24. Jay

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<<No, mamma. Ti ho detto che voglio smettere>> dissi con le lacrime agli occhi
<<Tesoro, questo serve alla nostra famiglia. Non vuoi che sia fiera di te?>> la voce di mia madre mi attraversò il corpo, gelida e distaccata, i capelli lunghi biondi le ricadevano sulle spalle e il profumo di tabacco era impregnato nelle sue mani che mi accarezzavano le guance. Ero un bambino, lo notai dalle mani piccole in confronto alle sue ma non riuscivo a identificare la mia età con precisione. Gli occhi marroni mi fissavano dall'alto in cerca di una cessione da parte mia, come accadeva dopo ogni litigio quando volevo smettere di incontrare più donne al giorno e a volte uomini. Mio padre non c'era mai, tuttavia, aveva imposto a mia madre di non farmi incontrare uomini da passivo perché non voleva un "figlio gay deviato" come diceva. Di conseguenza vedevo qualsiasi genere ma sempre da attivo, mantenendo la mia virilità, come mi aveva inculcato nella mente. Spesso incontravo i clienti e finivo per piangere mentre scopavo e altrettante volte non venivo, mi era impossibile provare piacere sapendo di appartenere a chi offriva più soldi e senza poter scegliere nulla. In un attimo di lucidità iniziai a correre dalle grinfie della donna che mi stava rovinando la vita ma lei mi inseguì, veloce come una tigre. Volevo andare avanti a leggere le mie riviste, a sognare di poter guidare lontano dalla mia realtà ma puntualmente me le strappava di mano e distruggeva insieme ai miei sogni.
<<Ti odio!>> urlai mentre fuggevo dalle percosse che probabilmente avrei ricevuto più tardi. Urlai ancora e ancora fino a quando caddi a terra, mi faceva male la bocca e in seguito ad un colpo di tosse vidi del sangue sulla mia mano. Piansi e il ricordo di quelle lacrime si fece sempre più reale.
T:<<Jay, svegliati!>> la chioma rossa di Tulip mi fece tornare al presente, ero sudato e con gli occhi appannati dalle lacrime.
<<Sei tu, Tulip?>> mi sfregai gli occhi e le toccai il viso per accertarmi fosse davvero lì davanti a me
T:<<Sono io, angelo>> mi asciugò le guance e strinse tra le sue braccia, profumava di cioccolato e vaniglia, e fu ciò a farmi calmare ulteriormente. Era lì con me e mi stava consolando dopo un incubo, il ricordo di mia madre tornava raramente ma quando arrivava era prepotente come lei.
T:<<Era tua madre?>> il suono della sua voce e di ciò che mi aveva spaventato durante la notte mi fece sbarrare gli occhi stupito.
Come lo aveva capito?
<<Sì>> mi baciò sulla fronte e con un sorriso comprensivo sussurrò
T:<<Ci sono solo io qui, sei al sicuro>> mi spostò una ciocca di capelli all'altezza del sopracciglio e cercai il suo corpo facendolo aderire maggiormente al mio. Avevo bisogno di sapere che era davvero con me, che non era un allucinazione e non se ne sarebbe andata. Il mio respiro si fece più profondo quando le toccai la schiena nuda da sotto la maglietta e percepii i capezzoli duri contro il mio petto. Mi sentivo strano ogni volta che sognavo mia madre perchè portava a galla il dolore ma soprattutto il sesso, che si era insinuato nella mia vita da giovane, quindi mi risvegliavo sempre con un erezione pronta ad esplodere.
Non perché fossi eccitato ma perché era automatico, il sesso non aveva mai avuto significato nella mia giovinezza e il ricordo mi faceva tornare al ragazzo insensibile che fino a poco tempo fa ero. Inoltre con Tulip accanto, era difficile lottare contro il desiderio malsano che si diffondeva nella mia mente. Mi avvicinai ad un soffio dalle sue labbra ma non mi assecondò
T:<<Stai cercando di fare quello che credo?>> aggrottò la fronte aspettando una reazione
<<C-cosa?>> la sua voce per la seconda volta mi fece tornare lucido completamente, non potevo usarla per stare meglio e sperai non stesse insinuando questo.
T:<<Possiamo parlarne se vuoi ma non mi farò usare per qualcosa che ti è successo tempo fa, lo capisco e non voglio essere guardata con la stessa espressione con cui io ho guardato tutti quelli prima di te>> se ne stava sui gomiti con il busto sopra il mio e una gamba tra le mie. Non le vedevo bene il viso a causa delle luci spente ad eccezione di una infondo alla stanza ma comprendevo a pieno il suo disappunto, ciononostante non mi sfuggì la piega che stava prendendo il suo discorso.
Le era successo qualcosa di simile alla mia situazione?
Non si spiegava altrimenti come fosse riuscita a capire ciò che stavo per fare, anche se inconsciamente.
<<Devo alzarmi>> il respiro si fece di nuovo corto e la necessità di stare da solo per masturbarmi più forte. Mi misi seduto sul bordo del letto e mentre mi stavo alzando una presa sul polso mi tirò indietro
T:<<Stai bene?>> le sue iridi verdi si posarono su di me, sul mio corpo fino al tessuto stretto dei pantaloni. Rimasi in silenzio ad osservarla: i capelli rossi scombinati, la maglietta aderente e le labbra gonfie.
Non riuscii a mentirle:
<<No>>
Mi divincolai dalla sua presa e mi toccai la patta dei pantaloni, cercando di mandare via l'esigenza di una scopata. A passo svelto mi diressi verso il frigorifero per prendere una bottiglia d'acqua, avevo la gola secca e troppi pensieri per la testa. Un mugulio sottile attirò la mia attenzione mentre cercavo di placare almeno la sete che avevo in gola.
Mi accordi di Tulip solo quando identificai la sua figura in piedi, poco distante da me, stiracchiarsi. Seguii i suoi movimenti farsi vicini e indisturbati, le avevo risposto seccato eppure non sembrava contrariata. Erano le 4 e si era alzata dal letto senza troppi problemi, anche se non mi era chiaro il motivo.
Era preoccupata per me? Voleva controllarmi?
T:<<Un po' presto per la colazione, non credi?>> sorrise e prese una bottiglia d'acqua bevendone un sorso e facendo ricadere una goccia sulla mascella
<<Abbastanza>> ero distaccato perché turbato, non a causa sua ma a ciò a cui stavo pensando. Si mise seduta sulla penisola della cucina e sbattendo i piedi avanti e indietro, mi squadrò di nuovo. Mi stava studiando ma anche di questo, non ne capivo il motivo. Senza pensarci le andai vicino fino ad assaporare il suo respiro sulle labbra, avevo paura che qualcuno sbucasse dal nulla per riportarmi a quel passato che volevo dimenticare ma non glielo dissi, avevo troppa paura.
Come avrebbe reagito se mi fossi mostrato completamente vulnerabile?
Non volevo scoprirlo.
<<Non ti userei mai>> le presi le mani e le posizionai sulle mie spalle, avevo bisogno di sentirla sulla pelle e su di me.
T:<<Lo so e so anche cosa provi>> passò il suo tocco dalle spalle, al collo e al viso accarezzandomi. Chiusi gli occhi, abbandonandomi distrutto alle sue carezze e mi feci direzionare sul suo petto. La abbracciavo, la stringevo e ascoltavo i battiti comprensivi del suo cuore.
<<Mi sento sporco>> mi sfuggì a contatto con il suo collo, non volevo espormi eppure i pensieri prendevano voce senza rendermene conto.
T:<<Non lo sei ora e non lo eri nemmeno anni fa, angelo>> il tono dolce di quelle parole sfiorarono la parte più profonda di me e mi affidai a lei, seguendola dopo pochi istanti in bagno, nello specifico sotto la doccia. Mi aiutò a lavare via le mani delle persone che mi avevano oggettificato per anni, le lingue che avevano percorso la mia pelle e i lividi che percepivo ancora ma che non si vedevano ad occhio nudo. Il getto d'acqua caldo soffiava sul corpo di entrambi e osservai Tulip insaponarmi con precisione il corpo: la schiena, il petto, l'addome e le braccia. Sembrò studiasse ogni fibra del mio essere, della mia storia e della mia mente. Quando mi toccava entrava, passava attraverso i muscoli e la carne, togliendomi tutto.
Mi chiese il permesso con lo sguardo, per proseguire verso la sezione inferiore, probabilmente cercando di capire se potesse toccarmi o meno. La sua premura mi fece commuovere ma tentai di non farglielo notare e lo mascherai restando controllato, sperando non notasse anche quello.
