Capitolo 19

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Minerva mescolava distrattamente il suo caffè seduta nella sala grande.
Aveva dormito poco, a poco le era servito correggere la sua tisana con del Brandy prima di coricarsi. Aveva pensato di prendere un po' di pozione sonno senza sogni, ma poi decise che doveva stare vigile in caso succedesse qualcosa.
Aveva piena fiducia di Severus, sapeva dettagliatamente come lui era riuscito ad ingannare Voldemort, ma adesso vi era una piccola variabile da tenere in considerazione.
Era innamorato e lei lo sapeva, aveva visto negli occhi di quell'uomo una luce diversa, qualcosa che non gli aveva mai visto prima e sapeva che non avrebbe dovuto farlo fingere ancora, dopo tutto quello che aveva passato.
Leggendo l'ultimo numero di Medimagia avanzata, Poppy osservava la preside dall'angolo del giornale, visibilmente preoccupata.
"Minerva, andrà tutto bene, Hermione sa quello che fa."
"Non è di lei che mi preoccupo Poppy, ma di Severus, spero non debba continuare molto a reprimere i suoi sentimenti."
In quel momento Hermione entrò in sala grande e si accomodò accanto alle sue consuete compagne di tavolo.
"Novità dai due innamorati?" iniziò versandosi del succo di zucca.
"Hanno fatto colazione presto, prima che arrivassero gli studenti. Probabilmente Severus non voleva dare ulteriore spettacolo. Come mi dispiace per lui, povero caro..." Minerva singhiozzò "Non si merita di soffrire".
"Su Minerva, vedrai che troveremo il momento giusto per mettere in azione il nostro piano."
Improvvisamente le donne ammutolirono: Rolanda stava entrando nella sala grande sulle sue gambe, con la solita aria autoritaria. I suoi occhi fissarono la sala per un veloce controllò e si accomodò. Con un gesto della mano disse altezzosa "I'm back bitches!" Le donne scoppiarono in una fragorosa risata.
"Adesso non abbiamo scuse signore, Fiona deve andarsene, ho intenzione di riprendere il mio posto!"
Hermione comprese che la strega era stata aggiornata in tempo reale dalla moglie, che la tratteneva in infermeria.
Adesso, sapendo Rolanda con loro, Hermione si sentiva decisamente più tranquilla. Quella stupida bugiarda non aveva scuse!
Le quattro donne si alzarono insieme e con fare teatrale si incamminarono verso le classi. Il variegato gruppo camminava con a capo Minerva, che era la punta di un potete triangolo ai cui lati comparivano le tre compagne. Gli studenti, vedendo le quattro professoresse stagliarsi nel corridoio, si scansarono. A quel punto Rolanda, che chiudeva il gruppo, si azzardò a far uscire una scia rosa dalla bacchetta che seguì una specie di ululato "GIIIIIRL POWER!". Tutti rimasero sorpresi e divertiti e iniziarono ad applaudire, Hermione e le altre scoppiarono in una risata incontenibile .
***
Fiona rifletteva quale potesse essere stato l'errore. Aveva finemente tagliato la radice di artemisia come era scritto nel libro, aveva seguito pedissequamente tutti i passaggi e continuava a non spiegarsi la débâcle del suo amante della sera prima. E mentre era travolta da quei pensieri, al centro del campo di Quidditch, Rolanda comparve.
"Ciao Fiona, sono tornata!"
La donna era sconvolta, ma non erano ancora passate tre settimane, dannazione! Come faceva ad essere già qui quella vecchia volpe?????
Il volto di Fiona era incredulo. Cercò di ricomporsi prima di parlare.
"Oh ciao Rolanda, beh ti vedo bene, ma forse sarebbe più prudente attendere ancora qualche settimana prima di tornare sul campo, non trovi?"
"Assolutamente no, sai meglio di me quanto sia fondamentale mantenere il corpo allenato. Ho già atteso troppo! La casse che arriva la prendo io, non ti preoccupare. Grazie molte del tuo aiuto ma temo che Minerva ti congederà oggi stesso."
