La mattina dopo, una luce brillante fece capolino sul cuscino di Hermione che pigramente aprì gli occhi. Subito si sentì dolorante e spostò gli occhi sul suo corpo: era piena di segni e lividi.
La sua pelle era ricoperta da piccoli morsi o sculacciate, alcuni rossi altri già violacei che erano le tracce di una giornata all'insegna del sesso, anche un po' violento, con Severus.
Lui era lì, sdraiato a pancia in giù accanto a lei. Il lenzuolo gli lasciava scoperto il sedere, mostrando delle natiche muscolose e tonde. Hermione non resistette e vi si avventò sopra.
"Buongiorno mio stallone..."
"Buongiorno Hermione." L'uomo strabuzzò gli occhi per via della luce ma girandosi acchiappò la donna per un braccio e la spinse verso la sua bocca.
"Che ore sono?" Entrambi immediatamente si alzarono di scatto, ebbero la consapevolezza di essere in ritardo senza nemmeno guardare l'orologio.
"Oddio Severus, come abbiamo fatto ad essere così stupidi?" Così dicendo Hermione con un colpo di bacchetta si rivestì, raccolse i capelli in una coda bassa e si avviò verso la porta. Severus stava facendo lo stesso, in un secondo aveva abbottonato la camicia che il pomeriggio prima Hermione gli aveva lentamente aperto.
Uscirono di corsa, dirigendosi in sala grande. Il brusio in lontananza li rassicurò: non erano così tanto in ritardo.
Arrivati alla porta Hermione si fermò di colpo. "Aspetta" disse e avvicinò il mago a lei tirandolo per il colletto. Un bacio passionale li risucchiò e per un momento intorno a loro non ci fu nient'altro che il loro amore.
"Ehm ehm... vedo che vi siete dati da fare" Rolanda si era avvicinata ai due mentre si stavano accomodando al tavolo degli insegnanti.
"Chi ha tempo, non aspetti tempo" la seguì Minerva risoluta.
"Oh, coome siete carini" Poppy concluse quel simpatico trio.
Hermione arrossì e Severus si portò silenzioso la tazza di caffè alla bocca, senza proferire parola.
"Non ti vedevo quella faccia rilassata da... da quando qualcuno non ti aveva drogato con un filtro d'amore" la battuta di Rolanda scaturì una risata generale. Tutti i componenti del corpo docente si scambiarono un'occhiata complice: ormai c'era poco da nascondere.
Quel momento di imbarazzo venne rotto da Severus che si alzò bruscamente. La giovane strega seduta due posti distanti da lui ebbe paura. Poteva mettersi a fare una scenata?
"Volevo informare tutto il gruppo insegnati, che evidentemente non riesce a pensare ai fatti propri, che sì, ci siamo dati da fare, in un modo che voi, vista la vostra veneranda età potreste solo immaginare nei vostri più reconditi sogni.
E abbiamo intenzione di farlo ancora, ancora e A-N-C-O-R-A. Quindi fateci l'abitudine. Adesso, se vogliate scusarmi, ho del lavoro da fare oltre che dare spiegazioni a voi. Vecchie cariatidi!" Così dicendo si avvicinò ad Hermione e le accarezzò una guancia, le stampò un bacio sulle labbra e le sussurrò nelle orecchie "Ci vediamo dopo, tesoro."
Uscì sbrigativo, lasciando tutti senza parole, di lui rimase solo l'accenno di mantello svolazzante che lasciava la stanza.
Hermione non poteva credere a quello che era successo, lui l'aveva baciata davanti a tutti? Facendo presupporre che fossero una coppia? Non riusciva a mettere in ordine i pensieri, così si alzò all'improvviso, abbandonando la fetta di pane sul piatto e salutò in maniera sbrigativa tutti i presenti.
"Ah Hermione" la preside le toccò un braccio e le sorrise dolcemente "Sono molto felice per voi."
***
I giorni si susseguivano veloci, la primavera era alle porte e Hogwarts era più bella che mai. I fiori inebriavano l'aria e il prato verdissimo risplendeva sotto i raggi prepotenti del sole. Spesso Hermione passeggiava davanti al castello, a volte da sola e a volte in compagnia di Severus. Si tenevano la mano in quelle lunghe passeggiate, camminavano a lungo fino ad arrivare quasi alla foresta proibita. Parlavano e si confrontavano sulle lezioni e sull'andamento degli studenti, come una vera coppia. E proprio in una di quelle passeggiate Severus le prese la mano.
"Cosa siamo Hermione?" chiese timido il mago. I suoi occhi vagano verso gli alberi fluttuanti e i suoi capelli si scompigliavano appena a causa della brezza primaverile.
"Non lo so, siamo fidanzati Severus?" Hermione rispose timorosa, non sapeva che cosa il suo astante avesse in mente.
"Si lo siamo, certo. Ma se io volessi di più, tu saresti disposta a darmelo?"
