Quella mattina Hermione avrebbe volentieri evitato la colazione in sala grande. Non aveva chiuso occhio, così prestissimo uscì per fare jogging.
Corse velocemente, con la musica del suo mp3 nelle orecchie, per sbollire tutta la rabbia che cresceva dentro di lei. Era sudata, aveva i capelli spettinati in una coda alta.
Mentre tornava al castello vide Severus uscire dal portone. Come le mancavano le corse insieme. E mentre riportava alla mente quel ricordo dolceamaro, vide Fiona seguirlo a ruota. Era evidente che lui non aspettasse di correre insieme a lei e infatti, senza riscaldarsi, iniziò a correre, lasciando la rossa davanti agli scalini.
Hermione entrò di corsa, probabilmente avrebbe fatto colazione in santa pace. Ma dopo essere scesa in sala grande, trovò Minerva già seduta davanti al suo porridge.
"Vieni cara, siediti qui accanto a me, godiamoci questo momento di pace."
Hermione si accomodò, senza dire una parola. Il suo aspetto parlava per lei: i capelli arruffati, asciugati velocemente con poca cura, incorniciavano un viso smunto, con due occhiaie molto evidenti.
"Lo so che pensi che io sia una persona orribile Hermione, ma non era giusto che fossi io a spiegarti. Lo so, nemmeno lui lo ha fatto, e Merlino mi trattenga dalla ramanzina che ho intenzione di fargli, ma lo so che hai saputo di loro. Non chiedermi come, ma sai meglio di me che anche queste mura hanno le orecchie. So che non è compito mio, ma volevo dirti di non fidarti troppo di Fiona, è una bravissima insegnante certo, ma per me... per noi, è solo questo."
Così dicendo Minerva decise che la conversazione era finita. Il suo sguardo era triste, la vecchia preside era in collera con Severus ma più di tutto era mortificata per l'atteggiamento che era stata costretta ad avere con la sua figlia magica. Avrebbe tranquillamente potuto anticipare ad Hermione che quei due avevano avuto una tresca qualche anno prima, ma non voleva farlo prima di Severus. Era una sua scelta, lui avrebbe dovuto parlargliene.
"Non ti preoccupare Minerva, sono stata una stupida a fidarmi di lui, ecco tutto. Non parliamone più, adesso scusami ma devo andare in classe, credo di aver dimenticato una cosa."
Hermione uscì di corsa dalla sala grande, imbattendosi proprio in Severus.
Fu un contatto inaspettato, essere ad un palmo l'uno dall'altra non era decisamente nei programmi della giornata. Per un attimo i loro sguardi si incrociarono, il profumo di erba, pulito e tabacco invasero le narici della giovane che inspirò avidamente e socchiuse gli occhi.
Lui immediatamente provò un contatto ma la strega si divincolò subito, guardandolo con rabbia.
In quel momento Severus si rese conto di aver fatto un errore imperdonabile.
Come poteva essere stato così stupido?
Non aveva affrontato l'argomento con Hermione perché aveva paura di perderla, aveva paura che se le avesse detto la verità lei non gli avrebbe creduto e così l'avrebbe lasciato. Così aveva preferito fare finta di nulla, nascondere i sentimenti che provava per la ragazza sotto al tappeto aspettando che svanissero.
Questa era l'inesperienza di Severus nelle relazioni interpersonali, non sapere bene come gestire il giusto e lo sbagliato.
Ma quel modus operandi non aveva funzionato: aveva passato le ultime settimane a pensare a lei, al suo sorriso dolce e al suo lato erotico. Tutto questo cercando di evitare le continue avances di Fiona, che compariva in qualsiasi posto lui si trovasse. L'aveva scovato anche alla testa di porco una sera in cui voleva solo far smettere i sensi di colpa con una sbornia in solitudine.
L'aveva affrontata dicendole che quello che c'era stato anni prima tra di loro non era niente, solo sesso. Severus aveva stracciato tutte le lettere che Fiona gli inviava di continuo, sperando che lei smettesse. E così era stato, dopo mesi lei smise di scrivergli e lui finalmente aveva pensato che lei si fosse arresa. Ma la donna non demordeva, voleva Severus e l'avrebbe conquistato, questo era quello che Fiona voleva. Essere la sua donna.
Così silenziosamente aveva elaborato un piano, uno stratagemma che le avrebbe dato la possibilità di riconquistarlo.
E così, quando aveva visto che Hermione poteva essere un possibile ostacolo, l'aveva portata sulla torre di astronomia per farle sapere che Piton era suo e di nessun altro.
Ma né Hermione né Severus sapevano che i piani di Fiona erano iniziati ben prima che lei arrivasse al castello.
La nuova arrivata aveva cercato di inimicarsi Hermione, recitando egregiamente la parte dell'amica in vena di confidenze, sperando di metterla fuori gioco. E forse, pensava Fiona dopo quella notte di ronda, ci sarebbe riuscita.
