Nei giorni seguenti Severus non si fece vedere.
Lei aveva provato a bussare alla sua porta qualche volta, senza ricevere risposta. Aveva aspettato interminabili minuti davanti a quel portone nel freddo dei sotterranei, con la speranza che lui le aprisse, magari seminudo o con la voglia di possederla, con un calice di vino in mano pronto a farla sedere davanti al fuoco accogliente dei suoi alloggi.
Ma niente, attese invano.
Così aveva cominciato a fare girare incessantemente gli ingranaggi nel suo cervello instancabile: "Non gli sarà piaciuto? Ho forse detto qualcosa di sbagliato mentre eravamo soli? Forse non gli piaccio abbastanza, oppure, sono stata troppo spinta e a lui non è piaciuto? Eppure, mi sembrava che non ci fosse niente fuori posto," continuava a pensare tra sé.
Non aveva visto neanche Minerva, e quando era passata in infermeria per salutare Rolanda, la donna dormiva e di Poppy neanche l'ombra. Aveva avuto quasi l'impressione che la stessero evitando.
Così decise, nella noia di un pomeriggio, di raggiungere Ginny ed Harry a Grimmauld Place.
Dopo qualche minuto, si ritrovò al tavolo del soggiorno degli amici, con una tazza fumante di tè.
"Allora? Come sta andando? Ti trovi bene?" Harry era curioso, stringeva la mano della sua migliore amica guardandola con affetto.
"Oh bene, si, decisamente. Diciamo che mi sento molto meglio. Le lezioni vanno benissimo, gli studenti mi rispettano e in classe regna sempre un'atmosfera serena. Avevo paura che la mia giovane età potesse far pensare loro che io non fossi brava o pronta. Invece tutto procedere meglio delle mie aspettative."
"E con i colleghi?" Harry continuò a chiedere con un sorriso "Piton è sempre il cinico professore di pozioni?"
"Ehm si, più o meno..." Hermione era diventata rossa, non sapeva come dirglielo.
"Hermione, non mi dire che ti tratta male?? Se ti manca di rispetto io ti giuro che lo ammazzo!" Harry sembrava davvero preoccupato per l'amica, aveva sempre questo fare paterno, che a volte metteva ad Hermione una sorta di imbarazzo.
"No Harry, te lo garantisco io, Piton la tratta più che bene..." intervenne Ginny che fece l'occhiolino all'amica, sapeva che Hermione non voleva approfondire quel discorso davanti ad Harry, così cercò di sviare l'argomento raccontato come avevano passato il Natale alla Tana.
Hermione poi raccontò cosa era successo a madama Bumb qualche notte prima anticipando che avrebbero chiamato una sostituta per non lasciare vacante il posto di insegnate di volo.
Il pomeriggio passò così, tra una chiacchiera e l'altra, finché Hermione decise di far ritorno al castello. Avrebbe cenato in camera e letto un buon libro.
Prima di salutare gli amici, Ginny le si avvicinò e in un orecchio disse "So che ci sono novità, ma dalla tua faccia non riesco a capire se sono buone o cattive. Nei prossimi giorni prometto di venire a Hogsmeade, dimmi che ci sarai per un drink".
Hermione annuì di risposta e si smaterializzò appena fuori dai cancelli del castello.
Passando davanti alla sala grande notò Minerva parlare con una donna che Hermione non aveva mai visto.
"Buonasera Minerva" la ragazza non aveva alcuna intenzione di fermarsi, ma visto che era stata notata decise di salutare la preside da lontano.
"Oh cara, buona sera, vieni, ti presento Fiona. Sarà la sostituta di Rolanda per le prossime tre settimane".
La donna davanti a lei era bellissima: aveva un corpo atletico e slanciato, le curve erano al posto giusto e aveva un fondoschiena da far girare la testa. Un lunga chioma di capelli rossicci e degli occhi verdi come smeraldi.
"Buonasera Hermione, io sono Fiona, piacere." La voce era calda, ammaliante. Hermione rimase un momento incantata da quella donna. "Ciao, piacere mio".
Probabilmente la giovane strega era arrossita, il contatto con quegli occhi era durato più del necessario. Così Hermione decise di togliersi dai piedi e congedarsi velocemente nelle sue stanze.
