7.Jay

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T:<<Che ne dici, vuoi andare?>> anuii senza lasciar andare la presa su di lei, la sua mano e la sua schiena. Sapevo che sarebbe tornata a casa con me eppure qualcosa mi teneva ancorato al suo corpo e credevo di sentire solo io questa chimica fino a quando mi accorsi che aveva ancora il ginocchio premuto contro la scrivania.
Non voleva staccarsi da me come io non volevo staccarmi da lei?
Non avevo mai provato una sensazione simile, più la guardavo più sentivo il fuoco invadere ogni centimetro del mio corpo.
<<Sono venuto in moto, è un problema per te?>>
T:<<A me piacciono le moto, per chi mi hai preso?>> mi rispose sorridendo, spostandosi da me e la seguii verso la porta. Non sapevo fino a dove ci saremmo spinti stanotte ma non avevo niente in programma, volevo godermi il tempo con lei e qualcosa mi spinse a prenderle la mano.
T:<<Solitamente non mi faccio toccare così>> disse con un tono rigido mentre apriva la porta. Credevo di aver esagerato spingendomi ad un tocco più romantico però non mi lasciò, seppur titubante. Non mi era servito molto per capire non fosse una ragazza dal contatto fisico scontato, bastava notare il suo comportamento con Axel in cucina.
Come quando eravamo saliti nello studio, mi fece strada tra le persone e di sfuggita presi il giubbotto e feci un cenno a Luke per dirgli che me ne stavo andando. Capì subito la situazione, tanto che mimò un rapporto sessuale con le mani. Da una parte mi fece sorridere dall'imbarazzo dall'altra mi faceva tornare in mente che stavo andando via con Tulip, la ragazza che tutta la scuola desiderava e che volevo anche io. Nel giro di cinque minuti che mi sembrarono infiniti a causa degli occhi addosso delle altre persone, arrivammo all'ascensore. Una volta entrati mi guardai attorno e prima di premere il piano terra, notai Axel guardarmi da lontano e in risposta gli feci l'occhiolino. Non vedevo Tulip come una conquista, volevo davvero conoscerla meglio ma sapevo che con altri pretendenti avrei dovuto comportarmi in modi che odiavo: da uomo delle caverne. Le porte si chiusero davanti a noi e mi resi conto di avere gli occhi del mio fiore su di me
T:<<Cos'era quello?>> chiese inarcando il sopracciglio.
<<Quello, cosa?>> non ero sicuro avesse visto il mio gioco di sguardi con il suo migliore amico e non volevo scavarmi la fossa ancora prima di esserne certo. Alla mia domanda sospirò e si toccò la fronte staccando la mano dalla mia
T:<<Jay, devi capire una cosa. Io odio le bugie e so quando qualcuno mi sta mentendo, non sono stupida quindi non prendermi per il culo>> era infastidita quindi decisi di chiedergli ciò a cui stavo pensando da tutta la sera
<<Tra te e Axel c'è qualcosa, vero?>>
T:<<Io e Axel?>> scoppiò a ridere <<è per questo che l'hai guardato in quel modo?>> la sua espressione diventò più tranquilla e si appoggiò alla parete dell'ascensore tirandomi dal gilet verso di sè.
<<Mi ha detto che ti saresti stancata di me e tornata da lui, per questo mi sono comportato come un cretino con la bionda e prima ho fatto lo spavaldo>> mi batteva il cuore a mille, eppure mi ero tolto un peso enorme. Probabilmente si accorse della mia serietà quindi mi spinse ancora di più contro di lei afferrandomi per i fianchi e stringendone uno con la sua coscia
T:<<Tra me e Axel non c'è niente, abbiamo solo un rapporto particolare ormai>> la domanda mi sorse spontanea, volevo delle conferme in più
<<Fai con lui quello che stai facendo ora con me?>>
T:<<Non ti facevo un tipo geloso, sai>> girai il viso verso la porta dell'ascensore, sentendomi in terribile imbarazzo a chiederle conferme del genere. Non ebbi il tempo di rifletterci su che mi prese il viso e mi baciò. La chimica tra di noi riprese a far vibrare tutto l'ascensore e le nostre mani iniziarono a vagare l'uno sul corpo dell'altro.
T:<<Se ti ho detto che non mi faccio nemmeno prendere per mano, come credi possa fare altro con Axel?>> continuò, interrompendo il nostro bacio. Eravamo quasi al piano terra quindi mi diede un bacio rapido sulle labbra e si scostò da me tornando rigida e seria.
T:<<Io non sono una da conferme...>> disse sistemandosi il vestito e richiudendo bene il giubbotto di pelle <<...se sono con te è perché voglio essere con te, semplice no?>> era così decisa e chiara negli atteggiamenti che spesso mi rendeva difficile controbattere. Le porte si aprirono e presi coraggio per ammorbidire l'atmosfera <<La mia moto è proprio qui davanti>>. Arrivati alla moto salii e decisi di far indossare a lei il casco in modo da essere protetta.
Durante il tragitto per tornare a casa sentii le sue mani percorrermi tutto l'addome e il petto, che si contraevano ad ogni suo spostamento. Sentivo il suo seno sulla mia schiena e avrei giurato di poter sentire i suoi capezzoli duri attraverso il tessuto che ci divideva. Dovevo cercare di non pensarci in modo da non deconcentrarmi dalla strada, anche se il suo tocco non faceva passare l'erezione che mi tenevo da quando l'avevo vista scendere le scale alla festa.

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