19. Tulip

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Mi svegliai nel cuore della notte mettendomi seduta sul letto, mi voltai e vidi Jay intento a dormire. Era bello anche quando dormiva, lo sguardo rilassato e le labbra gonfie. Ci eravamo addormentati nudi e il lenzuolo copriva solamente la sua intimità, mostrando la parte superiore. Cercai con lo sguardo la mia vestaglia, avevo bisogno di un bicchiere d'acqua e tranquillizzarmi da un probabile incubo che non ricordavo. Una presa sul bacino mi avvolse
J:<<Cosa stai facendo?>> con gli occhi semichiusi, Jay mi stava tirando a sè per tenermi a letto
<<Ho sete, vuoi qualcosa?>> dissi dandogli un bacio sulla fronte
J:<<No, fai in fretta>> mugolò ancora assonnato
Sorrisi nel percepire il suo bisogno di avermi accanto e per la prima volta mi sentii in pace con qualcuno, se avessi potuto l'avrei tenuto lì per sempre.
Io, lui e il mare erano le uniche cose di cui avevo bisogno.
Indossai la vestaglia e andai in cucina per prendere da bere, erano circa le quattro di mattina e la brezza fresca mi solleticava il viso. Uscii sul portico sul retro della casa, che affacciava sulla spiaggia privata, con in mano un bicchiere.
Stavo davvero facendo la scelta giusta?
Avevo parlato con il mio psicoterapeuta di Jay, se fosse giusto o meno il fatto che lo volessi nella mia vita ed inspiegabilmente avevo avuto la sua approvazione. Il mio percorso andava a gonfie vele, perciò il fatto di voler inserire qualcuno nella mia vita poteva essere il giusto imput per andare avanti a crescere senza inciampare. Tuttavia un mio coinvolgimento emotivo avrebbe potuto far vacillare il mio equilibrio attuale se non avessi gestito correttamente la relazione.
J:<<A cosa stai pensando?>> la sua voce mi fece venire i brividi lungo tutta la schiena e le sue braccia mi avvolsero i fianchi in un abbraccio
<<Cosa ci fai in piedi?>> mi voltai osservandolo da capo a piedi, il grigio dei suoi occhi quasi brillava e il piercing al labbro reclamava le mie labbra.
J:<<Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda>> il suo sorriso perfetto fece risaltare la fossetta sulla guancia sinistra e inspiegabilmente mi bagnai. Aveva la capacità di eccitarmi nel giro di pochi secondi, pur comportandosi normalmente. Incrementava in me l'istinto di farlo mio, dominarlo, averlo in qualsiasi situazione.
Non aveva idea dell'effetto che mi faceva, dentro di me non sentivo già più il controllo dei miei sentimenti pur cercando di fare di tutto per non lasciargli questo potere.
Tornammo a dormire ancora per qualche ora, accoccolati e l'uno tra le braccia dell'altro.
Quando aprii gli occhi il profumo di uova e pancetta mi fecero brontolare la pancia, ero rimasta sola a letto perciò pensai che Jay fosse già in cucina. Lo raggiunsi stiracchiandomi e riprendendomi da una nottata movimentata a causa dei miei incubi.
<<Buongiorno, angelo>>> l'immagine dell'uomo davanti a me senza maglietta e con indosso solo dei pantaloni sottili mi risvegliarono un orgoglio tutto femminile.
Lui era il mio angelo, colui che avrebbe potuto darmi ciò di cui avevo bisogno, lo sapevo, l'avevo sempre saputo dalla prima volta in cui incrociai il suo sguardo.
J:<<Ho preparato alcune cose mentre dormivi>> posò dei piatti sulla penisola in legno scuro in cucina e si mise seduto su una sedia accanto a me
<<Mi sono dimenticata di darti il numero di Charles in modo da farti portare ciò che ti serviva senza prepararlo>>
J:<<Mi andava di farlo, non è stato un peso>>
<<Charles è come se fosse un maggiordomo tutto fare, se c'è qualcosa che vuoi puoi chiedere a lui, non ti devi fare problemi>> gli accarezzai un ginocchio e avvertii subito la sensazione pungente di attrazione
J:<<Stai facendo già troppo Tulip>>
<<Te l'ho detto, ne vale la pena e mi va di farlo>>
Ero nervosa, volevo dargli un regalo ma non sapevo se sarebbe stata la scelta giusta o se fosse troppo presto per certe cose.
Mi feci coraggio nel pomeriggio, quando in riva al mare sotto un gazebo osservai la sua pelle abbronzata e sudata.
Dovevo tentare.
Seduti su un materasso bianco feci un movimento rapido e presi una scatolina bordeaux, che mi portavo in giro dal giorno prima in attesa dell'occasione giusta.
Lo misi sul materasso, facendo la disinvolta
J:<<Che cos'è?>> disse osservando la scatolina
<<È tuo>> lo presi e glielo passai
Gli avevo regalato un anello, che per me significava il mio impegno e la mia fedeltà nonché il mio possesso su di lui. Un collare sarebbe stato troppo impegnativo e la mia relazione con lui andava oltre al semplice gioco occasionale, di conseguenza richiedeva un attenzione in più, qualcosa di romantico.
Era un anello in oro bianco, al cui sopra aveva incisi dei + tempestati di diamanti per simboleggiare il fatto che fosse un + necessario nella mia vita e all'interno c'era una scritta "My angel" perché quando stavo con lui mi sentivo accanto a un angelo, protetta e salvata. Questo era il significato complessivo ma probabilmente non glielo avrei mai spiegato.
J:<<Non so cosa dire>> pensai immediatamente non gli piacesse e un magone mi invase facendomi venire la nausea, mi stavo aprendo molto dando ogni volta un pezzo di me.
Quando però lo indossò, la nausea si placò
J:<<Io non ti ho regalato niente e tu stai facendo così tanto>> il suo respiro diventò affannoso e distolse lo sguardo
<<Se non lo vuoi o non ti piace si può anche...>> non riuscii a concludere che mi interruppe
J:<<Lo adoro, è bellissimo>>
<<Però?>>
J:<<Però mi sto chiedendo se merito ciò che stai facendo>> la tristezza mi fece cambiare in un attimo espressione e il mio cuore tornò a chiudersi
Stava cambiando idea?
<<Scusami, forse è stato troppo>> mi alzai in piedi e andai verso il mare
J<<Tulip?>> percepii la voce di Jay chiamarmi più volte fino ad affiancarmi
<<Non serve che lo indossi se credi sia eccessivo, non me la prenderò>> lo guardai facendomi forza e feci un sorriso di circostanza nascondendo la delusione
J:<<Tulip>> mi prese il volto tra le mani e continuò <<Adoro questo anello, sono solo così contento da chiedermi se merito una donna come te>> feci un respiro profondo abbandonandomi alle carezze sul viso che mi stava facendo
<<Pensavo non lo volessi>>
J:<<Mi vuoi dire il significato dell'anello?>>
<<Voglio impegnarmi e farti portare un pezzo di me al dito>> il sole scottante accese una fiamma tra di noi o forse erano i nostri sentimenti che si toccavano.
J:<<Me lo vuoi mettere tu?>> annuii con la testa e pensando al fatto che mi leggesse come un libro aperto, stavo solo aspettando di infilargli l'anello al dito.
Glielo infilai all'anulare della mano destra, non scelsi quel dito senza un motivo, la mia promessa era sincera e l'unico motivo per cui non l'avevo messo alla sinistra è perché un giorno avrebbe fatto spazio ad un altro anello magari un altro mio.
Poco più tardi dovevamo farci entrambi una doccia ma io proposi un bagno nella vasca insieme, la vista era talmente bella che non approfittarne sarebbe stato un peccato. Era la prima volta che facevo il bagno con qualcuno, in realtà era la mia prima volta per molte cose sotto il punto di vista romantico e il fatto che a volte prendessi l'iniziativa anche per queste piccolezze mi feceva stare più tranquilla.
Mi stavo sciogliendo pian piano.
Entrammo nell'acqua calda e mi appoggiai al suo petto con la schiena, mi sentii immediatamente vulnerabile. Ogni posizione girata di schiena mi irrigidiva e faceva sentire a disagio, quando però mi avvolse in un abbraccio la tensione svanì come se niente fosse.
J:<<Avevi mai regalato a qualcuno un anello?>>
<<No, mai>> dissi accarezzandogli la mano
J:<<Nemmeno a Tyler?>>
Tyler? L'ultima cosa di cui volevo parlare era un mio ex.
<<Non mi sono mai impegnata con Tyler o con qualcun altro>> percepii il suo respiro farsi più profondo e rilassato, probabilmente aveva il dubbio di non essere il primo o che agissi in questo modo abitualmente. Il suo anello brillava alla luce del tramonto e mi sforzai di non far caso al suo membro duro contro la mia schiena, non potevo di certo scopare 24 ore su 24, anche se avrei voluto.
<<A te è mai capitato di fare un regalo?>> volevo chiedergli se mi sarei dovuta aspettare la ricomparsa di qualche sua ex ma tentai di rendere più sottile la mia domanda
J:<<Io non ho ex, ho fatto molto sesso e lo sai però di serio non ho mai avuto niente>>
<<Hai mai avuto qualcosa che si avvicinasse ad un impegno?>>
J:<<Forse una volta ma a quel tempo non davo significato al sesso o a una donna in generale>>
<<Eri un cazzone in sostanza>> iniziai a ridere di gusto, notando solo dopo che di fatto il cazzo ce l'aveva pure grosso perciò aveva due sensi la mia frase
J:<<Effettivamente mi hanno chiamato così svariate volte>> un brivido caldo mi toccò il collo, segno della mia rabbia o della mia gelosia, e mi voltai sorprendendolo ridere
<<Stai cercando un motivo per farti sculacciare o qualcosa del genere?>>
J:<<E poi quello geloso sarei io>> mi voltai completamente appoggiando il seno al suo petto e tenendo le braccia attorno al suo collo.
<<Io non sono gelosa, al massimo possessiva>> mi mossi in avanti per sistemarmi e senza farlo apposta mi strusciai anche sulla sua eccitazione facendolo gemere appena.
J:<<Mi piace quando lo sei>>
<<Come si chiamava questa ragazza?>>
J:<<Madison>>
<<Ed eri innamorato o...>>
J:<<Era sesso all'inizio, poi però ha iniziato a voler di più ma io non potevo darglielo perché non ne ero innamorato, mi piaceva solo scoparla ogni tanto. Non ne vado fiero del mio comportamento però era così>> si passò una mano tra i capelli bagnati e con l'altra mi accarezzò la schiena
J:<<Non sa quello che sai tu, non se ne è mai interessata, le piaceva solo il mio aspetto e la mia reputazione probabilmente>>
<<Reputazione?>>
J:<<Nessuno sapeva del mio passato però tanti sapevano che non mi impegnavo, che sceglievo bene chi portarmi a letto e che le recensioni erano positive diciamo così>>
<<Quindi la fama di chi ti dà una ripassata degna di nota>> dissi sorridendo
J:<<Si potrebbe dire così, sì>> ricambiò il sorriso
<<Sai, fa abbastanza ridere perché ora la ripassata te la dò io>>

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