38.Jay

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T:<<Angelo...>> un sussurro mi solleticò l'orecchio.
Tulip?
T:<<Sei sveglio?>> un altro sussurro, stavo ancora dormendo ma quando la sua bocca disegnò dei baci lungo il mio collo, mi stiracchiai cercando di riprendermi. Ero rilassato come poche volte mi era capitato nella vita, nessun incubo da un po' e un bel risveglio quando aprivo gli occhi.
<<Mmm...>> mugulai quando fece scivolare le gambe sopra le mie mettendosi a cavalcioni su di me. Cominciava sempre in quel modo la giornata quando stavo con lei, aveva fame da quando si svegliava a quando si addormentava e io ero il suo piatto preferito. Era piacevole sapere quanto mi desiderasse, quanto mi volesse sul suo corpo senza aver paura e quanto io la volessi senza aver timore che mi usasse in qualche modo.
Mi fidavo ciecamente.
T:<<Ho fame, Jay...>> indossava ancora la mia felpa mentre io ero rimasto in boxer sotto il piumone. Profumava di pulito, sesso e del mio profumo. Sorrisi e aprii un occhio alla volta, rendendo più nitida l'immagine del suo viso. Volevo baciarla e lentamente presi coscienza del fatto che fossi davvero nel suo letto, nella sua stanza, in casa sua.
Ero al settimo cielo.
X:<<Tuuuuulip! Che ci fai ancora nel le-...>>
La porta della sua camera si spalancò e suo fratello dietro di essa.
T:<<Ryan che cazzo fai?!>> sbraitò.
R:<<Io? Ti porti i ragazzi a casa ora?!>> il sopracciglio alzato e le braccia incrociate al petto lo facevano sembrare più autoritario rispetto alla sua età. Indossava un pigiama, credo, in realtà erano solo un paio di pantaloni lunghi e una canottiera.
Essere accaldati era di famiglia allora.
T:<<Ragazzi, scherzi vero? È Jay>> si mise seduta restando sulle mie gambe e mi sentii scoprire.
Ero praticamente mezzo nudo e non volevo fare brutta figura davanti a suo fratello, anche io mi sarei arrabbiato al posto suo, c'ero passato in un certo senso.
R:<<Jay?>> chiese piegando la testa di lato e fu travolto in un mezzo secondo da un cuscino in pieno viso.
T:<<Esci da quella porta!>>
R:<<Sì va bene, va bene...>> prese la maniglia della porta e prima di chiuderla completamente disse, rivolgendosi a me <<E non metterla incinta, altrimenti te la vedrai con me>> rise ma percepii il tono minaccioso quando sbattè preciso la porta. Non capivo ancora il motivo per cui fosse accondiscendente nei miei confronti, ci avevo a stento scambiato due parole eppure mi aveva invitato a cena e non aveva fatto una scenata quando mi aveva visto sotto sua sorella.
Strano... chissà se Tulip gli aveva parlato di me.
Sospirò ancora sopra il mio bacino, facendomi ricercare il suo sguardo. Mi stava osservando intensamente, conoscevo la sua espressione assetata e quanto detestasse non ottenere ciò che le si aspettava di diritto.
T:<<Forse questo è un segno per cui dovrei darti un po' di tregua almeno di mattina>> sorrise maliziosa passando le dita dal mio collo al solco dello sterno.
<<No>>
Volevo dirlo ma probabilmente la mia espressione parlò da sola perché si abbassò e mi morse la mascella bisbigliandomi...
T:<<Sei fortunato adori cavalcarti ad ogni ora...>> chiusi gli occhi e percorsi la sua schiena con la punta delle dita <<...e che mi piaccia tu, molto>>
Mi si bloccò il respiro, non ero abituato a dichiarazioni di quel tipo e le mani presero a sudare per l'agitazione. Le avevo confidato più volte che l'amavo, ne sentivo la necessità, ma sapevo che pur essendo lo stesso per lei avrei dovuto aspettare per una dichiarazione simile. Tante azioni e parole, però, mi davano di tanto in tanto le rassicurazioni che mi servivano.
