Capitolo 11

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Hermione aveva decisamente bisogno di una sigaretta.
Nella strada verso l'uscita riuscì a sottrarre punti a due Grifondoro intenti a rapporti non consentiti in una nicchia del castello, affibbiare una punizione a un Serpreverde per una sbronza e riuscì a fare una bella ramanzina a un Tassorosso per aver lanciato un incantesimo Mangia Lumache a compagno del primo anno, che adesso stava seduto fuori dalla sala grande in compagnia di un secchio.
"Ottimo, li odio questi marmocchi."
"A chi lo dici Granger!"
Severus comparve al suo fianco, con un colpo di bacchetta le accese la sigaretta che teneva tra le labbra.
"Non ti piacciono le feste vero?"
"O-V-V-I-A-M-E-N-T-E." la lentezza con cui aveva pronunciato quella frase era snervante, il che provocò a Hermione una risata.
Il pozionista alzò il sopracciglio "Cosa ti diverte tanto?"
"Sei buffo."
"Buffo, dici? Nessuno aveva mai definito un ex mangiamorte buffo. Spregevole, traditore, spia...ma buffo non me l'aveva mai detto nessuno. Lo prendo come un complimento."
"Sei più simpatico del solito stasera Severus, a cosa devo l'onore?"
Piton si avvicinò alla ragazza, i loro volti erano vicinissimi.
"Non prenderti gioco di me Granger."
"Ah si? Perché cosa mi fa professore?"
Stava esagerando, forse era l'effetto dei numerosi calici di vino, ma lo stava provocando spudoratamente.
"Ti stai inoltrando in un terreno pericoloso" Così dicendo Piton allungo la mano fino a cingere la ragazza e portarla verso di lui. I loro corpi adesso si toccavano.
"Mi vuoi Severus, lo sento. Lo sento proprio qui". Hermione infilò la mano tra i loro corpi fino a sfiorare l'erezione del pozionista.
Lui chiuse gli occhi, un piccolo sospiro di piacere uscì dalla sua bocca.
La voleva, per Merlino.
Ma cosa sarebbe successo dopo? Quello era il pensiero che lo stava inseguendo da giorni. Una notte di sesso e poi? Si sarebbero voluti ancora?
"E cosa possiamo darci, io e te, Hermione?"
"Sicuramente del buon sesso... poi qui, mi sembra che ci sia qualcuno che la pensa come me..."
Così dicendo Hermione approfondì il contatto con Severus e prese in mano tutta la sua durezza.
"Granger, stai giocando decisamente sporco. Non qui, ci potrebbero vedere."
La ragazza si divincolò dall'uomo, fissandolo negli occhi profondi. Si sentiva schiava di quello sguardo, lo voleva, desiderava farsi strappare le vesti da quelle mani grandi e possenti. Ma era consapevole che, forse, quello non era il luogo e il momento adatto. E poi ad Hermione piaceva giocare, voleva farlo un po' penare. Voleva vendicare dolcemente tutte le battutine acide che le aveva lanciato nel corso degli anni.
Improvvisamente si voltò verso l'entrata dandogli le spalle.
"Ma... dove vai?"
"Dentro, professore. Non vorrà mica prendere freddo?"
"Granger, tu stai davvero giocando con il fuoco." Con due falcate si avvicinò nuovamente alla ragazza prendendo il suo viso tra le mani. Gli occhi sembravano più neri del solito, Hermione sentiva l'eccitazione di Severus attraverso il suo corpo. Lui d'improvviso avvicinò la sua bocca a quella della strega, le labbra si sfioravano. Lei chiuse gli occhi, pronta a ricevere quel bacio tanto agognato.
Ma inaspettatamente lui si bloccò. Un ghigno si formò sul viso del professore che le sussurrava a fior di labbra "Fila dentro Granger, non vorrai mica prendere freddo?".
La giovane strega rimase impalata, osservando la schiena del mago allontanarsi. Frustrata e furiosa aveva capito che non poteva continuare a giocare con Severus così, lui l'avrebbe fatta impazzire.
La festa di Natale fu un successo, gli studenti erano tutti pronti a ripartire per le vacanze, il castello si sarebbe svuotato ed Hermione era contenta di godersi un po' di pace.
