37 - Ehhh volevate

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Finalmente Chuuya e Dazai erano rimasti soli. Chuuya chiuse la porta dell'ingresso e vi si appoggiò contro con un sospiro. La mente in subbuglio da quello che era successo nei giorni precedenti. E una domanda che gli aveva fatto germogliare in testa Tachihara con le sue parole: come ridare vita al circo?

Incorciò lo sguardo con quello di Dazai, in piedi alla fine delle scale morbidamente appoggiato al corrimano delle scale, non potè fare a meno di rivolgergli un sorriso.

- Dazai, come ti senti riguardo alla morte dei tuoi?

- Com'era prevedibile mi sento libero, non sono dispiaciuto per quello che è successo.

Chuuya annuì e Dazai gli andò incontro e si piazzò di fronte a lui con il suo ghigno migliore.

- Temo suoni maleducato da parte mia, ma sono felice. Tremendamente felice. Ora non sono più il burattino di nessuno, ho in mano la mia vita e posso farci quello che voglio.

- Puoi partire dal farti me.

Ammiccò Chuuya, Dazai si voltò a guardarlo di scatto. Doveva ammetterlo, il marchese lo aveva appena sorpreso. Motivo in più per stare con lui, Chuuya era sorprendente, al suo fianco Dazai veniva sempre preso alla sprovvista e per quanto disarmante fosse, amava quella sensazione.

- Che c'è, hai paura?

Lo sfidò Chuuya con un ghigno. Dazai scosse la testa e gli prese il volto tra le mani.

- Chuuya, io...

E Chuuya lo baciò, bloccandogli in gola le parole che non si sentiva ancora pronto a pronunciare. Dazai gli fu immensamente grato per questo. Lo strinse tra le braccia, mentre sentiva le mani di Chuuya affondargli nei capelli. Le loro labbra si separarono con uno schiocco umido e Dazai mollò Chuuya per grattarsi un braccio. Il marchese gli rivolse un'occhiata interrogativa.

- Tutto bene?

- Questi vestiti mi fanno un incredibile prurito. È tutto il giorno che li sopporto, ma sono arrivato al limite.

Chuuya scoppiò a ridere sguaiatamente e Dazai lo guardò seccato.

- Non ridere delle sofferenze altrui, marchese.

- Vieni, andiamo in camera mia. Ti aiuto a cambiarti.

- Non potevo chiedere di meglio.

Il duca si illuminò e seguì il marchese su per le scale, mentre Chuuya gli faceva il verso con un'espressione dispettosa.

- Ma smettila di lamentarti, che non vedi l'ora nemmeno tu. Pervertito.

- Senti chi parla.

Chuuya lo spinse nella stanza e lo chiuse dentro, Dazai restò da solo nella camera di Chuuya mentre il marchese stava probabilmente cercando dei vestiti comodi della taglia giusta. Si buttò sul letto e sprofondò la faccia nel cuscino. E l'odore di Chuuya, lo stesso odore che alleggia nell'aria dopo una tempesta, gli riempì i polmoni.

- Eccom... COSA CI FAI NEL MIO LETTO?

- Che c'è marchese? Non ti piace quello che vedi?

Il viso di Dazai assunse un'espressione maliziosa mentre si girava a pancia in su per guardare il marchese. Chuuya aveva le guance arrossate e in mano teneva quei vestiti orientali e comodi che affibbiava sempre al duca quando abusava della sua ospitalità.

- Forza. Alzati e spogliati, puoi mettere questi.

- Girati dall'altra parte.

- Avanti Dazai, non fingere un pudore che non hai. Ti ho letteralmente lavato da tutto il tuo sangue non molto tempo fa.

Abisso - SoukokuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora