10.Tulip

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Era giunto il momento di andare verso il posto di lavoro di Jay, perciò feci il prima possibile e parcheggiai di fronte. Uscii dalla macchina e appoggiata alla portiera del passeggero mi accesi una sigaretta.
Dopo circa dieci minuti lo vidi in tutta la sua bellezza
J:<<Mi hai aspettato molto?>> disse tirandomi su il mento con due dita e accarezzandomi la guancia.
<<Sono arrivata da poco, andiamo?>> percepii gli occhi di un paio di sue colleghe addosso e quando mi girai per accertarmi della cosa incrociai il loro sguardo, a cui per risposta, feci l'occhiolino. Non mi dispiaceva ricordare di tanto in tanto le mie proprietà, perciò non mi infastidì particolarmente.

Arrivammo alla porta d'ingresso della casa di Jay, entrammo e sistemai il mio borsone vicino al divano.
J:<<Devo farmi una doccia, vuoi qualcosa da mangiare in particolare per stasera?>> si tolse la felpa e la maglietta sottostante si alzò tanto da farmi vedere l'addome delineato.
Voglio te.
Mi leccai le labbrai e cercai di ricompormi
<<Ho già pensato a tutto io, tu fai quello che devi fare>> gli abbassai la maglietta e quando si diresse verso il bagno notai la porta semi aperta. Mi avvicinai e dallo specchio riuscii a vedere il suo spogliarello: si sfilò la cintura con un movimento deciso, per poi passare ai pantaloni e alla maglietta. Era uno spettacolo, le spalle larghe e il petto gonfio ma proporzionato.
Osservai ogni movimento fino a quando non toccò l'elastico dei suoi boxer neri con i pollici e mi resi conto dei suoi spostamenti farsi più lenti come se mi stesse corteggiando. Feci scorrere gli occhi fino al suo viso e lì mi accorsi che mi stava guardando.
Mi sentii avvampare e in risposta ricevetti un sorriso da parte sua, che però, non mi tranquillizzò affatto.
Anzi, mi fece sentire terribilmente eccitata.
Tanto che mossi vari passi verso il bagno finendo appoggiata allo stipite della porta, volevo vedere di più e volevo che sapesse che lo stavo guardando.
J:<<Devi farti la doccia?>> mi squadrò dall'alto al basso con attenzione.
<<No, però posso guardare te che la fai>> dissi maliziosamente.
Mi morsi il labbro inferiore e rapidamente accese l'acqua della doccia. Si stava per sfilare i boxer dandomi la schiena quando
<<Sfilateli mentre mi guardi>> aggiunsi con tono calmo ma deciso.
Si voltò, guardandomi mentre l'erezione evidente stava per uscire dall'intimo ormai inutile che indossava e feci cenno di proseguire. Sospirò e con la mani tremolanti se li tolse lentamente.
Le mie supposizioni erano corrette:
Aveva un bel cazzo.
Proporzionato, grosso e lucido sulla punta.
A braccia incrociate, tamburellai con le dita della mano destra contro il braccio ed esaminai ogni sfaccettatura del suo corpo: dalla mascella contratta, al neo sulla clavicola e sull'inguine. Lo seguii ancora con lo sguardo, l'acqua scivolava sul suo corpo rendendolo delizioso alla vista. Appoggiato con la schiena alla parete in marmo, lo avevo davanti in tutta la sua imponenza. La schiuma del bagnoschiuma attraverso la sua mano si faceva strada sulla pelle scorrendo in modo esperto, mentre l'acqua percorreva ogni curva. I capelli bagnati gli contornavano il volto, il solco a V era talmente evidente da sembrare invitasse a visitare ciò che stava non appena più sotto.
Si stava mostrando per me, esclusivamente per me.
Si sciacquò, levandosi gli ultimi rimasugli di schiuma dal petto, chiuse l'acqua e quando uscì, varcai la soglia del bagno dirigendomi verso di lui con un asciugamano.
J:<<Grazie>> disse distogliendo lo sguardo.
Il vapore mi bagnava leggermente la pelle scoperta e gocce d'acqua scesero dalle punte dei suoi capelli fino a toccargli le clavicole.