La percepii irrigidirsi sotto il mio tocco e capii le fossero sfuggite quelle parole, forse perché eravamo nel suo letto o ero sotto di lei con un erezione prepotente tra le gambe. Non sapevo cosa le avesse innescato quella confessione, a me piaceva credere fosse perché la facevo sentire a suo agio a tal punto da aprirsi con me emotivamente.
Rimasimo entrambi in silenzio e quando tentò di sollevarsi, probabilmente per prendere le distanze, la strinsi tra le mie braccia.
<<Sono così felice>>

T:<<Mmmh, sì sì, scusa se sono andata via senza nemmeno salutarti>> roteò gli occhi infastidita. Non sapevo con chi fosse al telefono ma la visione di lei appena fuori dalla finestra che affacciava sul giardino, con addosso ancora la mia felpa, deviava l'istinto di gelosia. Era lì con me, a casa sua e con suo fratello a circa due metri di distanza ma dettagli. Io me ne stavo su uno sgabello, a contemplare quanto fossi fortunato e ad osservare la sua bocca avvicinarsi di tanto in tanto alla sigaretta. Sembrava così forte, con le gambe nude, il fumo tra le labbra e l'espressione ardente ogni volta che posava gli occhi su di me. Mi strizzò l'occhio e mi sentii avvampare, quando stavo con lei la corazza di menefreghista e sciupafemmine se ne andava, e restavo solo io.
Solo con lei ero me stesso.
R:<<Allora Jay, cosa fai oltre a farti mia sorella nel tempo libero?>> disse mettendo in bocca un cucchiaio pieno di cereali.
Quasi mi soffocai cercando di far andare giù il sorso di caffè che stavo bevendo.
R:<<Sì, intendo, ti alleni?>>
<<Ah, sì...>> dissi sfregandomi la nuca <<...faccio boxe, sono in preparazione ora>> mi rilassai, non avvertendo più disagio.
R:<<Stai scherzando?!!>> si alzò in piedi, buttando il cucchiaio nella tazza. <<Devi insegnarmi qualcosa! Voglio venire ad un tuo incontro!>> un misto tra felicità e nervosismo mi scaldarono e per un attimo mi sembrò di avere un fratello anche io, di sentirmi parte di qualcosa.
T:<<Non fare caso a Ryan, ogni tanto crede di poter spaventare tutti con il suo entusiasmo>> entrò in cucina chiudendo la portafinestra alle sue spalle e si mise seduta su uno sgabello vicino al mio.
Grazie a Dio si era intromessa, ero troppo sottopressione.
Non mi ero mai trovato in un nucleo familiare di quel tipo e non potevo immaginare come sarebbe stato suo padre se loro due erano così.
R:<<Io non spavento nessuno>> alzò gli occhi al cielo <<Non porti nemmeno più Axel qui>> prese la sua tazza e la rimise nel lavandino. Mi scaldai, il nome del suo migliore amico mi faceva diventare geloso nel giro di pochi secondi e serrai i denti.
L'ansia e la paura di non essere il solo per lei mi faceva fare un passo indietro.
<<Forse è il caso che vada a casa, stasera devo tornare qui e non ho dei vestiti adatti>> ero in canottiera e con un paio di pantaloni della tuta neri che mi aveva prestato Tulip, non potevo restare in quelle condizioni fino a sera. Il pensiero di non avere l'esclusiva mi entrò talmente profondo nel cervello che ciò che volevo fare era scappare, anche se le avevo promesso che avrei smesso.
Tulip si voltò nella mia direzione, con aria confusa e mi raddrizzai sullo sgabello.
T:<<No>> mi si seccò la bocca, non mi aspettavo una risposta simile. In realtà non era una domanda la mia e il suo sembrava un ordine, piuttosto che un opinione. Non mollai il contatto visivo, senza dire niente, non ce n'era bisogno.
Perché mi sentivo elettrizzato davanti ad un suo ordine inaspettato?
