8.Tulip

190 2 0
                                    

Quando aprii gli occhi, sentii il respiro di Jay sulla guancia e il mio seno stretto nella sua presa. Non sapevo bene come mi sentissi, era da molto tempo che non mi ritrovavo nel letto di un uomo, senza averci fatto sesso un attimo prima, o forse non mi era mai successo fino ad oggi. Mi girai verso il telefono che avevo lasciato la notte prima sul comodino e ritrovai varie chiamate perse e messaggi da Axel. Voleva sapere dove fossi visto che ero sgattaiolata via dalla festa senza dirgli nulla, si preoccupava per me e lo apprezzavo ma a volte mi faceva sentire soffocare quindi digitai semplicemente:
"Sto bene, non ti preoccupare"
Lanciai un'occhiata veloce a Jay, che stava ancora dormendo. Era così carino mentre dormiva, delle ciocche di capelli nere gli coprivano il viso e le labbra gonfie mi facevano venire voglia di baciarlo. Mi sentivo tranquilla e ansiosa allo stesso tempo avendogli confessato le mie "preferenze", il tutto accompagnato dal mal di stomaco che mi fece ricordare di mangiare. Ordinai la colazione per entrambi da asporto e dopo un quarto d'ora circa mi diressi verso la porta d'ingresso per ritirare l'ordine. Non sapevo bene cosa potesse piacere al bell'addormentato nell'altra stanza quindi optai per dei pancakes, un paio di cappuccini e dei biscotti. Volevo mostrargli la mia gratitudine per essere stato così premuroso con me e avermi rispettato, qualcuno avrebbe potuto darlo per scontato ma io avevo capito da tempo che essere rispettati non era da poco. Dopo aver sistemato il cibo su un vassoio, lo portai in camera da letto dove vidi Jay sdraiato a pancia in giù, abbracciato ad un cuscino e la maglietta alzata che esponeva ormai tutta la schiena. Era una visione, un corpo così bello e che bramavo dall'idea di avere. I muscoli rilassati ma tonici e una cicatrice che attraversava in diagonale le spalle larghe.
Chissà come si era procurato quel solco profondo.
Cercando di non farmi troppe domande, posi la colazione sul comodino e mi misi seduta sul letto
<<Jay, sei sveglio?>> cercai di svegliarlo muovendogli una spalla
J:<<Mmh?>> iniziò a stiracchiarsi e appena mise gli occhi su di me la fossetta sulla guancia accompagnò il sorrisetto sul suo volto assonnato. Quella fossetta mi mandava su di giri ogni volta che la vedevo e senza pensarci gli tirai uno schiaffo sul sedere. In risposta ricevetti un piccolo gemito e la cosa mi stupì, mi aspettavo una reazione infastidita non il contrario e in preda all'imbarazzo gli dissi
<<Scusami, non volevo essere eccessiva>> distolsi lo sguardo. Non volevo fare qualcosa che potesse spaventarlo senza prima parlargliene chiaramente e il consenso era un argomento a cui tenevo particolarmente.
J:<<Perché ti stai scusando?>> appoggiò la schiena alla testata del letto e mi tirò per un polso facendomi salire a cavalcioni su di lui.
<<Non voglio fare qualcosa che possa spaventarti o ti faccia sentire a disagio>>
J:<<Vorrei che tu mi mostrassi ciò che ti piace, ciò che vorresti fare con me>>
<<Mi farebbe stare più tranquilla però voglio sincerità completa>> prese la mia mano sinistra e se la portò alle labbra baciandola.
J:<<Perché sento profumo di pancakes?>> disse girandosi verso il vassoio della colazione.
<<Perché ho comprato la colazione>> sul suo viso apparì un sorriso che non mi fece trattenere dal sedermi su di lui e baciarlo sulle labbra. Gli presi il viso tra le mani e iniziai a farmi strada nella sua bocca con la lingua mentre sentivo le sue mani percorrermi la schiena fino a scendere. Spontaneamente mossi i fianchi facendo caso alla sua erezione dura che premeva contro il tessuto sottile delle mie mutandine, lo volevo e il suo tocco gentile sulla mia pelle non faceva altro che convincermi sempre di più. Mi morse il labbro inferiore e in risposta strinsi le gambe inarcando maggiormente la schiena, cercando di sentire meglio la sua eccitazione impaziente. Gli sfuggì un gemito e con voce roca mi disse
J:<<Tu mi farai impazzire, Tulip>>
<<Credevo di farlo già, devo migliorare le mie doti allora>> gli stampai un leggero bacio sulla fronte e cercai di placare la mia sete di lui prendendo uno dei cappuccini sul comodino.
<<Tieni>> dissi porgendogli la bevanda.
J:<<Dovrei andare alle feste più spesso se il risultato è svegliarmi così>> e bevve un sorso.
