauma cranico e qualche osso rotto. Niente che un po' di Ossofast e qualche settimana di riposo avrebbero potuto sistemare.
Tutti intorno al letto dell'infermeria guardavano Poppy prendersi cura della moglie.
"Devi riposare cara, vedrai che tra qualche settimana o forse un mese potrai tornare a volare. Adesso no, è troppo pericoloso!"
"COOOSAAA? UN MESE? MA COME FACCIO??? I MIEI RAGAZZI!"
La donna era sconvolta, le sue urla rimbombavano sui muri dello stanzone.
"Suvvia Rolanda, troveremo qualcuno che possa sostituirti, vedrai, un po' di riposo non può farti che bene."
Minerva parlava tranquilla, ma i suoi occhi mentivano una leggera preoccupazione.
***
"Minerva, devi chiamarla, Rolanda accetterebbe di essere sostituita solo da lei."
La voce di Poppy ruppe il silenzio. Erano nell'ufficio della preside, che dalla sua scrivania guardava gli amici accomodati intorno a lei.
"La scuola ricomincerà a giorni, e saremo senza un insegnate di volo!"
"Le scriverò stasera stessa. Sperando di fare la cosa giusta."
In quel momento Minerva fissò Severus, che si era alzato a guardava teso fuori dalla finestra. Si poteva vedere la sua postura decisamente rigida anche di spalle.
"Bene, è ora di andare a dormire. Siamo tutti stanchi dopo quello che è successo."
I tre uscirono e Severus con passo spedito andò verso i sotterranei, evitando qualsiasi contatto con le due donne.
"Ma che gli prende?". Hermione era sconvolta, dopo quello che era successo tra loro qualche ora prima adesso se ne andava senza degnarla di un saluto?
"Gli passerà vedrai, sarà solo agitato per l'accaduto. È molto legato a Rolanda, è la sua migliore amica." Poppy le diede una piccola carezza sulla guancia e svelta lasciò la ragazza sola fuori dall'ufficio della preside.
"Buon anno Hermione" Disse a se stessa, sbadigliando verso le sue stanze.

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