***
Aveva rifiutato l'invito alla tana per le feste, aveva lungamente pensato sul da farsi, ma proprio in quel periodo sentiva di dover rimanere ad Hogwarts.
La mattina di Natale si svegliò presto e trovò davanti al letto alcuni pacchetti. Uno di Ginny ed Harry, uno di Molly, e un pacchetto verde, senza mittente. Il fiocco era nero ed Hermione non aveva dubbi.
"Come diavolo ho fatto a non pensarci! Non gli ho preso niente!" esclamò tra sé.
La giovane strega scartò subito il regalo di Severus, che conteneva un bellissimo libro, la copertina era particolarmente decorata e si leggeva su di essa il titolo: Lolita.
Hermione lo conosceva bene, era un libro babbano che aveva letto da adolescente. L'aveva colpita molto e non capiva il perché Severus avesse scelto di regalarle proprio quel testo.
Che fosse il libro preferito del professore? Aprì la prima pagina, trovando una dedica vergata in una scrittura spigolosa ed elegante.
"Poteva anche sbiadire e avvizzire, non mi importava. Anche così sarei impazzito di tenerezza alla sola vista del suo caro viso.
Buon Natale,
S. T. P"
Hermione era senza parole, lui aveva pensato questo? Lui le aveva fatto un regalo? Quelle parole erano davvero per lei? Tutto questo non faceva altro che incasinare di più le cose.
Si stava davvero innamorando di Piton.
Tutte quelle emozioni provate insieme a lui, il senso di pace che le trasmetteva, le lunghe chiacchierate sugli argomenti più disparati. Le sigarette fumate in silenzio osservando il lago nero. Tutte queste cose erano balsamo per Hermione, che dopo molto tempo si sentiva capita, sentiva che finalmente qualcuno aveva scelto di condividere con lei la solitudine. E forse, si stava chiedendo togliendosi il pigiama, quello era amore.
Decise di scendere nei sotterranei per ringraziarlo, non prima di essersi fatta una doccia ed aver indossato qualcosa di presentabile.
Anche lei aveva qualcosa da dirgli.
Bussò due volte e la porta venne aperta da Severus senza maglia e con ancora addosso i pantaloni del pigiama.
La strega non si aspettava quella visione. Era impalata davanti alla porta mordicchiandosi il labbro inferiore.
Lui aveva un asciugamano tra le mani e con la testa inclinata da un lato si stava tamponando i capelli corvini. Era evidentemente appena uscito dalla doccia.
"Granger, sempre nei momenti meno opportuni?"
"Severus, io ... io... ero scesa per ringraziarti".
Hermione era davvero in difficoltà, sarà che non vedeva un uomo svestito da molto tempo, sarà che le ultime volte era sempre rimasta a bocca asciutta, ma adesso si trovava in balia completa di quell'uomo affascinante.
Il corpo nudo, presentava ancora qualche gocciolina qui e là, degli addominali poco scolpiti scendevano con una riga di peluria morbida fino all'elastico dei pantaloni di seta nera.
"Balbetti Granger?"
In quel momento sentì tutto il coraggio di una Grifondoro montarle dentro, e con uno slancio audace si avvicinò all'uomo entrando nella stanza.
Lo baciò, senza preavviso.
Non era un bacio dolce, casto, puro.
Era un bacio di desiderio, e lui ricambiava. Le loro bocche erano assetate, le loro lingue si cercavano in una danza impudica. Severus la strinse, facendo scivolare le mani sulle natiche della giovane, spingendola verso di sé.
Hermione percepiva l'erezione sfregarla all'altezza della sua intimità, stava già godendo. Iniziò a toccargli il petto, le mani lo stavano adorando, stavano disegnando linee immaginarie piene di desiderio sulla pelle. Toccava le braccia, bramava quelle mani su tutto il suo corpo. Il pozionista non era da meno, si sedette sulla poltrona portando Hermione con sé. Le loro intimità si sfioravano sempre con più potenza.
Con un incantesimo non verbale Piton tolse i vestiti alla strega, lasciandola solo con gli slip, ormai fradici.
"Granger, a cosa devo tutto questo?" Era una domanda piena di sorpresa.
"Questo è l'effetto che mi fai, sciocco di un pozionista che non sei altro!"