L'erezione tornò più potente quando mi iniziò a insaponare le gambe, ritrovandosi vicina a colui che voleva dargli attenzioni. Passò le mani sull'inguine, da una parte e dall'altra, e mentre mi guardava negli occhi salì verso i testicoli facendomi gemere involontariamente. Ora ero contratto per lei, la sua bocca, le sue mani, la sua lingua e il suo amore, non per l'incubo di quella notte. Passò poi al membro, che massaggiò in tutta la lunghezza facendolo scivolare in entrambe le mani. Chiusi gli occhi per un secondo quando il bagnato della sua lingua mi avvolse completamente e dovetti aderire alla parete con la schiena per non perdere l'equilibrio quando me lo prese in bocca del tutto. Non riusciva a prenderlo nella sua interezza ma non era necessario per farmelo piacere, adoravo i suoi movimenti con i fianchi e con la bocca perché era lei.
<<Non sei obbligata a farlo>> dissi per niente convincente a causa del respiro ansimante.
T:<<Stai pensando ad altro?>> mi ricoprì con un fiotto di saliva che mi fece sussultare per la visione erotica che avevo appena visto.
Quanto era sexy.
Come avrei potuto pensare ad altro?
<<Ho occhi e mente solo per te Tulip>> le passai una mano sulla guancia e come ogni volta si focalizzò sulla mia carezza. Amavo vedere la sua reazione al contatto con me, soprattutto considerata la sua avversione per l'approccio fisico, mi faceva sentire speciale in qualche modo. La sua espressione parlava da sè, ora si sentiva più tranquilla e come lei anche io. La pallina del piercing alla lingua mi fece venire i brividi quando passò lentamente sul glande e in risposta le misi una mano sulla testa, che intrecciò con la sua andando avanti. Quel gesto conferì al nostro rapporto un significato tutt'altro che carnale ma dolce e passionale, amorevole. Prese velocità e i suoi occhi si fecero più lucidi per lo sforzo, si stava sforzando per me e per compiacermi, non potevo essere più grato per le attenzioni che mi stava conferendo.
T:<<Va bene?>> disse in un tono che poche volte avevo udito uscire dalla sua gola. Mi stupì di come si domandasse certe cose, i miei gemiti rimbombavano ovunque ed ero convinto avesse avuto già esperienze di quel tipo.
<<Sì, non ti fermare, ti prego>> implorai.
La voglia di un pompino venne sostituita dalla voglia di averla, la sua vulnerabilità mi avrebbe acceso in qualsiasi circostanza.
Adoravo il suo carattere, l'irruenza con cui si imponeva su di me e come mi ripeteva fosse lei a decidere, ma chiedere e preoccuparsi mi piacesse mi mandava su tutt'altro livello. Per questo tra un gemito e l'altro mi lasciai sfuggire svariati
<<Sono tuo.>> volevo ricordarglielo.
Il mio limite si fece vicino e un calore sulla schiena mi avvisò, i testicoli iniziarono a contrarsi e l'erezione farsi più dura. Dovevo venire, adesso, e il volto di Tulip non fu altro che un incentivo a concludere nella bocca della ragazza di cui ero innamorato.
Perché sì, ne ero innamorato e probabilmente più di questo.
La sua reazione al mio incubo si dimostrò solo un ulteriore motivazione a farmela amare.
<<Sto-sto per venire>> mi tremarono le gambe e reclinai la testa all'indietro sentendo il freddo della parete per trovarci un appoggio stabile. Se non mi fossi retto a qualcosa avrei potuto perdere l'equilibrio.
T:<<Guardami>> aveva il viso bagnato, il corpo nudo sotto di me e le mani che continuavano a scorrere dall'alto verso il basso e viceversa. Era ai miei piedi, pur non essendo in ginocchio, ma di fatto era sempre lei ad avere il dominio su di me. Decideva lei indipendentemente dalla posizione in cui si trovava, facendomi fremere ad ogni suo tocco. Una scarica elettrica si diffuse ovunque dentro di me perciò mi presi l'erezione in mano facilitando le ultime spinte e venni nella sua bocca, calda e umida, lasciandomi andare a versi animaleschi di sfogo.
La testa diventò leggera in un attimo, la mano tra i suoi capelli strinse di più e l'altra prese a tremare.
