Chuuya si svegliò la mattina dopo con la testa dolorante, aveva bevuto troppo. Non si ricordava nemmeno a che ora e in che modo fosse tornato a casa.
Sentì lo scroscio dell'acqua provenire dal bagno e si tirò su a sedere strofinandosi un occhio.
- Dazai?
Chiamò confuso.
Poco dopo Dazai uscì dal bagno, le braccia erano state avvolte in bende pulite, aveva i capelli bagnati che gli gocciolavano sul viso, sul petto e sul tappeto del marchese. Indossava solo uno striminzito asciugamano bianco in vita.
- Buongiorno.
Sorrise non appena lo vide sveglio, gli si avvicinò, si sedette sul letto e gli stampò un dolce bacio sulla guancia. Chuuya lo squadrò assonnato e reagì in ritardo, le sue guance si colorarono di rosso e dopo un'occhiata a Dazai si picchiettò le labbra chiedendo un altro bacio.
- Sei adorabile appena sveglio.
Sorrise Dazai mordendogli una guancia, il marchese mugolò infastidito e lo spinse via con scarsa energia.
- Sei cattivo.
- No, sono dispettoso.
Rise Dazai per poi morderlo di nuovo. Poi il duca si alzò e scomparve in bagno per cinque minuti per poi tornare vestito. Chuuya ancora terribilmente instupidito dal sonno lo guardò imbronciato.
- Puoi vestirti anche davanti a me, sai.
- Non vorrei distruggere la tua innocenza con sogni erotici poco casti.
Lo prese in giro Dazai.
- Cosa ti dice che sono così innocente?
Mugolò Chuuya infastidito poi lo guardò con le labbra arricciate in uno strano sorriso.
- Vestimi.
- Per favore.
- Per favore, vestimi.
Ripetè Chuuya ciondolando la testa di qua e di là. Prima di fare altro Dazai suonò il campanello e incaricò Tachihara di fare un caffè per il marchese, anche se Chuuya in quel momento probabilmente aveva bisogno di farsi un bagno con sapone e caffeina per tornare sé stesso. Poi Dazai delicatamente lo aiutò a vestirsi, una volta a posto Chuuya si ributtò sotto le coperte e vi rimase fino all'arrivo di Tachihara con il suo caffè.
Dazai decise che se avesse mai ricominciato a scrivere, la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata un'ode al caffè, perchè giusto una decina di minuti dopo Chuuya era in piedi, pieno di energia e voglia di vivere. Dove lo trovasse tutto quell'amore per la vita Dazai non l'aveva ancora capito, forse doveva solo bere più caffè per evitare ulteriori suicidi.
- Andiamo Dazai.
- Dove?
- Fuori.
- Fuori?
- Sta nevicando!
Esclamò Chuuya battendo le mani
- È da un sacco che non vedo la neve.
Dazai si voltò di scatto verso la finestra. Soffici fiocchi di neve stavano cadendo da un cielo bianco e luminoso. Alcuni appena toccavano terra si scioglievano, altri invece attecchivano. Il prato verde stava cominciando a diventare una morbida distesa di bianco. In bagno non c'erano finestre e le tende della camera del marchese erano rimaste chiuse fino a quel momento. Ecco perché non aveva notato quella inaspettata meraviglia.
- Tieni!
Dazai prese al volo un cappotto foderato di pelliccia che Chuuya gli aveva appena lanciato.
- Forse è un po' grande, ma ti terrà al caldo.
Poi Chuuya mise un cappotto simile, e Dazai ipotizzò che quei vestiti venissero proprio dalla Russia. Per la prima volta Dazai vide Chuuya indossare i guanti, gli fece uno strano effetto. Fece appena in tempo a mettersi il cappotto e degli stivali (che gli stavano un po' piccoli) che Chuuya lo prese per un polso e lo trascinò fuori. Una volta scesa la scalinata dell'ingresso Chuuya corse in mezzo al giardino e lanciò un grido felice.
Dazai dopo un attimo di esitazione lo imitò.
L'infanzia che non avevano mai potuto avere era lì con loro in quel momento. Nevicava sempre più forte e un leggero vento faceva turbinare i fiocchi di neve. Chuuya su buttò sdraiato per terra si tirò dietro Dazai.
- Non è bellissimo, Dazai?
- Lo è, Chuuya.
- È tutto meraviglioso. Sono così felice.
Dazai sorrise e le sue mani guantate strinsero quelle del marchese. Anche lui era felice, felice come non era mai stato, la voglia di scrivere, di fermare quel momento su carta si impossessò di lui. Si chiese se sarebbe stato in grado di trovare parole adatte per descrivere la gioia che in quel momento lo faceva sentire leggero eppure presente.
Il freddo, la neve umida, la risata di Chuuya. Sentiva tutto in quel momento. Lui era lì, Chuuya era lì. Ed erano insieme. Forse valeva la pena di lottare e sperare, forse valeva la pena dare ancora una possibilità alla vita.
Guardò il volto sorridente di Chuuya, lo spruzzo di lentiggini sul naso, gli occhi resi chiari e sereni dalla luce bianca tutto attorno a loro, le guance rosse, i capelli e le ciglia macchiati di fiocchi di neve.
Chuuya dopo una risata ricambiò lo sguardo.
- Ti amo.
Dazai non era sicuro di aver sentito bene, balzò in piedi e si trascinò dietro Chuuya.
- Balliamo.
- Eh?
Dazai appoggiò una mano sul fianco di Chuuya e con l'altra prese delicatamente la mano del marchese. Poi cominciò a ballare, un valzer disordinato e pieno di risate.
- Non ridi più con la mano davanti.
Dazai a quell'osservazione sorrise.
- Forse perché un certo qualcuno mi ha insegnato che la felicità non è da nascondere.
- Ho come l'impressione di essere io quel certo qualcuno.
Sorrise Chuuya pestandogli un piede. Il marchese era così impacciato nel ballare, Dazai sospirò e lo attirò a sè lasciandogli un bacio sulla punta del naso, reso freddo dalla neve. Chuuya lo prese per il bavero della giacca, lo attirò a sè e gli stampò un bacio sulle labbra. Dazai sorrise con le labbra di Chuuya contro le sue.
Si stava abituando a tutto quello, e forse non era poi così male. Ripresero a ballare incespicando nella neve e nei loro stessi piedi. La poesia che Chuuya aveva sentito anni prima uscire dalla bocca di Dazai era un ricordo lontano, non c'erano versi o poemi in grado di descrivere quel momento e quei sentimenti.
Si fermarono insieme, stretti uno all'altro.
- Ti amo anche io.
Sussurrò Dazai, dire quelle parole lo rese incredibilmente vivo e felice. Chuuya sorrise e per un istante non rispose.
- Fa freddo. Forza, andiamo dentro a bere qualcosa di caldo.
- Una cioccolata calda.
- Con la panna.
I due ragazzi scoppiarono a ridere si incamminarono verso la casa, lasciandosi alle spalle una scia di impronte disordinate e la sagoma dei loro corpi abbracciati impressa nel bianco della neve.
A. A.
Scrivere questo capitolo mi è piaciuto un sacco e non so, sono così teneri. Si meritavano assolutamente una vita felice dopo i traumi passati che gli ho dato eheh
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Abisso - Soukoku
Fanfiction[COMPLETA :D] Chuuya, marchese della nobile stirpe dei Nakahara, è stanco del continuo girovagare a cui lo costringono gli affari e gli scambi commerciali. Bisognoso di una pausa fa sistemare una vecchia tenuta di famiglia in un paese londinese imme...