Capitolo 17

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Ginny ed Hermione erano sedute ai Tre Manici di scopa, davanti a loro giacevano due burrobirre quasi intatte.
"Hermione, parlami. Hai una faccia terribile, dimmi quello che è successo."
La voce della giovane Weasley era tenera ma mentiva un velo di preoccupazione.
"Ginny, non c'è molto da raccontare. Lui ha un'altra, io ero solo...solo un rimpiazzo temporaneo."
"Come un'altra? Ma stai dicendo sul serio?"
Hermione iniziò a raccontare a Ginny quello che era accaduto, dalle provocazioni ai momenti più intimi fino ad arrivare alla storia raccontata da Fiona e confermata da Minerva.
"Io se fossi in te cercherei di parlare con lui. Pensaci un attimo: Severus è rimasto fedele ad una donna per tutta la sua vita, è riuscito a dimenticarla solo dopo gli avvenimenti della guerra. Io non ci credo che si metta a giocare così con i tuoi sentimenti. Sei proprio sicura che loro abbiano ancora una relazione?" Il viso di Ginny era pensieroso, le sue parole erano soppesate di una saggezza quasi innaturale per lei.
"Me lo ha detto lei Gin, sulla torre di astronomia! Loro si...divertono. Ecco cosa mi ha detto. E poi Minerva ha detto che doveva parlarmene lui. Quindi, mi sembra abbastanza chiara tutta la situazione, no?"
"No, per me non c'è niente di chiaro qui. Questa arriva proprio quando Severus sta finalmente vedendo qualcuno e si prende la briga di raccontarlo subito a te, lui a sua volta sparisce e da quello che mi dici sembra non volerla intorno. Sei sicura che sia tutto chiaro come pensi? Non vorrei che arrivassi a delle conclusioni troppo in fretta. Te lo dico perché ti voglio bene, non eri così serena da molto tempo e buttare tutto alle ortiche sarebbe davvero un peccato. Dico solo che potresti provare a capire meglio cosa succede. E se fosse davvero la sua ragazza, beh allora, potresti dire di averci provato e poi mandarlo al diavolo, senza prima avergli incendiato tutto il guardaroba ordinato di mantelli neri assolutamente identici."
Ginny aveva espresso in maniera così chiara la situazione che adesso Hermione non era più sicura di niente.
Effettivamente ripensandoci la giovane strega trovava che alcune cose non fossero così chiare: perché non aspettarla per correre insieme e anzi, abbandonarla davanti alle porte del castello facendo finta di niente? E poi, perché la prima volta Severus sembrava così stizzito dal bacio di Fiona?
Forse valeva la pena approfondire un po'? Ci pensava Hermione, camminando lentamente verso il castello. Ginny aveva ragione, sembrava che mancassero dei pezzi al puzzle e la giovane strega, invece di essere sollevata da tutti questi dubbi, si sentiva nuovamente stupida per aver tratto delle conclusioni così affrettate.
Decise di andare in biblioteca, avrebbe cercato l'articolo interessante che aveva scovato la mattina stessa e aveva dovuto rimettere a posto troppo in fretta.
Solitamente l'aula a quell'ora del pomeriggio era gremita di studenti intenti a fare i compiti, ma entrandovi constatò che vi fossero pochissime persone.
Una delle quali era Fiona. Stava sfogliando un libro in maniera sbrigativa, quasi seccata, girava le pagine furiosamente, come se dovesse cercare qualcosa. Appena vide Hermione chiuse di colpo il libro e il suo voltò divenne calmo e pacato.
"Buonasera Hermione, spero tu abbia passato una buona giornata" e così dicendo si voltò verso l'uscita.
La Grifondoro però, nota a tutti come la più famosa fruitrice della biblioteca di Hogwarts, ebbe il tempo di spiare la copertina del libro. Era rosa, con una ampolla disegnata. Non ci mise che un secondo a mettere in ordine i suoi pensieri.
"Filtri d'amore, che diavolo deve farsene Fiona di un libro sui filtri d'amore?". Ecco che d'improvviso Hermione si rese conto che le idee di Ginny non erano poi così strane. Immersa negli scaffali la giovane strega decise che si, era proprio il caso di approfondire la questione.
***
La sera stessa Hermione si sentiva stanchissima, non vedeva l'ora di cenare e andare a dormire. Aveva sperato di poter leggere un po' dopo cena, ma sentiva la testa pesante, tutti i pensieri della giornata le avevano offuscato i pensieri. Arrivò in sala grande trovando quasi tutti gli insegnati accomodati, due posti però erano liberi.
Scelse il posto tra Poppy e Minerva che l'accolsero con un sorriso materno.
"Allora cara, come è andata la tua giornata?" Minerva le chiese versandole dell'acqua con la bacchetta.
"Beh, sono uscita un po' dal castello e ho visto Ginny. Abbiamo passato un piacevole pomeriggio, avevo bisogno di un volto amico." Fu quasi imbarazzata nel terminare la frase, ma effettivamente era rimasta da sola in quei giorni, escludendosi da tutte le attività che presupponessero il contatto con i suoi colleghi.
Quello che la giovane strega disse ebbe un effetto sulle sue colleghe, che immediatamente si sentirono in colpa. Poppy allungò la mano verso di lei, stringendole il braccio. Era un silenzioso modo per dire mi dispiace.
Hermione, non volendo intristire le due streghe, cambiò discorso. "Ho visto Hagrid stamattina, sta allevando una rara specie di...."
In quel momento la porta della sala grande venne aperta e lo spettacolo che si palesò davanti a tutti fu decisamente sorprendente. La scena era davvero insolita, tanto che un silenzio innaturale si propagò d'improvviso tra tutti i presenti.
Fiona e Severus entrarono nella sala tenendosi per mano, ogni tanto lei sussurrava nelle orecchie del mago delle parole incomprensibili ed entrambi ridevano con occhi dolci.
Gli studenti erano completamente paralizzati, ma subito iniziarono a parlottare e sghignazzare: vedere il più temuto professore di Hogwarts in quello stato era un'occasione più unica che rara.
Non solo gli studenti erano increduli, ma tutto il corpo insegnanti non poteva credere ai propri occhi.
Arrivati al tavolo i due si sedettero dandosi un leggero bacio, che fece scoppiare una risata collettiva.
Neville era paonazzo, non riusciva a contenersi e dei piccoli urletti acuti gli scappavano dalla bocca. Filius, seduto accanto a lui, nascondeva la testa sotto al tovagliolo cercando di non farsi vedere.
Minerva, decisamente imbarazzata ma soprattutto incredula chiese immediatamente "Severus, caro, tutto bene?"
"Benissimo Minerva, non vedi? Sono innamorato! Incredibilmente innamorato di questa dolce creatura. Non ho occhi che per lei."
Hermione voleva vomitare. Era davvero troppo per lei tutto questo così aggiunse "Ah, non c'è cosa più bella dell'amore nato spontaneamente tra due persone, vero Fiona?" La donna la guardò con uno sguardo truce. Ma poi cambiò completamente espressione "Grazie Hermione, è bello avere la tua benedizione, non è così Sev?"
"Non sono interessato alla sua benedizione, non mi interessa cosa pensa quell'insopportabile so-tutto-io."
Hermione lo guardò negli occhi, una patina leggera li ricopriva, non avevano lo stesso colore nero brillante che li contraddistingueva. E non era la sola ad accorgersi che niente stava andando come di consueto.
"E dimmi Fiona, quindi quando sarebbe sbocciato il vostro amore?" Minerva aveva l'aria di essere decisamente incazzata.
"C'è sempre stato, io e Severus non abbiamo mai smesso di volerci. Purtroppo da quando me ne sono andata lui ha avuto qualche smarrimento" e lo disse fissando Hermione con uno sguardo acido "ma adesso finalmente ci siamo ricongiunti".
"Bene, allora non ti dispiacerà se Severus stasera starà con me. Abbiamo il torneo di Poker. Ragazzo, alle otto ti aspetto nel mio studio".
"Oh no Minerva, mi dispiace, ma Sev ha promesso di stare con me stasera. Potete recuperare un'altra sera".
"Cara, forse ti sfugge un piccolo particolare. Io sono la preside e non transigo su questo argomento. Penso che VOI dobbiate recuperare un'altra sera."
Così dicendo Minerva si alzo, abbandonando la sua cena. Lanciò uno sguardo di terrore all'intera sala e aggiunse in tono intimidatorio "Silenzio, la cena dovrà continuare senza il minimo rumore, qualsiasi commento sarà severamente punito". Quella frase gelò l'atmosfera e immediatamente e gli studenti tornarono a fissare i lor piatti.
Herimone era senza parole, non poteva credere che quella donna fosse arrivata a dare a Severus un filtro d'amore che in quel momento la stava guardando imbambolato, lasciando la forchetta a mezz'aria.
"Oh caro mangia, avremo tempo di stare insieme stanotte..." quelle ultime parole vennero pronunciate in tono più alto rispetto al resto e Poppy accarezzò gentilmente la mano del mago, capendo la sua situazione.
Avrebbero risolto il prima possibile.