Si leccò le labbra e ingoiò il desiderio che avevo riposto nella sua gola. Fu inebriante la sensazione di pompare tra le sue labbra, sulla sua lingua e ricadere ai lati lungo la sua mascella. Sembrò come la prima volta che ricevetti del sesso orale o almeno come quello che avevo sempre desiderato avere. Ancora scosso mi tirò verso di sè quando si alzò in piedi per baciarmi, la nostra saliva si mischiò al mio sapore ricordandomi di ciò che mi aveva appena concesso. La abbracciai sotto l'acqua che scorreva senza freni e mi sentii appagato come non mai, non sporco come dopo i miei incubi, e solo grazie a lei.
Ci ributtammo sotto le coperte e mi avvinghiai ai suoi fianchi, facendole aderire la schiena al mio petto
T:<<Sei l'unico a cui abbia mai praticato sesso orale...>> sospirò in un momento di silenzio <<...consensualmente>>
Un brivido mi pizzicò la punta delle orecchie e una terribile angoscia destabilizzò il mio umore. L'idea che qualcuno le avesse fatto del male mi era già passata per la mente, ma quelle piccole rivelazioni che si lasciava dietro di tanto in tanto accrescevano il senso di protezione che nutrivo nei suoi confronti.
<<Come ti senti?>> le baciai la spalla destra e mi sollevai per guardarla meglio
T:<<Bene, sei l'unico in molte cose>> le spostai il viso verso di me e un'emozione potente come un pugno nello stomaco mi spinse a dirle
<<Io...io ti...>>
Ti amo.
Avrei voluto dirglielo per la prima volta nella mia vita, le sentivo battere forti le sensazioni di calore che non avevo mai provato fino ad adesso.
Tuttavia le parole non mi uscirono, la bocca secca e il rumore del battito del mio cuore nelle orecchie mi mandarono nel pallone più totale.
T:<<Quando saremo pronti, non ti sforzare>> con la mano tremante mi accarezzò una guancia trasmettendomi sicurezza e indulgenza. La amavo e ora lo sapevo, ogni istante che passavo con lei lo sapevo e un giorno glielo avrei detto, urlato, scritto.
Ci addormentammo l'uno nelle braccia dell'altro e l'indomani ci preparammo per andare all'università, fare colazione insieme e affrontare un nuovo giorno mano nella mano. Non aveva più paura delle mie carezze e io non avevo mai commesso l'errore di oggettificarla togliendole valore, come mi era capitato in passato con altre donne. Ero migliorato con gli anni ma era lei a rendermi l'uomo che potevo vantarmi di essere, mi accettava e non l'avrei mai abbandonata per un'altra. I suoi amici ci guardarono increduli alla visione di un contatto così ravvicinato e i miei fecero altrettanto.
T:<<Concentrati sulle lezioni, mi raccomando>> mi stampò un bacio sulle labbra e sistemò il cappuccio della mia felpa. Adoravo come si prendeva cura di me in ogni situazione, con affetto e con durezza quando serviva. La salutai e mentre mi avvicinavo ai miei amici, si girò lanciando un'occhiata a Cassie e a me, per poi indicarsi gli occhi e di nuovo me e quest'ultima. Sorrisi e annuii comprendendo a pieno il suo avviso di proprietà quasi stampatomi in fronte.
Era normale il fatto che mi estasiasse la sua autorità?
Aveva un fisico pazzesco ma ciò che amavo era il suo carattere prepotente e sicuro, se non lo avesse avuto non sarebbe riuscita a mantenere la mia attenzione solo su di lei senza farmi perdere interesse.
L:<<E quello?>> Luke se ne stava davanti a me, indossava un paio di jeans chiari e una felpa blu, e con aria interrogativa fissava il mio anello.
Jo:<<Il nostro amichetto qui è stato accalappiato>> disse John divertito e si beccò una spinta da Rose che probabilmente aveva intuito il mio disagio. Non mi piaceva parlare del mio privato, ne ero geloso e timoroso allo stesso tempo.
C:<<È chiaro lo abbia comprato per sfizio personale>> si intromise Cassie, indossava un vestito corto con dei fiori, abbastanza inappropriato per l'università.
<<È un regalo e ora basta con questo terzo grado>> mi innervosii leggermente e Luke mi venne in salvo cambiando discorso
L:<<Quindi, la prossima festa?>> entusiasta prese le redini della situazione e con uno sguardo complice lo ringraziai per l'intervento.