Il tono di Rolanda non ammetteva repliche. Si voltò e andò verso gli spogliatoi a recuperare tutte le scope in dotazione per i ragazzi del primo anno che stavano entrando adesso nel campo.
"Non è possibile!" Fiona era paonazza
"Come scusa?" Madama Bumb si voltò indispettita
"Non è giusto, io devo stare qui!!! Non mi potete mandare via!!!!" Adesso Fiona stava urlando, dando spettacolo nel bel mezzo del campo. Muoveva furiosamente le braccia, batteva forte i piedi, come una bambina capricciosa.
"IO DEVO STARE QUI! STUPIDA VECCHIA!!!" Rolanda si bloccò, lentamente si voltò verso la strega che l'aveva appena importunata con parole poco carine.
Il silenzio degli studenti era di ghiaccio, erano tutti immobili intorno alle due donne, ma quando Rolanda fece il primo passo tutti indietreggiarono. Gli occhi gialli lampeggiavano di una luce brillante e minacciosa. Un sorriso a mezza bocca comparve sulla più vecchia che disse lentamente.
"Va ora, prima che ti lanci io una Pluffa addosso, posso essere vendicativa Fiona, tu non sai neanche quanto".
Quelle parole paralizzarono la strega, che realizzò di essere stata appena scoperta.
In quel momento dietro di lei arrivarono Minerva, Severus ed Hermione. A chiudere il gruppetto Poppy, che faceva levitare un bicchiere d'acqua.
Quest'ultima, con una gentilezza inaspettata lo porse a Fiona "Bevi cara, devi calmarti".
La strega bevve, rimanendo immobile.
Severus le si avvicinò e in quel momento alcuni studenti uscirono incuriositi dal castello per assistere a quella insolita scena.
"Mi ha fatto bere un filtro d'amore?"
"Si, da me prodotto"
"Hai fatto cadere tu Rolanda dalla scopa la notte di Capodanno?"
"Si, si sono stata io Sev, ti volevo, ti desideravo. Non potevo accettare che tu non mi volessi!" La strega aveva iniziato a singhiozzare. "Ti tenevo d'occhio, l'ho fatto per molto tempo e quando ho saputo che stavi vedendo Hermione ho deciso di intervenire. Tu non puoi essere di nessun altro Severus, sei mio!!!!"
Minerva in quel momento battè forte le mani, inviando tutti gli studenti a rientrare.
"Forza, tutti dentro, lo spettacolo è finito".
Quella minima parte di Veritaserum dentro al bicchiere d'acqua di Poppy aveva fatto confessare tutto a Fiona, che adesso si guardava intorno spaesata.
La scortarono nelle sue stanze ed Hermione l'aiutò a fare la valigia con un colpo di bacchetta. Prima di andarsene la giovane Grifondoro guardò la sua rivale per un momento.
"L'amore non si comanda Fiona. Se tu avessi agitato con il cuore forse Severus si sarebbe innamorato di te. Buon viaggio."
Tutti aspettarono che Fiona si smaterializzasse fuori dai cancelli di Hogwarts e pochi minuti dopo tornarono alle loro occupazioni.
Hermione raggiunse il lago nero e si sedette sul prato, fissando il grande pozzo d'acqua. L'odore della primavera iniziava ad inebriare l'aria di profumi vivaci e timidi raggi di sole scaldavano leggermente.
Pensava a tutto quello che era successo e si stava chiedendo se adesso, dopo tutto, c'era ancora possibilità che tra lei e Severus si approfondisse qualcosa? Potevano finalmente conoscersi meglio?
Il mago apparve accanto a lei, era in piedi rivolto verso il lavo, le braccia incrociate dietro la schiena.
"Hermione..."
"Severus..."
Lei si alzò in piedi abbracciandolo forte.
"Sei un dannato stupido cocciuto!" Disse la ragazza con gli occhi lucidi.
"Lo so, ne sono pienamente consapevole. Ma ti chiedo di perdonarmi. Non voglio che tu vada via da me Granger."
"Non lo farò. Non ho nessuna intenzione di farmi rubare il ragazzo da sotto il naso un'altra volta!"
"Il ragazzo????" Severus era sorpreso.
"ehm, si cioè, non lo so... come devo chiamarti?"
"Sono onorato di essere il tuo ragazzo, soprattutto dopo tutto quello che è successo. Il fatto che tu mi voglia ancora..."
"Che cosa Severus? Ti stupisce? Tu mi piaci e io ti desidero. Desidero baciare quelle labbra profumate, infilare la testa nell'incavo del tuo collo e inebriarmi del profumo di buono della tua pelle. Desidero fare l'amore con te ancora, in ogni momento." Hermione si fermò, i suoi occhi erano lucidi e una lacrima solitaria iniziò a scendere dalla sua guancia lentigginosa. Il mago prontamente la trattenne con un dito, le accarezzò il volto con delicatezza. Si sporse verso di lei e finalmente le loro bocche si incontrarono.
Quel bacio significava moltissimo, silenziosamente i due si stavano dicendo tutto quello che era rimasto in sospeso nel loro cuore, nei loro occhi. La danza di quelle bocche desiderose esprimeva tutto il sentimento che avevano sentito nascere dentro di loro, le lingue intrecciate dimostravano tutto l'appetito assopito dei due amanti che si stava sprigionando in baci umidi e voraci. Le mani di Severus percorrevano la schiena della giovane donna e lei in quel momento stringeva le dita tra i capelli corvini dell'uomo.
L'immagine dei due maghi, avvinghianti davanti al lago nero, era un quadretto romantico anche se i loro corpi esprimevano tutt'altro.
Hermione improvvisamente si staccò dall'uomo e sempre tenendolo per mano, iniziò a camminare verso il castello. Se prima il loro andamento era calmo e pacato, poco dopo i due amanti si ritrovarono a correre a perdifiato verso le stanze di lei. Era chiaro che tutto quel periodo di lontananza tra i due non aveva fatto altro che aumentare il desiderio.
Chiusero la porta alle loro spalle e Severus lanciò la ragazza addosso allo stipite, iniziò a baciarla nuovamente. La bocca dell'uomo lambiva le labbra di Hermione, le mordeva con delicatezza, passava la lingua sulla lunghezza della bocca morbida e l'eccitazione aumentava.
I pantaloni del professore erano tesi in maniera decisamente eccitante.
Hermione spinse l'uomo sul divano e iniziò ad aprire con estrema lentezza tutti i bottoncini della casacca.
"Adesso, mio caro professore, anche se non vedi l'ora di prendermi, ti farò attendere finché anche l'ultimo, minuscolo, odioso bottoncino non sarà stato aperto..." Le parole della ragazza erano calde, il tono esprimeva tutta la seduzione di cui lei era capace.
L'uomo la fissava, in attesa che finisse il suo lavoro. Lui era seduto e lei davanti a lui in ginocchio lo fissava con bramosia, ogni tanto leccava le labbra: l'aria intorno a loro era bollente.
Quando la giovane strega tolse la camicia del mago, iniziò a baciargli il petto: con la lingua leccava i capezzoli, passava le dita nella leggera peluria di Severus che visibilmente eccitato, sospirava ad ogni contatto. Dopo alcuni interminabili minuti Hermione si fermò e alzandosi in piedi, guardò l'uomo fisso negli occhi. Con un colpo di bacchetta rimase nuda davanti a lui, il corpo giovane e sodo era illuminato dalla luce del pomeriggio e mentiva la pelle d'oca. Le curve morbide erano colline di piacere per Severus, che voleva percorrerle tutte. I capezzoli svettanti finirono immediatamente nella bocca di lui che iniziò a leccarli disegnando dei cerchi concentrici, intervallando le avide leccate a morsi feroci.
"Si, ahh, così" la donna non riusciva a reprimere il suo piacere.
Severus stringeva le natiche di Hermione e la portava sempre più vicino a sè. Con un colpo di bacchetta fece sparire i suoi abiti: un cazzo marmoreo adesso svettava tra i due. Era imponente, grosso e le venature che lo ricoprivano erano tese e gonfie.
"Prendilo in bocca Hermione, ti prego, non aspetto altro dall'ultima volta che lo hai fatto..."
La giovane strega fu felicissima di accontentare il bisogno del suo amante e in un baleno tornò in ginocchio davanti a lui. Lentamente lo prese tra le mani e iniziò una seducente danza su e giù, cercando di non togliere gli occhi di dosso a Severus. Lui, infatti, aveva reclinato la testa all'indietro, e stava deglutendo a fatica. Il pomo d'Adamo vibrava ad ogni movimento della mano di lei. Le labbra di Hermione lentamente si appoggiarono sulla punta, era scarlatta e umida e la lingua della strega iniziò, con piccole leccatine, la sua opera di piacere.
Quell'iniziale innocenza negli occhi di Hermione e quelle leccate caste erano solo il preludio di un atto selvaggio: infatti dopo poco, la bocca della donna fece sparire tutta la lunghezza nella sua gola, il rumore dell'asta ingurgitata da Hermione fece eccitare maggiormente Severus, che poggiò la mano sulla nuca di lei, spingendola con delicatezza. Stava accompagnando i movimenti  che si stavano facendo più veloci. Quando il cazzo le usciva dalla bocca, leccava tutta la saliva e ricominciava a succhiare, sembrava senza fine. La pelle sottile del membro di Severus veniva stimolata dalla lingua e dalle labbra avide della strega, che baciava anche i testicoli ormai gonfi. Lo stava divorando, stava giocando con la saliva e con gli umori dell'uomo, mordicchiava l'asta con movimenti leggeri ma appena poggiò i denti sulla carne, l'uomo sussultò.
"Herm..ione... ferm..potrei... ahhh" Severus era pericolosamente al limite. Allora la donna si alzò e piano si avvicinò al suo uomo sussurrando "Sei così buono... ti vorrei succhiare per sempre."
Quelle parole fecero imbestialire Severus fuori modo e alzandosi prese in braccio Hermione. Il suo cazzo si infilò con facilità dentro di lei, era fradicia: la stava scopando in piedi.
"Come sei aperta per me signorina..."
"Ti voglio, prendimi più forte".
Severus aumentò il ritmo ed Hermione, con movimenti veloci del bacino aiutava il mago ad affondare in profondità.
D'improvviso i due si trovarono sulla scrivania di lei e con un braccio il mago liberò la superficie e ci adagiò sopra la donna, senza mai uscire da lei. Hermione teneva le braccia intorno al collo di lui e che la stantuffava con forza.
"Ahh.. come sei...duro" lei stava per scoppiare.
Le urla, che prima non erano altro che piccoli gemiti continui, stavano riempiendo la stanza. Con un incantesimo non verbale Severus insonorizzò le pareti dello studio e aumentò la velocità: il suo bacino spingeva forte e la sua schiena adesso presentava i graffi che la giovane strega gli stava procurando in quell'estasi infinita.
I loro corpi erano sudati, le venature erano evidenti a causa del grande sforzo e all'improvviso Herimione disse "Vieni dentro di me, riempimi."
Questa frase scaturì in Severus una forza selvaggia, girò la ragazza a pancia in giù sul tavolo di noce con poca delicatezza e iniziò a prenderla da dietro, aggrappandosi ai suoi fianchi. In pochi colpi lei venne: l'orgasmo la fece sussultare e le sue urla adesso erano delle preghiere affinché quel piacere non terminasse mai. A ruota Severus esplose in lei lungamente, tanto che il suo seme stava colando sulle gambe della strega ormai stremata.
Entrambi caddero sulla scrivania, ma Severus prontamente prese Hermione depositandola sul divano.
"Ti voglio ancora, professore..."
"Non ho intenzione di uscire da questa stanza finché non mi pregherai di smettere..." Gli occhi neri dell'uomo erano feroci e libidinosi.
"Ah, è una sfida allora..."
"Sono già duro per te." A quelle parole i due ricominciarono a baciarsi con forza.
Nessuno al castello vide Severus ed Hermione fino al giorno seguente.

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