"Bene io allora vado, buonasera, è stato un piacere".
"Non ti fermi a cena, cara?" Minerva la guardava supplicante.
"No grazie, sono molto stanca, preferisco andare a dormire, scusatemi."
Ma in quel momento dal corridoio comparve Severus, la camminata rigida e il mantello svolazzante, sembrava un attore appena entrato in scena.
Hermione non lo vedeva da tre giorni, lo guardò per un momento ma il suo orgoglio Grifondoro non voleva cedere. Se lui l'aveva evitata senza spiegazione, di certo lei non gli sarebbe corsa dietro come una stupida bambinetta.
"Oh Severus, ciao... finalmente ci si rivede..." Fiona gli si parò davanti, un sorriso smagliante le illuminò il volto e con un passò veloce lo abbracciò stretto. Un secondo dopo aveva già appoggiato le sue labbra a quelle del pozionista, che si mostrava in imbarazzo.
Per un momento il suo sguardò andò alla Granger, che imbambolata seguiva la scena da lontano.
"Ciao F-i-o-n-a." Espresse il suo fastidio con una lentezza disarmante e con un cenno salutò Minerva entrando in sala grande per la cena.
Hermione per un momento aveva avuto l'impressione che mentre quei due si salutavano, Minerva l'avesse guardata quasi con compassione.
La giovane strega non ci badò, anche lei si era imbarazzata davanti a quello sguardo magnetico. Immaginava che per Severus fosse lo stesso. Quella donna sembrava una Veela, dannazione!!
Ma in quel momento Hermione non aveva minimamente collegato che tutta quella serie di eventi, erano proprio la causa di quel Severus lontano.
***
Le vacanze erano finite e tutto sembrava essere tornato al solito posto ad Hogwarts.
Gli studenti riempivano i corridoi e creavano quel brusio continuo tra le mura del castello.
Hermione era felice di essere tornata a lavorare, non sopportava più la solitudine delle sue stanze tutto il giorno. Aveva pensato a lungo, non aveva incontrato Minerva e le altre la sera, si era dedicata a se stessa.
La parentesi con Severus era stata un momento di luce nella sua vita che sembrava adesso irrimediabilmente identica a prima. "Come ho potuto cascarci così?" Se lo chiedeva di continuo.
Lei, Hermione Granger, che aveva evitato di legarsi a chiunque le avesse mostrato un po' di amore negli ultimi anni, aveva davvero avuto la speranza, anche solo per un attimo, che le cose con Severus fossero potute andare bene?
"Che idiota!!" Se lo diceva spesso, consumando i pasti nei suoi alloggi, completamente sola. Non l'aveva più visto, non aveva visto nessuno a dire il vero. Non aveva avuto modo di approfondire la conoscenza con la nuova collega e non aveva avuto minimamente il desiderio di accogliere gli studenti all'arrivo al castello dopo le vacanze natalizie.
Era rimasta da sola, come una volta, ad arrovellarsi. Ma non solo sul suo futuro incerto, ma anche e soprattutto sullo sbaglio madornale che aveva fatto aprendo il suo cuore a quell'uomo senza scrupoli.
Come poteva aver fatto un così grande errore di valutazione? Ma adesso non aveva più tempo di pensare, di chiudersi in sé stessa pensando alle sue scelte sbagliate. Aveva compiti da correggere, punizioni da far scontare e ronde nei corridoi da sorvegliare.
E proprio in una di queste, una sera come tante, mentre con la bacchetta sguainata camminava al buio del castello, si scontrò con Fiona, capitolando miseramente a terra.
"Ouch! Ma per la barba di Merlino, chi diavolo c'è qui?" Hermione era furibonda, avrebbe tolto un centinaio di punti a chiunque fosse in giro, da solo, di notte per i corridoi.
"Hermione, sono io, Fiona. Scusami, ero di guardia e ho sentito dei passi. Non ho controllato il programma delle ronde e non pensavo ci fosse qualche altro insegnante oltre a me."
La nuova arrivata sembrava mortificata e allungò una mano per aiutare la giovane strega ad alzarsi.
"Grazie Fiona, non lo sapevo nemmeno io ci fosse qualcun altro..." Hermione era imbarazzata e sorpresa che ci fosse anche lei di guardia nel castello.