Alle otto in punto Poppy ed Hermione avevano già bevuto due bicchieri di whisky a testa e Minerva stava per non cedere al quarto. Quest'ultima era davvero fuori di sé, camminava furiosamente avanti indietro, le mani tremavano e ogni tanto ripeteva le stesse frasi "Come ho potuto non accorgermene, che stupida!"
"Suvvia Minerva, non fartene una colpa. Come potevi saperlo?"
"Severus è venuto qui ieri, dicendo che Fiona lo stava tormentando, lo seguiva ovunque, anche in bagno! Poi è uscito, ha detto che avrebbe sistemato da solo. Ma evidentemente quell'arpia l'ha affatturato prima che lui potesse fare qualcosa. Spero solo che non succeda niente quando lo scopre...."
Hermione alle parole di Minerva sussultò "Come lo tormentava? Ma non stavano insieme?" Il suo tono era sorpreso.
"Si, stavano, se stare significa scopare due volte. Severus ha intrattenuto con lei due momenti d'intimità, chiamiamoli così. Tutte pensavamo che poi, di comune accordo, avessero interrotto i rapporti. Ma lui ieri mi ha detto che lei era ossessionata, che gli scriveva centinaia di lettere. Ma lui non aveva mai risposto, finché Fiona non aveva smesso. Se avessi saputo non l'avrei mai fatta venire!"
Poppy era molto agitata e continuava a muovere il capo a destra e sinistra. "Se Rolanda lo sapesse, non se lo perdonerebbe."
"A me Fiona ha detto che stavano, come dire, che si stavano divertendo." Hermione lo disse tutto d'un fiato.
Le due streghe si voltarono insieme verso la giovane. La prima a parlare fu Minerva che in tono cupo disse "Beh, Fiona aveva intuito che saresti potuta essere un ostacolo e così avrà ben pensato di raccontarti un sacco di frottole".
In quel momento la porta dell'ufficio della preside si spalancò: i due piccioncini erano davanti all'uscio.
"Avevo richiesto solo la presenza di Severus cara, se non ti dispiace vorremmo iniziare a giocare." La voce di Poppy era perentoria. "Non ammettiamo altre persone alle nostre partite, sai, siamo superstiziose."
In tutto questo Severus rimaneva immobile, lo sguardo verso Fiona, gli occhi sognanti.
La donna lo guardò un'ultima volta e sussurrandogli qualcosa uscì a malincuore.
"Hermione prendi l'antidoto, lì sullo scaffale" Minerva con un colpo di bacchetta depositò Piton sulla poltrona. Poppy teneva sempre gli antidoti ai filtri d'amore nelle sue scorte, era capitato spesso che quel materiale illegale girasse tra le studentesse e qualche mal capitato ne fosse stregato.
"Bevi ragazzo" La preside fu sbrigativa e Severus ingurgito tutto il contenuto della fiala.
Rimase immobile, ma lentamente poteva vedersi la luce della consapevolezza accedersi nei suoi occhi.
"Ma che diavolo...." Severus si rese conto di essere accerchiato dalle tre donne che gli sorridevano confortanti.
"Vi ha dato di volta il cervello? Cosa fate tutte addosso a me?"
"Adesso si che ti riconosco ragazzo!" Minerva sembrava sollevata dal tono sgarbato del pozionista.
"Sei stato uno sciocco Severus, perché hai bevuto insieme a Fiona?" Poppy lo stava già rimproverando.
"Poppy, non so se sia la mancanza di Rolanda o un accenno di demenza senile, ma ti stai decisamente  rincitrullendo. La sto evitando da giorni, quella serpe."
"Beh diciamo che ti ha solo propinato un filtro d'amore senza che te ne rendessi conto, e hai dato spettacolo a tutta la sala grande facendo il piccioncino innamorato. Gli studenti non parleranno d'altro per i prossimi dieci anni" Hermione sputò fuori quelle parole tutte d'un fiato.
Il mago arrossì, senza dire una parola. Non era imbarazzo o vergogna, era rabbia. Severus era furioso. Si alzò di scatto, facendo spostare pericolosamente le donne di fronte a lui.
"Calmati, devi calmarti prima di uscire da qui." Minerva aveva un tono deciso
"Calmarmi dici..." Severus respirava rumorosamente, cercando di non alzare la voce è mantenere la sua classica aplomb.
"Sono stato drogato contro il mio volere e ho fatto delle cose che manco so con una che sto evitando da anni.. e dovrei calmarmi?"
"Si dovresti." Hermione lo guardava, aveva un tono dolce, di rassicurazione. "Potresti fargliela pagare in un modo un po' più...subdolo, che dice professore?" Così dicendo gli fece l'occhiolino, aveva in mente un piano assai diabolico.

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