<<Questo dipende tutto da quanto tu voglia essere un bravo ragazzo per me>> notai un po' di schiuma sul labbro superiore e glielo pulii con un colpo di lingua rapido e preciso.
<<E per ora ti stai comportando più che bene>> aggiunsi scendendo dalle sue gambe.
Mangiammo a letto, senza troppe preoccupazioni o orari. Non sapevo nemmeno che ora fosse e l'attrazione fisica tra di noi era palpabile, non riuscivo a concentrarmi senza far cadere l'occhio sui punti del suo corpo che mi facevano tremare le mani. Sentii il suo telefono vibrare, probabilmente a causa di un messaggio e non riuscii a non essere curiosità
<<Qualcuno ti cerca>> dissi spostando gli occhi sul suo telefono. Non lo aveva ancora toccato da quando si era svegliato e questo mi faceva sentire sotto la sua completa attenzione.
J:<<Non ho tempo e voglia ora>>
<<È per i miei bei occhi blu, vero?>> dissi ironicamente soffiando sulle unghie per poi sfregarmele sul petto.
J:<<Eppure erano verdi l'ultima volta che ho controllato, strano>> incrociò le braccia e sorrise.
<<Senti Jay, posso farti una domanda?>> chiesi appoggiando la testa alla testata del letto.
J:<<Dimmi>>
<<Come ti sei procurato la cicatrice sulla schiena?>> solitamente il passato dei ragazzi che attiravano la mia attenzione non mi era mai interessato, ma con lui sentivo fosse diverso e volevo saperne di più.
J:<<È stato tempo fa>> sospirò e capii di aver toccato un argomento delicato dall'espressione seria comparsa sul suo volto.
<<Posso vederla meglio?>> annuì e si tolse la maglietta. I muscoli gonfi iniziarono a contrarsi quando si girò di spalle e mi posizionai dietro di lui, allargando le gambe in modo da lasciargli spazio, e delicatamente gli baciai la spalla sinistra accarezzandogli l'addome scolpito. Il solco della cicatrice era netto, quasi perfetto ma evidentemente profondo. La trovavo bellissima e speravo di poterne sapere la storia un giorno. Lo sentii irrigidirsi quando lasciai una scia di baci su di essa
<<È bellissima su di te>>
J:<<Tu credi?>> percepii del dolore nella sua domanda e nei suoi occhi grigi quando icrociarono i miei in cerca di una risposta.
<<Sì e quando vorrai sarò felice di sapere la ragione per cui ce l'hai>> mi travolse con tutta la sua presenza, abbracciandomi. Me lo ritrovai sopra, con le mani avvolte ai miei fianchi e il viso sul mio seno. Da tempo non ero più fan del contatto fisico, qualsiasi contatto mi faceva percepire il desiderio osceno di chi mi sfiorava e non riuscivo a sostenerlo per più di due secondi. Tuttavia pur essendo in quella posizione così intima non mi sentivo preda di un pervertito, mi sentivo unita da qualcosa di profondo che mi faceva sentire pulita e non sporca.
<<Mi fai sentire strana>> dissi mentre guardavo il soffitto della camera da letto.
J:<<Sto facendo qualcosa di sbagliato?>> incrociai gli occhi di ghiaccio di Jay e mi sentii mancare oltre che bagnare. Con tutte le volte che mi ero eccitata solo guardandolo, non volevo immaginare come si fossero ridotte le mie mutandine.
<<Stai facendo tutto fin troppo bene. Un altro ragazzo avrebbe già tentato di scoparmi minimo una ventina di volte con o senza il mio consenso>> mentre pronunciavo queste parole, si sollevò quanto bastava per essere alla stessa altezza. Ora sentivo il suo cazzo premere forte contro di me e il suo respiro caldo inumidirmi la pelle.
J:<<Non farò niente fino a quando non mi chiederai di entrare dentro di te e mostrarti quanto posso farti urlare il mio nome>> mi morsi il labbro immaginandomi la sensazione
<<E se facessi urlare io a te il mio nome?>> dissi accarezzandogli il piercing al labbro.
Doveva capire chi comandava e per quanto attraente e gentile, l'avrei sempre fatto io.
J:<<Sarebbe ancora meglio ma mi sta bene anche così ora, non ho fretta>>
<<Qualcuno non sembra molto d'accordo>> gli feci notare l'enorme erezione e si imbarazzò. Aveva il coraggio di sentirsi in quel modo pur avendo detto quelle cose e avendolo contro.
J:<<Scusami>> disse spostandosi e alzandosi dal letto. Non capii la sua reazione contrariata e seria perciò lo seguii con lo sguardo.
<<Che c'è che non va?>> chiesi sedendomi sul bordo del letto.