"Dai, facciamo due passi. Non ho ancora avuto modo di parlare con te e mi sembri una tipa in gamba.." Fiona si dimostrava amichevole ed Hermione decise che fare due chiacchiere con qualcuno non le avrebbe fatto di certo male.
Così si incamminarono insieme, arrivando alla torre di astronomia. La nuova collega le aveva raccontato della sua formazione, del fatto che per molti anni aveva giocato in una squadra internazionale di Quidditch in Francia, della sua famiglia di nobili purosangue e dell'appartenenza a Serpeverde.
Fiona, infatti, aveva studiato ad Hogwarts e si era diplomata qualche anno prima che Hermione arrivasse a scuola. Dopo il diploma aveva ricevuto la proposta di insegnare volo alle ragazze di Beauxbatons e si era trasferita in Francia ma nel frattempo giocava a Quidditch a livello agonistico, finché un infortunio non le aveva scombinato i piani.
"Non potevo più giocare e sono caduta in una fortissima depressione, così sono tornata in Inghilterra e mi sono limitata ad aspettare che qualcosa mi piovesse in testa. Così ho pensato di aprire un corso di potenziamento di volo, in modo che i ragazzi potessero esercitarsi. Lo faccio ancora, è il mio unico lavoro. Ma accetto volentieri quando Minerva mi chiede un cambio. È la seconda volta, qualche anno fa Rolanda aveva un campionato in Ungheria, così per qualche mese sono stata la sua sostituta."
Fiona parlava moltissimo, in modo lento e pacato, soppesando ogni parola. Il suo tono era delicato ed elegante. Hermione ne era completamente incantata.
"Poi sono contenta di venire qui, sai... Severus..." Hermione a quelle parole quasi soffocò.
"Severus che cosa?" La giovane strega stava cercando di stare calma.
"Ah non te lo hanno detto? Ci siamo frequentati durante i miei mesi di permanenza qui. Facendo soprattutto dell'ottimo sesso insieme. Non so se ti siano arrivate certe voci... ma lui è così passionale."
"No, non è mia abitudine parlare della vita sessuale dei miei colleghi." Hermione con quella frase aveva cercato il modo non molto delicato di farla smettere, ma senza successo. Fiona continuava.
"Beh allora te lo racconto io, lui è proprio bravo e io non ho mai smesso, dopo che me ne sono andata, di pensare a lui. Quel caratteraccio in fondo nasconde un uomo meraviglioso."
Hermione non avrebbe pianto, se lo stava ripetendo nella testa. Non doveva cedere.
Era dunque questo? Loro stavano insieme ed Hermione era solo il rimpiazzo mentre lei era via? Lui allora le aveva mentito, le aveva detto che non c'era nessuno, che non aveva niente da dare. Erano solo scuse, così dicendo lui si sarebbe evitato che Hermione si avvicinasse troppo.
Che stupida! Che idiota! Queste frasi erano in loop nel suo cervello.
Ma Fiona continuava, aveva negli occhi una luce strana, sembrava godesse nel parlare di loro ad Hermione.
"Quindi state insieme?" la Grifondoro aveva bisogno di saperlo.
"...insieme è una parola grossa. Diciamo che ci divertiamo." Ecco quello che tutto ciò che Hermione non aveva bisogno di sentire.
"Scusa Fiona, ma sono molto stanca, andrei a dormire. Ci vediamo domani." Così riuscì a fiondarsi nei corridoi verso la sua stanza."Ecco perché mi evitano, lo sanno tutti!" Si sentiva così stupida mentre cercava una spiegazione logica a quell'atteggiamento generale. Ora era chiaro il comportamento di Minerva, aveva avuto ragione quando pensava che la stessero evitando. Loro erano le amiche di Severus, non le sue.
Quella sera pianse, pianse di rabbia per non aver capito, per essere stata nuovamente delusa. E per essere ancora, irrimediabilmente sola.

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Ritornare
Fanfic"In greco, ritorno si dice nóstos. Álgos significa sofferenza. La nostalgia è dunque la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare." M.K Se la strada per la felicità avesse origine là, dove tutto il dolore ha avuto inizio? Hermione...