Lei iniziò un movimento sensuale con il bacino, aveva completamente bagnato i pantaloni del pigiama che il mago si ostinava ancora ad indossare.
"Professore, penso che questi debbano essere tolti" e con un colpo di bacchetta Severus si ritrovò addosso solo gli slip, tesi dal rigonfiamento enorme al quale erano soggetti.
La ragazza stava baciando il petto dell'uomo, usando la lingua per aumentare l'eccitazione. Di contro, lui le stringeva il sedere, spingendola verso il suo membro eretto.
La strega prese coraggio e lentamente iniziò a scivolare verso il basso, scese inginocchiandosi davanti al professore, ancora seduto sulla poltrona.
"Adesso sei mio Piton."
Il tono era sensuale, la ragazza lo guardava con gli occhi socchiusi e affamati. Immediatamente iniziò a sfiorare il tessuto degli slip, prima con le mani e poi con le labbra, con piccoli baci dolci e bagnati copriva tutto il pene dell'uomo.
Questo gesto fece irrigidire Severus, che inarcò leggermente la schiena. Allora Hermione fece disilludere le mutande e liberò l'erezione che era stata a lungo coperta da quell'inutile strato di tessuto. Non si aspettava quella dimensione: la lunghezza era piena e il prepuzio rosso di impazienza.
Piano iniziò a baciare l'asta, intervallando baci casti a lunghe leccate lascive. Nel momento in cui la giovane strega fece sparire tutta la lunghezza nella sua bocca, stuzzicando contemporaneamente i testicoli, Severus emise dei gemiti fortissimi. Lei lo succhiava con avidità, lasciando un momento di respiro al mago solo per umettarsi le labbra e ricominciare l'agonia: lo stava portando al culmine.
A quel punto l'uomo si alzò in piedi, frenando il lavoro iniziato dalla strega.
La prese, mettendola in ginocchio sulla poltrona: lei gli dava le spalle, ma la visione che Severus aveva davanti lo stava facendo impazzire. Vedeva tutta l'intimità di Hermione, colante di umori. Rosa e gonfia e in un secondo si fiondò a baciarla, prima dolcemente ma poi con un appetito bestiale. La lingua entrava in tutti i pertugi, succhiava il clitoride  e beveva i succhi di lei che era già sul punto di non ritorno. Sentiva il piacere ovunque invaderle gli arti, sapeva che tra poco sarebbe scoppiata venendo sulla bocca del suo collega.
"Severus, si così... non ti fermare." Lo pregava mugolando.
"Sei così buona... deliziosa e così...pronta."
Hermione non si rese conto del movimento fulmineo dell'uomo che la penetrò improvvisamente. Dapprima con movimenti lenti, poi stantuffandola così forte che la strega dovette tenersi alla sedia per non cadere. Lui dietro, grondante di sudore, la prendeva selvaggiamente, appoggiandosi alla sua schiena. Il rumore della carne che sbatteva creava un suono eccitante, era il risultato di un desiderio rimasto per troppo tempo assopito, la loro tensione stava finalmente rilassandosi.
Dopo lunghi colpi, Hermione iniziò a tremare convulsamente, non riusciva più a tenersi sulle sue stesse gambe e si lascò invadere da un orgasmo potentissimo. Venne urlando il suo nome, venne chiamando Severus con tutta l'aria che aveva nei polmoni.
Sentendo il suo nome urlato in quel modo, Piton raggiunse il piacere inondando la strega sotto di lui.
Sembrava non avere fine. Hermione sentiva il piacere di lui colarle dalle gambe. Allungò la mano recuperando il seme di lui dalla sua intimità e guardandolo negli occhi si portò la mano in bocca, leccando tutto.
"Cazzo, Granger..."
"Eh dimmi, anche stavolta ho sconvolto le tue aspettative, professore?"
Lui la prese delicatamente in braccio e sorrise a quell'affermazione.
Si baciarono dolcemente, ebbri di piacere. Severus sentiva il proprio sapore in bocca.
"Professore, le piace il mio regalo di Natale?" I loro corpi nudi e sudati aderivano perfettamente in una posa erotica sul divano di tessuto verde.
"Il miglior regalo che abbia mai ricevuto."

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