R:<<Questa situazione sta diventando troppo eccitante per essere coinvolta anche mia sorella>> la mia attenzione fu proiettata su Ryan che stava uscendo dalla cucina, lo seguii con lo sguardo fino a quando se ne andò al piano di sopra e mi sentii bruciare il petto. Tulip mi stava ancora guardando, ne ero certo e quando me ne accertai, era così.
T:<<Cosa dovrei fare con te?>> ponderò tamburellando le dita sulla penisola.
<<Non intend->>
T:<<Ti alzi stamattina, nel mio letto, in casa mia, con il mio profumo addosso e vuoi scappare?>>
Conoscevo quegli occhi, quello sguardo, quell'espressione...voleva dominarmi.
T:<<Mmh?>> reclinò la testa di lato e si passò un dito sul labbro inferiore.
<<Non lo so>> riuscii a dire, ero nel pallone più totale.
T:<<Non lo sai?>> scese a terra e mi strinse le ginocchia con le mani, restando a pochi centimetri di distanza dal mio viso.
Mi stava sfidando a rompere il contatto visivo, voleva sminuirmi, farmi suo.
T:<<Dovrei forse scoparti proprio qui, su questa penisola?>> indicò con un cenno rapido.
T:<<Legarti meglio il cazzo come stanotte?>> strinse di più le ginocchia e inspirai profondamente.
T:<<Non mi sembravi così geloso quando ti scopavi un altro davanti a me>> bisbigliò contro il mio orecchio <<O quando mi scopavo un altro davanti a te>> prese il lobo tra i denti e lo succhiò.
Non inquadravo bene i miei sentimenti, non ero stato geloso quando ci eravamo trovati in una situazione intima con Raiden ma il suo migliore amico, era un'altra storia. Avrebbe potuto ripetermi all'infinito che non le interessava ma io ricordavo bene i movimenti di Tulip contro la patta dei suoi pantaloni, le loro lingue che si sfioravano e lui che non aspettava altro che entrarle nelle mutande.
Non sarei proprio dovuto andare a quella festa ma almeno aveva preso una bella piega più tardi, con la bocca di Tulip sulla mia nell'ufficio di Axel e più tardi nel mio letto, la prima volta.
T:<<Vorrei sapere cosa ti ingelosisce di lui>> tornò a pochi centimetri dal mio naso e mi prese le guance con una mano.
T:<<È il pensiero delle mie cosce che avvinghiano i suoi fianchi? I versi che potrei fare a causa sua? O quelli che potrebbe fare lui a causa mia?>>
Indietreggiai e le scostai la mano togliendole la presa. Mi stavo innervosendo, arrabbiando e... eccitando?
Ma che diavolo...?
Sbuffai, alzandomi in piedi. Non avrei risposto, non volevo immaginarla con un altro, tanto meno con Axel.
Mi voltai, facendo qualche passo e cercando di prendere aria fino a quando non sentii una presa al polso.
T:<<Ti infastidisce? Dimmelo>> mi tirò verso di sè facendomi aderire al suo corpo.
T:<<Voglio sapere di cosa è geloso il mio sub...>>
Mio sub?
T:<<Il mio ragazzo>>
La presi, caricandola su una spalla e la portai su per le scale, senza pormi il problema di come avrebbe reagito.
T:<<Jay che stai facendo?!>> era contrariata ma rideva allo stesso tempo.
Non avevo idea di cosa stessi facendo ma volevo esprimermi, dei "ti amo" non bastavano, voleva sapere di più.
Le avevo dato un anello e lei ne aveva dato uno a me, mi aveva fatto entrare in casa sua e di lì a poche ore avrei conosciuto suo padre.
Allora perché volevo di più?
Perché volevo essere riconosciuto anche sotto un punto di vista sessuale, nel bdsm?
Pretendevo qualcosa, da tenere forse...
Che mi ricordasse che scopava solo con me, picchiava solo me ed ero io il prescelto anche sotto quel punto di vista.
La portai in camera sua, adagiandola sul letto senza essere troppo brusco ma io rimasi in piedi.
T:<<Che hai intenzione di fare ora?>>
Presi un bel respiro e senza rifletterci su dissi:
<<Voglio un collare>>

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