<<Fai in fretta Signor imbarazzo facile, ti aspetto sul divano>>

Mi diressi verso la porta d'ingresso che aprii per far entrare vari camerieri, avevo ordinato la cena e con tutto ciò che avevo scelto. Sistemarono il tavolino davanti al divano come se fosse un tavolo di un ristorante elegante, una tovaglia argentata e delle candele. Al di sopra vari piatti e una bottiglia di vino bianco. Ringraziai e liquidai i camerieri frettolosamente, mi misi seduta sul divano e lo aspettai.
Immersa nei miei pensieri il profumo di vaniglia del bagnoschiuma di Jay mi fece direzionare l'attenzione su di lui, che se ne stava in piedi davanti al tavolino. Indossava una felpa nera e un paio di jeans scuri.
J:<<Hai fatto tutto da sola?>> disse ammirando la moltitudine di dettagli curati e cibo.
<<Non svelo i miei segreti così, siediti pure qui>> indicai il posto sul divano accanto a me e si mise seduto. Iniziammo a mangiare e tra un boccone e l'altro
J:<<Sono davvero contento che tu sia qui e che ci siamo chiariti>> l'atmosfera era romantica, le candele e la luce soffusa mi fecero sentire al quanto vulnerabile per qualche strano motivo e mi innervosii.
<<Non ti facevo così sdolcinato>>
J:<<Mi piace molto il sushi>> cercò di cambiare discorso.
<<Lo so, ho visto delle bacchette in cucina l'ultima volta che sono venuta qui>>
J:<<Quindi ora sei anche una detective?>> mi posò una mano sulla coscia e sorrise
<<Faccio solo caso ai dettagli>> ricambiai.
Dopo aver finito la cena liberammo il tavolino e mi diressi verso il lavandino per lavarmi velocemente le mani, quando Jay mi sorprese da dietro. Si avvicinò premendo il corpo contro il mio e scostandomi i capelli mi sussurrò
J:<<Grazie davvero, Tulip. Non dovevi fare tutto questo>> mi girai per poi prendergli il viso tra le mani.
La schiena mi diventava ardente ogni volta che qualcuno la toccava.
<<Mi andava semplicemente di farlo>> lo tirai verso di me e lo baciai sulle labbra, un bacio che diventò sempre più passionale. Le nostre lingue si accarezzarono precise e vogliose, proprio come noi. Percepivo i nostri corpi scalpitanti, le nostre mani vagare in cerca di altra pelle da toccare ed esplorare. Alzai la gamba sinistra e direzionai la sua mano sulla mia coscia, volevo che mi toccasse e così fece. Gli tolsi la felpa e iniziò a premere maggiormente contro di me facendomi sentire la sua erezione e proseguendo il suo tocco fino al mio fianco e al culo, che strinse dolcemente ma con decisione allo stesso tempo.
<<Mi vuoi?>> chiesi sfiorandogli le labbra
J:<<Sì>>
<<Allora seguimi, ho in mente due o tre cose>> mi diressi verso la camera da letto, dove trovai una poltrona in un angolo della stanza, che presi e posizionai davanti al letto dalle lenzuola blu scuro.
<<Siediti qui e chiudi gli occhi>> rigido fece come gli avevo detto e mi precipitai al mio borsone, da cui presi della corda e dei sex toys.
Volevo tastare il terreno con delle cose soft che in realtà erano anni luce dal mio concetto di BDSM, ma andavano bene per iniziare.
Una volta tornata in camera adagiai tutto sul letto tranne la corda che tenni tra le mani mentre mi dirigevo verso Jay
<<Se qualcosa non ti piace me lo devi dire, scegli una parola o un gesto qualsiasi e io saprò che devo fermarmi. Non dovrebbe servirti per così poco ma preferisco essere sicura>> la mascella gli si contrasse ma aveva ancora gli occhi chiusi come gli avevo ordinato
J:<<Drago, come il tatuaggio sulla tua schiena>> gli accarezzai la guancia e avvicinandomi al suo orecchio gli sussurrai
<<Ora fai il bravo ragazzo per me e inginocchiati, puoi aprire gli occhi>> fece così e me lo ritrovai inerme ai miei piedi, mi sentii così potente ed euforica che non riuscii a trattenere un sorriso di soddisfazione.
<<Sei fortunato che mi sento buona stasera altrimenti ho ancora il dubbio di come potrebbe essere la tua espressione di dolore>> mi misi dietro di lui e dopo avergli tolto anche la maglia, gli presi le braccia e con la corda gli feci una semplice manetta. Il bondage mi piaceva, ma non potevo certo spingermi troppo oltre subito. Una volta finito gli stampai un bacio sulla spalla e sulla guancia
<<Ora alzati in piedi>> una volta in quella posizione strattonai la corda provocandogli un leggero lamento e una volta davanti a lui, gli tolsi la cintura e i pantaloni gettandoli a terra.
<<Siediti sulla poltrona e non ti muovere fino a quando non te lo dirò io>> gli presi il viso con una mano stringendolo e dandogli un leggero schiaffo sulla guancia <<E se ti vedo distogliere lo sguardo ci sarà una punizione per te>>. Lo accompagnai sulla poltrona e una volta seduto inspirai sbottonandomi la camicia a quadri che indossavo. La lasciai cadere a terra insieme alla cintura, mentre il reggiseno lo lasciai sulla sua spalla. Mi ritrovai con indosso solo delle mutandine blu di pizzo e dando una rapida occhiata ai sex toys che avevo lasciato sul letto, ne presi uno mentre mi misi comoda. Ero davanti a lui, semi sdraiata e con le gambe aperte
<<Ti piace ciò che vedi?>> era completamente in silenzio, intento a scrutare ogni particolare sulla mia pelle nuda.
J:<<Non sai quanto>>
<<Allora è il caso di farti vedere meglio>> mi avvicinai abbastanza da riuscire ad appoggiare i piedi sulle sue ginocchia e lentamente mi tolsi anche le mutandine, un lembo alla volta.
J:<<Mio Dio, Tulip...>> depositai del lubrificante sull'oggetto che tenevo in mano e prima di cominciare, infilai nella bocca di Jay una parte delle mie mutandine. Iniziai a darmi piacere, immaginandomi lui e il suo cazzo dentro di me.
La visione impotente di un uomo al mio volere mi mandava in estasi, la visione di lui inerme mi faceva scalpitare.
Continuai fino a venire, ansimando e chiamandolo incessantemente. Lo volevo lì con me ma ero io al comando, a decidere quando e come. Ansimava anche lui e respirava affannosamente pur non toccandomi.
<<A cosa stai pensando?>> chiesi sfregando sulla mia entrata il sex toy.
J:<<Mi piacerebbe leccarti>> si morse forte le mutandine che gli avevo infilato in bocca e appoggiò la nuca all'indietro sulla poltrona. Solo poche volte mi era capitato di ricevere preliminari, lo vedevo un gesto particolarmente intimo e non lo concedevo a tutti, eppure con Jay mi sentivo a mio agio.
<<Mostrami quanto mi vuoi>> gli feci segno di inginocchiarsi e mi aprii ancora di più, posando i piedi sulle sue spalle e togliendo ciò che aveva in bocca.
Mi guardò aspettando la mia approvazione e quando la ebbe iniziò a leccarmi. Lenti movimenti della lingua passarono dalla mia apertura al clitoride, a cui riservò un trattamento speciale. Era abile, tanto da farmi tremare le gambe ogni volta che toccava il punto giusto con il ritmo adatto. Presi i suoi capelli in una mano spingendo il bacino contro la sua bocca e continuò incessantemente, fino a quando vennì ancora. Un orgasmo forte e deciso mi attraversò il corpo come una scarica elettrica, lasciandomi intontita ma con il desiderio di qualcosa di più.
J:<<Adoro il tuo sapore>> disse guardandomi e leccandosi le labbra. Mi alzai in piedi ancora stordita e gli liberai i polsi.
<<Sono così bagnata che potresti scivolarmi dentro senza problemi>> alzandosi mi baciò con foga e con una mano gli accarezzai il membro
J:<<Sì?>> gemette al mio solo tocco. Presi dal momento ci lasciammo andare sul materasso, che si trovava sotto la sua schiena.
<<Ora ti mostrerò io quanto ti voglio>> mi misi sopra di lui e gli tolsi i boxer gettandoli da qualche parte nella stanza.
Gli presi l'erezione tra le mani, cercando di avvolgere tutta la sua grandezza ma non ci riuscii completamente. Lo percorsi con movimenti intensi e precisi, cercando di trasmettergli il desiderio che provavo in quel momento.
Lo volevo e glielo avrei fatto capire in ogni movimento.
Lo bagnai della mia saliva, facendolo gemere e implorare
J:<<Fammi entrare dentro di te>> mi sollevai, ricercando le sue labbra, che poco dopo abbandonò per avvolgermi il seno con la bocca. Mi succhiò i capezzoli, facendoli diventare duri e frementi di piacere <<Ti prego, Tulip>> continuò.
<<Come sei impaziente>> gli accarezzai il collo con la punta della lingua e velocemente presi un preservativo dal comodino, che aprii con i denti, per poi infilarglielo.
Mi posizionai meglio sopra di lui, pronta per accoglierlo e piano piano cercai di farlo insinuare completamente dentro di me.
J:<<Sei così stretta, Tulip>> si lamentò
<<Sei tu che sei troppo grosso>> ed era vero, non mi era mai capitato di arrivare al dunque con un ragazzo di tali dimensioni ed era passato diverso tempo dall'ultima volta.
Eravamo sudati, eccitati e uniti l'uno all'altra.
Nascosi il viso sulla sua spalla e mi feci aiutare per percorrere ogni centimentro del suo membro, che quando ottenni mi provocò un misto di piacere e dolore. Iniziai a muovermi lentamente, in modo da abituarmi a quella dimensione e quando trovai un ritmo continuai più forte. Volevo mi facesse più male per ricordarmi quanto fossi sporca ma non ci riuscii. Quando incrociavo il suo sguardo mi sentivo pulita e ciò mi fece sentire disarmata e nelle sue mani, una cosa che odiavo. Gli tirai uno schiaffo su una guancia e ansimando gli dissi
<<Chiamami, voglio solo il mio nome nella tua bocca>> sussurrai e non trattenne più i suoi rumori di piacere, mi chiamò e serrò tra i denti sibili di lussuria e dolore.
J:<<Fammi quello che vuoi>> rallentai e gli presi il collo, glielo strinsi in una presa che mi fece scendere ancora di più su di lui sentendolo fino allo stomaco. Le vene della sua gola pulsavano sotto le mie dita e il suo respiro caldo mi accarezzò il viso. Lo lasciai poco dopo, non volendo esagerare e gli misi una mano sulla bocca.
<<Ansima contro la mia cazzo di mano>> mi stava facendo perdere il controllo insieme ai paletti che mi ero prefissata per non farlo spaventare. Sentii dei brividi lungo tutta la schiena mentre Jay ansimava contro il palmo della mia mano destra.
Volevo di più, volevo dominarlo ancora e ancora. Fino a perdere la testa.
Mi inarcai reclinando la testa all'indietro, sentendo i capezzoli duri e le sue mani su di essi.
<<Ti sento tutto>> dissi sussurandogli a un orecchio e leccandogli una guancia.
Tolsi la mano dalla sua bocca e sentii il suo respiro affannoso e sempre più corto. Lo guardai nei suoi occhi grigi e lo incitai a muoversi, cosa che fece senza la minima esitazione.

Mi baciò con passione e iniziò una corsa verso l'orgasmo, quello che sentivo anche io arrivare caldo dalla schiena e formicolante sulla punta delle mani.
J:<<Smetterò quando ti farò venire>> mi disse quasi supplicando.
<<Credo di esserci quasi>> continuò senza fermarsi, toccando ogni parte di me e facendomi incendiare.
Mi abbandonai ad un potente orgasmo che mi travolse tutta, e che poco dopo travolse anche lui.

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