Hermione non ci poteva credere. Aveva avuto quasi paura che la scaricasse, invece le stava dicendo tutto il contrario. Lei lo fissava incredula.
"Lo so che non vuoi legarti, che hai paura... ma tu mi piaci e io, io... mi sono perdutamente innamorato di te Hermione. Io ti voglio al mio fianco, ogni giorno." Severus si fermò, cercando di interpretare lo sguardo della giovane, che davanti a lui aveva gli occhi luccicanti. Forse, pensò il pozionista, quello che aveva detto era assolutamente ricambiato.
"Io, io non so cosa dire Severus, io non mi aspettavo che tu sentissi tutte queste cose per me."
Hermione era in procinto di piangere, stava trattenendo le lacrime, che però erano pronte ad uscire, erano lacrime di gioia. Un pianto disperato di liberazione, da tutto quel tempo passato in solitudine nel suo appartamento, da tutte quelle relazioni insulse e prive di significato. Finalmente, dopo molto tempo, si sentiva capita e amata. Ma soprattutto si sentiva pronta. E lì, davanti alla radura, con la luce della sera, Hermione aveva capito che ritornare ad Hogwarts era stata la scelta più bella della sua vita.
"Hermione, mi vuoi sposare?" Il mago era in ginocchio, era stato un movimento fulmineo, dettato dall'impazienza. Così veloce che lei non si era accorta della scatolina che aveva fatto comparire davanti a lei.
"Si, ti voglio per tutta la vita." Hermione solo dopo averlo baciato riuscì a scorgere la bellezza del gioiello che aveva intorno al dito. Era un anello di oro bianco, con una pietra incastonata, di una bellezza da lasciare senza fiato. Non aveva mai posseduto niente di più bello: ossidiana ed ambra insieme, in un abbraccio profondo e poetico, il riassunto delle loro esistenze, che fino a pochi mesi fa proseguivano silenziose e solitarie ma che adesso avevano iniziato a risplendere di luce propria solo perché insieme. Unite nella solitudine che li aveva contraddistinti. Poteva nascere qualcosa di così profondo e vero dalla solitudine?
La risposta era lì, davanti a lei, in quell'abbraccio caldo e amorevole nella quale stava sprofondando. In quelle braccia forti e protettive e in quel profumo che adesso Hermione era riuscita a definire CASA.
***
Nei giorni seguenti, Hermione chiese un incontro a Ginny.
Quel sabato mattina di aprile la stava aspettando ad Hogsmeade, girovagando per la piccola città e beandosi dei raggi caldi del sole mattutino.
"Hey, Hermione, sono qui!" Le due amiche si abbracciarono e la rossa percepì tutta la felicità dell'amica, senza ancora aver sentito nulla uscire dalla sua bocca. C'erano dei momenti in cui loro riuscivano a capirsi anche senza parlare.
Così, davanti ad una tazza di tè, Hermione raccontò a Ginny tutta la storia. Di come le parole dell'amica fossero state essenziali per capire che Severus era solo l'uomo insicuro che non riusciva a cambiare. Di come Fiona aveva cercato di portarlo via e di come, quella sera di qualche giorno prima, lui le aveva chiesto la mano.
"Aspetta, tu mi stai dicendo che Severus Piton, il pipistrello dei sotterranei, ti ha chiesto di sposarlo? Io credo di aver battuto la testa... non ci posso credere. Ma quindi? Oddio, Hermione si sposaaaaa!"
Ginny era assolutamente rumorosa quando esprimeva felicità. Tanto che andò al bancone ad ordinare due whisky per correggere le tazze di tè.
"Adesso ti devi organizzare, bisogna scegliere il vestito, la location, fare la lista degli invitati..."
"Frena! Gin, dai, me lo ha chiesto qualche giorno fa, devo ancora realizzare tutto!"
"Beh allora il primo passo è quello di organizzare una cena, non esiste che Piton sposi la mia migliore amica e non venga a cena con me ed Harry. Chiaro? Qui non transigo. Quindi, convincilo e portalo a Grimmauld Place sabato prossimo. OK?"
Hermione non aveva scelta, avrebbe trovato il modo per convincerlo, anzi, un negozio di intimo era quello che faceva al caso suo. Quel sabato mattina si sarebbe fatta aiutare dalla sua migliore amica per scegliere qualcosa che non potesse lasciare via di scampo al mago.
"Ok Ginny, affare fatto. Ma tu adesso mi aiuti a cercare qualcosa di sexy per persuaderlo..."
"Per Merlino, questa si che è bella! Io che cerco qualcosa che possa soddisfare gli appetiti del pipistrello dei sotterranei!! Che gli dei ci aiutino! Forza, non perdiamo tempo, me lo ricordo molto esigente!" E così dicendo le due ragazze si alzarono pronte alla missione.

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Ritornare
Fanfiction"In greco, ritorno si dice nóstos. Álgos significa sofferenza. La nostalgia è dunque la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare." M.K Se la strada per la felicità avesse origine là, dove tutto il dolore ha avuto inizio? Hermione...