R:<<Ho sentito che i Tris danno un'altra festa questo sabato>>
<<I Tris?>>
C:<<È come chiamano gli amici della rossa, sono tre e vanno matti per i giochetti a tre>> feci una smorfia infastidito dal nomignolo superficiale con cui aveva appena chiamato Tulip e distolse lo sguardo dal mio, scrollandosi le spalle per la tensione.
Jo:<<Dite che ci saranno delle fighe assurde? Conoscendo i soggetti>> si sfregò le mani con un sorriso malizioso, anche a me piaceva il sesso ma da single non ero mai andato a caccia in quel modo.
L:<<Non riusciresti a fare colpo nemmeno se te la sbattessero in faccia>> iniziammo a ridere tutti insieme e la tensione si sciolse completamente.
Le lezioni passarono velocemente e mentre aspettavo Tulip nel parcheggio decisi di telefonare la palestra per avvisare che domani sarei andato a fare un allenamento di prova. Avevo già mezzo intuito le loro intenzioni di farmi gareggiare come facevo prima di trasferirmi, ma dovevo pensarci.
Avrei avuto tempo? Sarei riuscito a permettermelo?
D'altro canto sapevo che se avessi iniziato a gareggiare, avrei potuto lasciare il lavoro alla caffetteria e focalizzarmi sulla boxe a tempo pieno. Ero bravo ma puntare tutto su quello sarebbe stato riprendere i sacrifici, gli allenamenti estenuanti e la dieta ferrea, insomma le classiche attività di un'atleta professionista. L'idea mi entusiasmava da una parte perché sarei tornato a fare ciò che amavo ma dall'altra avrei rischiato di sperare di arrivare a livelli che probabilmente non avrei mai raggiunto, avevo paura di aumentare la fiducia in me stesso e starci male se non fosse andata bene, perciò mi promisi di vedere piano piano come sarebbero andate le cose senza troppe paranoie.
Una leggera presa al sedere mi fece tornare con la mente alla realtà
T:<<Mi aspetti da molto?>> il sorriso di Tulip contagiò il mio e i pensieri negativi sfumarono.
<<Non da molto>> dissi tirandola verso di me da dietro la nuca, avevo voglia di baciarla e così feci. Delicatamente posai le labbra sulle sue cogliendola di sorpresa, non ero solito a prendere l'iniziativa ma quando lo facevo, ne avevo bisogno. Mi leccò la bocca connettendo le sue iridi verdi alle mie e un brivido intenso mi fece pulsare ogni fibra del corpo. Si passò un dito sul labbro inferiore raccogliendo un po' della nostra saliva e mi guardò divertita, probabilmente accorgendosi dell'effetto che aveva su di me.
T:<<Hai da fare dopo il lavoro?>>
<<No, avevi in mente qualcosa?>>
T:<<Devo andare alla clinica>> con un filo di voce percepii il suo disagio
<<Vuoi che venga con te?>> tirò fuori una sigaretta dal giubbotto e la accese, era nervosa e non mi avrebbe detto un'altra volta di venire con lei. Non le era complicato parlare di un futuro, un'eventualità nel fare qualcosa ma raramente chiedeva esplicitamente.
<<Va bene>> mi avvicinai e facendomi largo tra il fumo denso le stampai un bacio sulla fronte.
Avrei fatto questo e molto altro, ormai ne ero certo.
Mi accompagnò a lavoro, come quasi ogni giorno e tra un discorso e l'altro
<<Mi hanno detto che i tuoi amici organizzano una festa sabato>> nel parcheggio davanti alla caffetteria, ammiravo il palazzo che la conteneva e ancora stentavo a credere di essere a Manhattan e non più in California, erano cambiate così tante cose.
T:<<Sì, l'ho saputo oggi ma non siamo obbligati ad andare>>
<<Credevo avresti voluto andarci>>
T:<<È che non sono certa sia una buona idea, ora siamo... insomma>> unì le mani come per indicare una coppia ma senza dirlo.
Se aveva questa difficoltà a dirlo a me, lo avrebbe mai detto ai suoi amici?
<<Anche ai tuoi amici dici che siamo quella roba strana che hai appena mimato o semplicemente mi definisci come il tuo giochino momentaneo?>> mi infastidii, non tanto per la fatica con cui si esprimeva visto che non era un problema, ma per il pensiero che ai suoi amici io risultassi un giocattolo momentaneo soprattutto per Axel. Detestavo il suo migliore amico e tra di noi c'era una rivalità palpabile, molto più che con Tyler. Lui la conosceva bene, era presente nella sua vita e svariate volte aveva insinuato un ritorno di Tulip tra le sue braccia.
T:<<Stai scherzando, spero>> una smorfia incredulà le invase il volto e con un colpo preciso spense la radio che stava riproducendo "Is there someone else" di The Weeknd.
<<Scommetto che Axel non sa che stiamo insieme>> sospirai
T:<<Jay, non farmi incazzare>>
<<Posso anche entrare prima se ti infastidisco così tanto>> feci per aprire la portiera ma la chiuse premendo un tasto dalla sua parte.
T:<<Non ho intenzione di farti uscire arrabbiato con me per un motivo che non ho capito>>
<<Se non riesci a dire a me che siamo una coppia mi chiedo se tu non riesca a dirlo nemmeno ai tuoi amici, soprattutto ad Axel che freme dalla voglia di scoparti>> tutto d'un fiato buttai fuori la mia insicurezza.
T:<<Io non mi faccio scopare, con chi credi di parlare?>> si passò una mano sul viso per alleviare la tensione e la osservai meglio. Mi sbloccò la portiera e aspettò una mia risposta che però non arrivò, i litigi non mi piacevano e ogni volta tendevo a scappare. Aprii la portiera ma la presa di Tulip sul mio braccio mi fece tornare seduto
T:<<Vuoi che dica a tutti che stiamo insieme? Lo farò se è questo il problema ma non insinuare che mi faccia scopare con la stessa facilità con cui mi cambio le mutande>> il suo respiro diventò affannoso e lo sguardo cupo.
<<Vorrei non fosse così difficile per te dire ciò che siamo, soprattutto a qualcuno che aspetta che me ne vada>>
T:<<Tu lo hai detto ai tuoi amici?>> restai in silenzio, di fatto non lo avevo detto ma ero certo lo avessero capito.
T:<<Come cazzo pretendi che io mi sforzi se tu nemmeno lo dici a una a cui hai messo le mani addosso?>> rise sbeffeggiandomi e facendo riferimento a Cassie.
<<Non ti tradirei e questo lo sai>>
T:<<Potrei dire lo stesso, Jay>>
<<Allora andiamo e mostrami che tra te e Axel non c'è nulla, non mi fido di lui>> fece scorrere la mano sulla mia e la portò alla guancia facendo un respiro profondo.
T:<<Non hai proprio idea di ciò che provo eh?>> sorrise e scosse la testa.
Mi rilassai e lasciai andare al sedile, morbido e fresco. La baciai, reclamando le sue attenzioni e rassicurazioni. La sua lingua si insinuò nella mia bocca e toccò la mia, umida e calda la mia voglia di lei tornò a farsi sentire. Mi sfuggì un gemito quando mi passò le mani tra i capelli per attirarmi maggiormente a sè, di lì a poco l'impulso di strapparmi i vestiti sarebbe stato così assordante da diventare incontrollabile. Le morsi il labbro inferiore facendola ansimare e in quel momento la mia erezione spinse talmente tanto contro i jeans da farmi male. Ci fermammo entrambi, a pochi centimentri di distanza, a guardarci intensamente.
Bramavamo i nostri corpi ma sempre più frequentemente ciò che ci faceva scattare era l'intimità emotiva.
<<Dovrei andare>> dissi ansimante
T:<<Si?>> sussurrò con tono sensuale
Cazzo, stavo perdendo la testa.
<<Non parlarmi così, ti prego>> ero ironico ma esasperato al tempo stesso e se mi avesse parlato ancora in quella maniera mi sarei dovuto come minimo masturbare.
T:<<Sei tu quello che voglio>> usò ancora quel tono da sirena e sussultai.

Fu un impresa concentrarmi sul lavoro e non scalpitare all'idea del corpo di Tulip, mi ero arrabbiato con lei a causa della mia gelosia ma ero felice avesse capito il mio punto di vista.
Chissà come sarebbe andata la festa di sabato, ero curioso visto che prendevano sempre una piega tremenda.

Burning Snow 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora