- In che senso hai provato a suicidarti DI NUOVO?
Dazai ridacchiò e si sventolò la mano davanti alla faccia come se non avesse detto nulla di che.
- Sai, Chuuya-Kun, ho una certa passione per tentare il suicidio. Si può dire, per assurdo, che morire sia la mia ragione di vita.
- Wow, una ragione di vita emozionante, davvero.
Calò un istante di silenzio dopo le parole ironiche di Chuuya, il marchese fece per aggiungere qualcosa poi però si bloccò e restò in silenzio a sorseggiare il suo tè, lanciando di tanto in tanto un'occhiata a Dazai.
Fu il duca, dopo aver finito la sua tazza di tè ed essersene versato impacciatamente un'altra, a parlare per primo.- Quindi... Chuuya-Kun posso restare un po' qui? Giusto per aspettare che i miei genitori si calmino un po'?
- Non... c'è problema.
Sputò a fatica Chuuya con le spalle rigide, appoggiò la tazza sul tavolino e guardò il fuoco nel caminetto. Una domanda gli sorse spontanea:
- Quanti anni hai, duca?
- 23.
- Come me. Ma allora perché non cominci a vivere da solo? Sei più che adulto. Non è una rottura vivere ancora con i tuoi genitori?
Dazai sospirò e parve sprofondare nella poltrona, quasi sembrava desiderasse venirne ingoiato.
- Non immagini quanto. Ma non posso andarmene, è una specie di tradizione. Non si lascia mai il maniero dei Dazai se si è il primogenito maschio. Mio padre è cresciuto in quel luogo, poi si è sposato e mia madre è andata a vivere con lui. Per mio nonno fu la stessa cosa, come per il mio bisnonno e il mio trisnonno e tutti gli altri decrepiti antenati.
- Non sembra una cosa molto bella.
- Non lo è. Ora si aspettano che io mi sposi, puntano tutto sulla vipera. E che lei venga a vivere con noi. Quindi praticamente dovrò vivere con i miei genitori fino a che morte non ci separi. E siccome loro due sono duri a morire faccio prima ad ammazzarmi.
Chuuya si alzò, rimanere seduto troppo a lungo non gli piaceva e dopo poco che stava fermo sentiva il bisogno di muoversi, anche quando lavorava alla scrivania ogni due per tre cambiava posizione o faceva una passeggiatina per la stanza. Si appoggiò al muro accanto al caminetto e guardò Dazai sovrappensiero.
- Secondo me fai prima a darti alla fuga.
Dazai storse le labbra e lo guardò come se avesse detto qualcosa di enormemente stupido.
- Sì, scappare. Non mi converrebbe rinunciare a tutti i beni che ho e le mie fortune per condurre una vita incerta e in miseria. Ha più senso morire.
- Potresti, non so, scappare e sposare qualcuno di ricco e lontano da qui.
- Non so. L'idea non mi piace, non voglio scappare. Sarebbe da codardi, vorrebbe dire rinunciare a me stesso.
- Morire vorrebbe dire la stessa cosa.
- No.
Chuuya aggrottò le sopracciglia. Non lo capiva proprio, appoggiò la testa contro il muro di pietra e guardò fuori dalla finestra. Il sole stava tramontando dietro le pesanti nubi che ancora coprivano il cielo, la quantità di luce stava diminuendo e il camino era l'unica fonte di luce nella stanza. Vide Dazai con la coda dell'occhio alzarsi dalla poltrona, fare il giro del tavolino da tè e appoggiarsi al muro accanto a lui.
Chuuya si voltò a guardarlo e Dazai gli rivolse un ghigno.- Sei davvero basso.
- Fuori da casa mia.
Borbottò Chuuya innervosito dandogli una spintarella.
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Abisso - Soukoku
Fanfiction[COMPLETA :D] Chuuya, marchese della nobile stirpe dei Nakahara, è stanco del continuo girovagare a cui lo costringono gli affari e gli scambi commerciali. Bisognoso di una pausa fa sistemare una vecchia tenuta di famiglia in un paese londinese imme...