25. Jay

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Finito l'orario di lavoro, trovai subito Tulip fuori dalla caffetteria ad aspettarmi. Affiancava la portiera dalla sua Audi R8 nera opaca con una sigaretta tra le labbra, indossava un paio di jeans neri e un dolcevita con sopra un chiodo di pelle. I ragazzi spesso si intimorivano davanti a una donna come lei, probabilmente perché non volevano sentirsi inferiori, mentre gli sguardi degli uomini più maturi erano svariati soprattutto da parte di quelli vestiti in giacca e cravatta. Avrei dovuto combattere con il fatto che fosse ricercata, voluta e bramata da chiunque la guardasse. Ero uscito con delle ragazze molto belle ma con una donna forte e attraente come lei, mai, di conseguenza il timore di perderla cresceva insieme ai miei sentimenti.
Mi avvicinai e le diedi un bacio sulla fronte, a causa del bisogno di contatto fisico e rassicurazioni avevo aumentato la frequenza nel prendere l'iniziativa. Tornammo a casa mia e dopo aver cenato, mi preparai per accompagnarla alla clinica. Non avevo idea di cosa avrei trovato una volta arrivato ma cercai comunque di stare tranquillo e fare bella figura.
Passò svariato tempo prima di arrivare davanti ad una casa bianca e avvolta quasi completamente dagli alberi. Non so per quale motivo ma quel luogo mi stimolò subito tranquillità, lontano dagli schiamazzi della città eppure così vicina ad essa. Ancora prima di uscire dalla macchina, Tulip stava già preparando il pacchetto di sigarette e imprecò sottovoce quando fece fatica ad aprirlo a causa del tremore alle mani.
<<Tulip>> le misi le mani sulle sue e i nostri sguardi si connessero, si calmò e respirò profondamente. Non doveva preoccuparsi, c'ero io con lei e non l'avrei giudicata.
T:<<Sì, lo so>> come se mi avesse letto nel pensiero capii le mie intenzioni e mi sorrise imbarazzata.
Entrammo e mi stupii quando mi resi conto che era una casa abitata, perché la chiamava clinica se era tutt'altro esteticamente?
Le pareti erano verde scuro e il pavimento in legno massiccio, c'erano molti quadri e libri in giro senza un ordine preciso.
T:<<Siediti pure qui, arrivo subito>> mi misi seduto su una poltrona di pelle marrone, in quello che mi sembrava un salotto, e seguii la sua figura allontanarsi per andare in un'altra stanza. Passarono vari minuti e in quel frangente riuscii ad osservare ancora meglio il luogo dove mi trovavo: era accogliente con un pizzico di stile retrò, il contrario di ciò che mi aspettavo. Tulip mi fece cenno di raggiungerla perciò mi alzai, abbassandomi la felpa per metterla in ordine. Ci incamminammo per andare al piano superiore, salendo una scala in legno leggermente a chiocciola e dopo aver attraversato un corridoio arrivammo a quella che immaginai fosse la stanza per la seduta.
B:<<Buongiorno!>> una voce bassa attirò la mia attenzione. Era un uomo alto e sulla quarantina, indossava un paio di pantaloni cargo color crema e un pullover verde che si intonava al resto della casa.
T:<<Ciao, Doc>>
<<Buongiorno, piacere di conoscerla>> mi avvicinai verso l'uomo e gli porsi la mano, che strinse senza esitazione.
B:<<È un piacere, Jay. Dammi pure del tu e chiamami Ben, senza problemi>>
Conosceva il mio nome?
Tulip aveva per caso parlato di me con lui?
Sorrisi e mi misi seduto con lei su un divanetto in pelle marrone, mentre Ben su una poltrona davanti a noi. Fu in quel momento che feci caso all'arredamento: confusionale e pieno zeppo di libri e piante.
B:<<Se non è un problema vorrei conoscere un po' di più Jay>> mi sentii nervoso, forse sorpreso dalla sua richiesta.
<<Cosa vuole sapere?>> lo psicoterapeuta prese gli occhiali dalla montatura sottile e argentata e li indossò
B:<<Come dico sempre anche a Tulip, il punto non è mai "cosa voglio sapere io" ma "ciò che tu vuoi farmi sapere">>
<<Ho 25 anni, frequento il corso di lettere all'università e vengo dalla California. Mi sono trasferito da poco in realtà e ci siamo conosciuti al corso extra di psicologia>>
B:<<Come mai ti sei trasferito?>> la presa del mio fiore si fece salda alla mia coscia per rassicurarmi e lui se ne accorse perché guardò subito la sua espressione.
<<Non mi va di parlarne, scusi>>
B:<<Nessun problema. Tulip, ti ho vista poco ultimamente>> feci un respiro profondo, sciogliendo la tensione e ringraziando si stesse focalizzando su qualcun altro
T:<<Lo so>> la sua voce secca mi spinse a guardarla. Era diversa, composta e sulla difensiva.