J:<<Voglio rispettarti e più ti sto vicino più penso con il cazzo quindi sto facendo scorrere il sangue anche al cervello>> mi misi a ridere di gusto <<Non c'è niente da ridere, Tulip. Sto pensando a troppe cose>> disse ironicamente grattandosi il collo.
Mi avvicinai a pochi centimetri da lui non distogliendo lo sguardo dal suo.
<<Jay, non hai idea di quanto io stia apprezzando il tuo atteggiamento ma per me è complicato...>> sospirai e aggiunsi <<Se facessi sesso con te, tu diventeresti mio e non vorrei condividerti con altri. Vorrei poterti scopare quando voglio, farti supplicare per averne di più e tenerti dentro di me fino a comprimerti in una morsa. Stringerti il collo tra le mani e farti inginocchiare davanti a me. Farti urlare quanto ti piace e quanto ti fa male, tagliarti con la lingua e con la frusta. Per me non è mai solo una scopata, non penso lo sarebbe con te e se credi di non poter accettare di darmi il dolore che mi serve, non voglio nemmeno toccarti o darti modo di deludermi.>> il silenzio iniziò a riempire la stanza e la distanza tra di noi sembrò sempre più grande. Sapevo perfettamente cosa significasse, era un rifiuto e non era la prima volta quindi feci ciò che facevo quando mi sentivo sottopressione: chiamai un taxi per andarmene. Mi sentivo soffocare e avevo bisogno di tornare a casa. Velocemente misi il vestito della sera precedente sotto la maglietta, dando le spalle a Jay che se ne stava ancora nella posizione in cui mi ero esposta a lui.
<<La maglia te la riporto appena l'avrò lavata>> dissi accennando un sorriso che speravo potesse mascherare il mio disagio e mi diressi verso la porta principale
J:<<T-te ne stai andando?>>
<<Ho già ricevuto la risposta che volevo. Ciao Jay>> dissi chiudendo la porta dietro di me. Una volta salita sul taxi una lacrima mi segnò la guancia, altre volte mi era capitato di essere respinta per le mie preferenze sessuali eppure non ci facevo mai l'abitudine. Speravo un giorno di potermi svegliare normale ma non succedeva mai, stavo bene ma allo stesso tempo mi sentivo così sbagliata quando sentivo gli occhi di chi attirava la mia attenzione giudicarmi. Ecco perché non parlavo mai di me, non mi esponevo agli altri e mi limitavo a dare sfogo alla mia fantasia con persone conosciute appositamente per quello. L'idea di stare sola non mi spaventava più ed ero consapevole che sarebbe stato così il mio futuro. Una volta tornata a casa incrociai Ryan che mi bloccò per un braccio
R:<<Dove sei stata?>>
<<Non sono cazzi tuoi>> dissi seccata.
R:<<Ma che ti prende?>> lasciò la presa e cercò di incrociare il mio sguardo.
R:<<Sempre la stessa storia, vero?>> annuii, mio fratello era al corrente di ciò che mi piaceva fare e delle mie delusioni ricorrenti perciò mi abbracciò inaspettatamente.
<<Scusa>> mi tremava la voce e non riuscii a trattenere le lacrime.
R:<<Vai a cambiarti, io ordino qualcosa da mangiare e stasera ce ne stiamo insieme come facevamo una volta>> mio fratello era l'unico in grado di sapermi calmare, l'unico motivo per cui non avevo smesso di respirare anni fa. Dopo una lunga doccia, andai in camera mia e mi misi il pigiama accorgendomi del telefono che non smetteva di vibrare.
Era Jay: "ho bisogno di parlarti, non è come credi tu" e altri messaggi come "sei arrivata a casa?" "ho fatto un casino". Non capivo cosa intendesse dire, ormai mi aveva rifiutato e non c'era motivo di parlare ancora dell'argomento quindi mi limitai a dirgli "sì" al suo "sei arrivata a casa?". Rimasi ferma a fissare lo schermo del telefono per qualche minuto pensando a cosa volesse dirmi di così importante, non avevo bisogno di sentire frasi che già avevo sentito e risentito. "Però potremmo fare sesso senza quello" "è una cosa così indispensabile?" "conosco un bravo psichiatra". Mi veniva da vomitare ogni volta che mi sentivo giudicata, perché lo facevo abbastanza per conto mio, non mi serviva qualcun altro a farlo.
In seguito ad una serata in compagnia di mio fratello, mi sentii abbastanza tranquilla da andare a dormire senza troppi problemi. Poco prima di sprofondare in un sonno profondo mi chiesi come avessi mai potuto credere che un ragazzo come Jay avrebbe accettato di spingersi a tanto.

~~~~

Le immagini postate come copertina servono per darvi un'ulteriore spunto di alcuni dettagli.

Burning Snow 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora