Capitolo 3

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"Rolanda, molla l'osso, hai miserabilmente perso. Mi devi 10 galeoni"
"Oh, zitto Severus, versami un altro goccio di Whisky piuttosto, vedrai alla prossima ti batto"
Il fumo della sigaretta di Severus si dileguava sul portacenere, mentre Poppy rimescolava con abilità le carte. Il panno verde era leggermente macchiato e, con un colpo fulmineo di bacchetta, venne ripulito all'istante da una Minerva trafelata.
"Alla buon'ora, dove diamine sei stata tutto il giorno Minny?"
Il tono di Severus sembrava quasi rimproverarle la prolungata assenza, insolita per la vecchia preside.
"Oggi sono stata in compagnia di una dolcissima ragazza" Si sedette sulla sedia con un tonfo, trasfigurando un bicchiere e riempiendolo con un colpo di bacchetta.
"Ah, adesso scopare si dice così?" La battuta di Rolanda echeggiò nella stanza, provocando dei sorrisi maliziosi sui volti dei 3 astanti.
"Ma che dici Rolanda, bada a come parli. Quelle piacevoli compagnie le lascio per la domenica, anche se non ti nego che la ragazza in questione sia bellissima, ma abbiamo un rapporto speciale. La sento quasi come una figlia!"
Minerva sorseggiò il suo Brandy e cominciò a raccontare l'incontro con la sua ex studentessa.
"Oh come sarebbe bello se tornasse qui, la ricordo così dolce quella ragazza, sarebbe stata una degna Corvonero!" Poppy con gli occhi sognanti distribuì le carte.
"Bene, quindi la so-tutto-io ci degnerà della sua presenza qui al castello?"
Severus era curioso, non capiva perché quella vecchia megera si ostinasse tanto a chiedere alla Granger di tornare. Sapeva quanto ci tenesse e quanto la sua vecchia amica avesse provato a far desistere la giovane strega. Ma lui, da uomo tutto d'un pezzo quale era, non riusciva proprio a capire l'affetto che legava quelle due donne, un amore materno scattato fin dal primo giorno. Ma d'altronde, che ne poteva sapere lui? Che di amore ne aveva conosciuto così poco?
"Chissà, le ho proposto di prendere il posto della Vector. Mi fa così tenerezza, lì tutta sola, a fare una vita così triste. Qui almeno avrebbe uno scopo, ci sarebbero i ragazzi, avrebbe degli amici. Userebbe la magia, dannazione!"
"Non usa la magia?!" fecero in coro Rolanda e Poppy, guardando con faccia sorpresa Minerva.
"Eh già, da quello che mi ha detto, dopo la guerra ha proprio deciso di abbandonarla. Ha solo un gufo, in caso debba comunicare con il mondo magico. Ma comunque le ho lasciato il tempo per pensarci, se entro qualche mese non mi dirà nulla, dovrò cercare seriamente un sostituto, e che Merlino mi salvi, sarà un'impresa durissima!!"

Severus rientrò nelle sue stanze con in tasca 15 galeoni, aveva battuto Rolanda anche stavolta. Un ghigno soddisfacente gli comparve sul volto, come gli piaceva stuzzicare le sue amiche. Loro, le uniche amiche. La sua famiglia. Come avrebbe fatto senza?
Si distese a letto, ripensando a come la guerra fosse riuscita a sconvolgere le vite di tutti. Avevano avuto bisogno di riprendersi, ricostruire il castello, lui aveva avuto bisogno di scappare da quelle mura decadenti e vedere il mondo. Ma aveva avuto anche l'impellente bisogno di tornare. Perché Hogwarts era la sua casa.
Pensò ad Hermione, l'aveva immaginata diversa da come descritta da Minerva. Magari con un buon lavoro al ministero, sposata con quella testa di legno di Ronald Weasley e chissà, anche mamma di quattro bambini rossi. Invece lei, era completamente diversa dalle aspettative degli altri, sola, piena di dolore e tristezza.
Per un momento, mentre chiudeva gli occhi fantasticando su Hermione, Severus, non si sentì solo.

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