B:<<L'ultima volta ci siamo fermati agli incubi, li hai ancora?>>
T:<<Non farmi una domanda di cui conosci già la risposta>> fece una smorfia infastidita ma non ne compresi il motivo
Quali incubi? Come i miei, forse?
B:<<Ottima osservazione>> sorrise scuotendo la testa e continuò <<State insieme? Siete amici?>>
T:<<Insieme>> deglutì <<Stiamo insieme>>
Fu la prima volta che pronunciò quelle parole e seppur con fatica, ne fui contento.
B:<<Non so quanto tu sia al corrente del suo percorso, Jay, perciò le mie domande potrebbero sembrare confusionali tra di loro ma non preoccuparti>> fece una pausa <<Per quale motivo credi di essere qui?>>
<<Credo sia per valutare se si può fidare di me o meno>> non ci pensai e le parole mi uscirono senza controllarle
B:<<E perché avrebbe questo dubbio?>>
T:<<Io non ho dubbi>> si intromise
<<La nostra relazione è affiatata e forse ciò che ho vissuto è stato motivo di sfiducia>> percepii lo sguardo caldo di Tulip sulla guancia e sul resto del corpo
Perché ne stavo parlando così liberamente?
B:<<Non potrebbe pensarla anche lei in questo modo, secondo te?>> alzai lo sguardo
<<Sì ma no, con quello che ho passato non potrei mai giudicarla>> le misi la mano sopra alla sua e la strinsi
B:<<Avvertire l'esigenza di esporsi in così breve tempo mi fa intuire che la vostra relazione sia movimentata>>
T:<<Sì, facciamo parecchio sesso>> quella sfacciataggine mi fece voltare nella sua direzione, non per l'imbarazzo ma per come l'avesse detto.
<<Tulip!>> sussurrai
T:<<Sarebbe stata quella la prossima domanda...>> disse con un tono più dolce, forse perché stava parlando con me <<...gli ho parlato del BDSM e abbiamo fatto qualcosa ma niente di pesante>>
B:<<Lo dici come se non fossi entusiasta, non ti soddisfa?>>
T:<<Sono contenta sia quando è BDSM sia quando è vanilla*, non lo voglio sforzare perciò è giusto che mi trattenga dati i miei gusti>>
Trattenersi?
Non avevo idea lo stesso facendo e per me soprattutto.
Non viveva spensierata la nostra relazione a causa mia? Mi sentii in colpa e il labbro inferiore mi tremò appena.
B:<<Perché ti sei imposta di trattenerti? Solitamente il tuo ragionamento è ben diverso da quel che ricordo>>
Sapevo avesse avuto altri partner ma non le avevo mai chiesto con quanti avesse praticato ciò che mi aveva accennato le piacesse fare.
Era il caso di propormi e sperimentare?
Le esperienze con lei mi erano piaciute e l'intenzione di provare qualcosa di nuovo c'era, ma non sapevo mai cosa chiedere senza sembrare inopportuno.
T:<<Sento il dovere di non spaventarlo e se per riuscirci mi devo trattenere allora lo farò per altro tempo>>
B:<<Mi hai parlato di vanilla, quindi immagino non abbiate un rapporto D/S* a tempo pieno>>
T:<<Con lui non lo voglio a tempo pieno>
Cos'era un rapporto D/S a tempo pieno?
E soprattutto, perché con me non lo voleva?
B:<<Interessante, è un grande passo>>
Le domande continuarono a frullare nella mia mente e mi venne spontanea una domanda
<<Conosci anche i suoi ex?>>
T:<<Quali ex?>> contro piede indirizzò la domanda diretta a me
<<Sai di chi sto parlando>>
Tyler e Axel, anche se quest'ultimo era "solo il suo migliore amico a cui metteva la lingua in gola".
Di fatto non ne conoscevo altri e preferivo non toccare quel tasto, mi bastavano già due uomini nella sua vita a darci problemi.
B:<<Hai rivisto Tyler?>> contrariato si rivolse a Tulip
T:<<Si è ripresentato poco dopo aver conosciuto Jay, mi voleva e bla bla bla ma io no, mi sembra chiaro. Oltretutto non è un mio ex>> tolse la mano dalla mia e prese le distanze
B:<<Cosa c'è che ti turba?>>
T:<<Abbiamo discusso anche poche ore fa per i miei "ex">> mimò le virgolette
<<La mia era una domanda, volevo sapere se fosse venuto anche qualcun altro qui come me>>
T:<<Credi porti dal mio strizzacervelli tutti quelli che ho scopato?>> disse in modo rude
B:<<Tulip, cerchiamo di non perdere il filo del discorso poss..>>
T:<<No, Doc. Lui sa di essere il primo in svariate cose: è il primo serio, a cui ho lasciato accarezzare la schiena, che mi ha visto piangere o mettermi quasi in ginocchio per il suo piacere. Perché l'impressione è che mi innamori con la stessa velocità di un pesce rosso?>> fece una pausa <<Lo pensi?>>.
Non risposi, soffermandomi sul suo viso: turbato e triste.
Ero davvero il primo in così tante cose?
T:<<Se hai il dubbio di essere il primo a fare qualcosa con me probabilmente è perché lo sei>>
B:<<Magari Jay vuole la certezza di essere la tua priorità anche sotto un punto di vista emotivo. Non tutti connettono la sfera fisica a quella emotiva facilmente>>
T:<<Nemmeno io la collego, con lui è diverso. Non decido di connetterla, succede e basta quando stiamo insieme>>
B:<<In ogni caso, per rispondere alla domanda di Jay. No, non ha mai portato nessuno e di Tyler ne abbiamo parlato solo perché è finita nei guai svariate volte a causa sua>>
T:<<Doc..>> sospirò <<crede sia una buona idea andare avanti?>> Ben appuntò qualcosa sul taccuino e rispose
B:<<Cosa stai cercando di dire?>>
T:<<Per una come me è il caso sperare in una moto nuova?>>
Moto? Di cosa stava parlando?
B:<<Una moto...?>>
T:<<Sì, insomma e se la rigassi senza accorgermene? Se finisse la benzina e non ci fossero distributori, cosa dovrei fare? Trovarne un'altra? Io non ne voglio un'altra eppure non so come guidarla senza avere l'ansia che me la possano rubare o che la rompa io stessa>> il discorso sembrò prendere una piega più malinconica, pensierosa e metaforica.
B:<<Non si può annullare il rischio completamente ma se non ci provi rimarrai con il dubbio se sia o meno la moto che hai sempre voluto. Inoltre, dovresti lasciare la possibilità anche ad essa di poterti scegliere e se lo farà sono certo che i tuoi dubbi se ne andranno>>
Non rispose e frugò nelle tasche dei jeans in cerca delle sigarette, tirandone fuori una e appoggiandola tra le labbra senza accenderla.
B:<<Jay, immagino tu conosca delle parti del passato di Tulip. Vorresti provare a ricostruirlo in base alla tua opinione?>> inspirai profondamente prima di aprire bocca pur non sapendo da dove iniziare.
<<Credo abbia subito qualcosa di grave, magari a livello fisico e tentato di fare ciò che ha fatto...>> si alzò e prese a girare per la stanza come se non mi ascoltasse, anche se sapevo lo stesse facendo <<...magari c'entra anche sua madre, come nel mio caso, non lo so...>> passai una mano tra i capelli e conclusi <<...Tulip, con quello che ti ho raccontato come potrei indignarmi? Non hai avuto un passato rose e fiori, e quindi? Nemmeno io l'ho avuto, ho gli incubi la notte e ho l'ansia che trovi qualcuno migliore di me.>> le sue iridi verdi incontrarono le mie pur essendo dall'altra parte della stanza e tutto intorno a noi si fermò: lo psicoterapeuta, il cinguettio degli uccelli, il fruscio degli alberi...
Eravamo solo io e lei.
T:<<Non mi fido di come potrei tornare a casa se non ci fosse più benzina>>

La seduta non continuò molto altro tempo ma tornai a casa rendendomi conto che si stava trattenendo e dovevo fare in modo che vivesse la nostra relazione senza il pensiero fisso di limitarsi.
T:<<Se non te la senti posso tornare a casa>> mi ero bloccato davanti allo specchio a ripensare alla giornata di oggi, avevo discusso con lei più volte e per un attimo il mio cervello si era preso una pausa.
<<Non vuoi restare?>> delle goccioline d'acqua mi scesero dai capelli ricordandomi di essere appena uscito dalla doccia.
T:<<Non sei molto presente, magari vuoi stare da solo>> il sorriso di circostanza mi fece capire il suo disagio, perciò le andai incontro reclamando un suo bacio. Non l'avevo ancora fatto da quando mi aveva portato a lavoro e la necessità di sentirla almeno un po' su di me diventò insopportabile da controllare.
T:<<Jay...>> ansimò, con il tono di voce che utilizzava quando era eccitata, e la spinsi contro la parete. Mi spostai sul suo collo, leccandolo e mordendolo piano.
<<Non voglio rovinare le cose, vorrei che non ti limitassi per me>> misi il desiderio da parte e la abbracciai, percependo molto più calore di quello che avrei percepito in qualunque altro modo.
T:<<Ti sto scegliendo ma non posso non pensare al casino che potrei fare da un momento all'altro>> mi prese il viso tra le mani e mi guardò negli occhi. Erano lucidi come se stesse per piangere ma non lo fece, pur avendo il labbro inferiore tremante.
T:<<Non riesco ad essere egoista con te>>
Le baciai una tempia e quando chiuse gli occhi per riflesso una lacrima le percorse una guancia. Non aveva una particolare espressione quando piangeva ma il dolore o la felicità che provava era evidente quando accadeva e io mi scioglievo ogni volta.
<<Se farai un casino ti aiuterò a sistemarlo e a fare benzina>>



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*Vanilla = attività sessuale tradizionale, a prescindere da coloro che la svolgono
*Relazione D\S = dinamica Dominante e Sottomesso/a

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