***
Severus camminava spedito verso l'ufficio della preside, sentiva la rabbia fluire nelle vene, le nocche strette a pugno, avrebbe volentieri affatturato chiunque gli si fosse posto davanti. Negli ultimi giorni era stato scontroso, aveva sfogato tutta la sua frustrazione sugli studenti. Erano volate delle T in quasi tutte le pergamene che aveva corretto, aveva tolto tanti di quei punti alla casa di Grifondoro che neanche l'arrivo provvidenziale di un Silente ormai incorniciato avrebbe permesso ai Rosso Gialli di recuperarli entro la fine dell'anno.
Era scostante, infastidito, acido fuori misura. Aveva smesso di passare le serate con le sue amiche, preferendo la solitudine. Pensava e ripensava alla sua stupidità, al fatto che Hermione gli piaceva veramente e che sembrava molto vicino a costruire qualcosa con lei. Ma quella dannatissima Rolanda aveva fatto saltare tutto.
Oh si, anche con lei era arrabbiato. La sua vecchia amica sapeva di quella sua mezza tresca con Fiona e non aveva minimamente pensato che il suo ritorno al castello avrebbe potuto scombinare quel minimo di equilibrio che si era creato.
Così aveva deciso di andare da Minerva, magari persuadendola di cacciare la nuova insegnante di volo. Fiona lo stava letteralmente stalkerando, dannazione!
Davanti all'ufficio della preside, Severus borbottò la parola d'ordine. "Norvegese delle foreste".
Entrò in fretta, deciso a mettere fine a quella situazione che sarebbe degenerata in fretta.
"Minerva" la voce del mago era a dir poco terrorizzante.
"Oh caro, siediti, lo vuoi un biscotto?" La voce della preside era calma.
"Sai dove puoi ficcarteli i tuoi biscotti, Minny?"
"Modera il linguaggio ragazzo, non è educato rispondere così ad una vecchia signora!"
"Senti Minerva, non sono qui per parlare del registro da tenere colloquiando con la preside di Hogwarts. Ma sono qui in veste di amico. Manda via Fiona, mi sta rendendo la vita un inferno!" l'uomo era furente di rabbia.
"Calmati ragazzo mio. Sai che non posso farlo, Rolanda è stata chiara e sai meglio di me quanto sia difficile quella vecchia testarda!"
"Oh al diavolo anche Rolanda! Non avete minimamente pensato a me? A quanto potesse essere difficile stare vicino a quella psicopatica che continua da anni ad approcciarsi a me?"
La voce dell'uomo era decisamente fuori controllo. "Stamattina l'ho trovata nel mio bagno, NEL MIO BAGNO MALEDIZIONE!!!! Ti rendi conto? Non bada neanche alla privacy!"
Dapprima Minerva sembrò divertita, poi realizzò.
"Cosa significa da anni? La vostra, come dire, parentesi sessuale, non era finita dopo il suo congedo dal castello?"
"No...cioè si... cioè almeno per me! Lei ha continuato a scrivermi, centinaia di lettere. Io ovviamente, le ho cestinate tutte. Sembrava aver capito, ma adesso è qui e non la smette un momento di starmi tra i piedi!"
"Ma perché non ce lo hai detto? Perchè ci hai fatto credere che tutto fosse bello che finito?" Minerva allungò una mano verso l'avambraccio del mago, che subito rifiutò quel contatto.
"Perché non volevo sembrare uno stupido ragazzino che non sa mettere fine ad una storiella di sesso, ecco perché!"
Gli occhi di Severus scivolarono verso il basso, i capelli adesso coprivano metà della faccia.
"Saresti stato un ottimo Grifondoro, ragazzo mio, tutto questo orgoglio non è da attribuire a un Serpvederde..." la preside sorrise, osservandolo da sopra ai suoi occhiali. "Quindi mi vuoi dire che lei non ha mai accettato il tuo rifiuto?"
"No, a quanto pare no..." Severus aveva finalmente vuotato il sacco, e doveva ammettere a se stesso che non era male sentirsi un po' più leggeri.
"Bene, viste le circostanze... sarà necessario che richiami Fiona per un colloquio personale."
"Ma ti è dato di volta il cervello Minerva?" Severus si era alzato in piedi, facendo ribaltare la sedia dietro di sé.
"Vuoi far trapelare in giro che un uomo come me è corso sotto le gonne della preside a chiedere aiuto perché non riesce a scrostarsi di dosso una donna?"
"No Severus, non è quello che trapelerà. Voglio solo ricordare a Fiona come ci si comporta nel luogo di lavoro."
"Ma non è questo che penseranno tutti." Il mago era davvero esausto.
"Allora dimmi caro, come vorresti risolvere questa situazione imbarazzante? Perché sei venuto qui da me?"
"Oh, al diavolo Minerva. Posso fare da solo!"
Il mago uscì furioso, il mantello si muoveva forsennatamente ad ogni passo.
Era deciso a mettere fine a quella storia il prima possibile.
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Ritornare
Fanfiction"In greco, ritorno si dice nóstos. Álgos significa sofferenza. La nostalgia è dunque la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare." M.K Se la strada per la felicità avesse origine là, dove tutto il dolore ha avuto inizio? Hermione...