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Sera. 23:30. Il parco di Stalli vecchia è silenzioso, come ogni giorno. I grossi pini, sono immobili, non tira nemmeno un filo di vento, l'aria è calda. Da sotto il ponte, arrivano delle risate. Cristy tira un pugno sulla spalla del ragazzo, dolcemente senza volergli fare male veramente. Paul la guarda con gli occhi innamorati. Non stava così bene con una persona da anni, pure le sue paure sembrano essersi calmate. Sa quello che vuole, sta li di fronte ai suoi occhi. In tutta la sua bellezza e goffaggine certe volte. Ma lo fa ridere e lo rende felice. <<allora sei sicura? Vieni con me?>> la guarda, mentre da un lungo tiro alla sigaretta. <<certo! Perché continui a chiedermelo?>> <<non voglio che tu faccia qualcosa solo per me...>> <<Paul ti ho già detto che lo faccio anche per me, soprattutto per me! Se tu te ne vai chi mi resta? Non importa a nessuno di me...>> gli occhi diventano lucidi e tristi, abbassa lo sguardo non vuole piangere di fronte a lui. Il ragazzo, l'abbraccia forte. Le da un bacio sulla testa <<ci sarò sempre per te! Sempre...>>


Londra. Ore 22:30.

Evan è seduto sul letto del suo appartamento. I capelli pettinati e la barba ordinata. Indossa una camicia bianca e un completo elegante blu e scarpe nere ai piedi. Sembra pronto per uscire, una serata con amici o un appuntamento galante? Tiene il cellulare fra le mani. L'applicazione di Instagram, è aperta su un profilo in particolare. Quello di Cristy. Le labbra tese, gli occhi fissi sullo schermo, mentre scorre le sue foto. Tante foto con quel ragazzo che non ha mai sopportato. Scorre velocemente il profilo, poi, una foto in particolare attira la sua attenzione. La seleziona, aprendola. Non ci sono volti in questa, ma qualcos'altro che a suo parere trova peggiore. L'apre. I loro polsi intrecciati che mostrano orgogliosamente, i tatuaggi appena fatti. Le due corone e quella scritta. Quella maledetta scritta. One love One life. Rimane a fissarla per qualche secondo poi dei colpi alla porta lo distraggono.

Un ragazzo, anch'esso castano, avrò pressa poco la sua età, lo guarda. Pure lui è vestito molto bene, ci tiene al suo aspetto. <<ehi sei pronto? Andiamo ci stanno aspettando>> <<si arrivo subito>> l'amico se ne va. Un ultimo sguardo a quella foto, poi chiude l'applicazione. Lasciando il telefono sul comodino. Deve dimenticarla.

Stalli

Nel silenzio della notte, i loro genitori stanno dormendo. E non sospettano nulla. Paul va in camera di sua madre, posa un foglio sul comodino vicino al barattolo dei sonniferi. Si piega e le da un bacio sulla fronte. Ma la donna non reagisce. Si avvicina con l'orecchio alla sua bocca, respira. Si allontana in silenzio, chiudendo la porta. Ha bisogno di trovare la sua strada, inseguire i suoi sogni e li a Stalli vecchia non li avrà mai.

Cristy chiude il borsone, apre la porta della camera. I suoi dormono nella stanza affianco, tra poco suo padre andrà al lavoro e sicuramente non si accorgerà nemmeno che lei non ci sarà più. Le lacrime le scendono sul viso mentre scende i gradini, che portano al piano inferiore. Guarda per l'ultima volta quel posto che chiamava casa. Vuole vivere ed essere felice e li a Stalli vecchia non lo è più da tanto tempo. La porta di casa si chiude dietro di lei. La ragazza si incammina senza voltarsi. Addio al passato e addio a Stalli vecchia.

Caro Dorian, il borsone è pronto sul letto, lo sto per fare. Me ne sto andando da Stalli vecchia per sempre... è un miracolo? Non lo so come chiamarlo. Paul me lo ha chiesto per l'ennesima volta se ero sicura... come può pensare che voglia rimanere un altro giorno in questa casa! Le pagine vengono bagnate dalle lacrime voglio vivere la mia vita, essere felice per una volta! Voglio dire addio ai problemi e vivere il mio amore con Paul...

9.30. Mattina. Sara apre gli occhi più tardi del solito ha preso parecchi sonniferi la sera prima. Si guarda intorno. Con sguardo stanco e assonnato. Trova un foglio sul comodino. Lo apre. È la scrittura di Paul. Gli occhi le si riempiono di lacrime ancora prima di leggere. Sapeva che quel giorno sarebbe arrivato. È sempre stata una pessima madre... con passo stanco sale le scale, andando in camera sua. La chitarra è ancora lì. Mancano i suoi vestiti e alcune delle sue cose. La prende e la stringe forte, lasciandosi andare ad un pianto disperato. È solo colpa sua...

Simone è uscito per andare al lavoro, non è passato in camera di sua figlia, sono anni che non l'apre più la mattina prima di uscire da casa. Prima era un rituale. Marta sta sistemando la cucina, quando si accorge dell'ora tarda e sale le scale per andare a vedere se Cristy dorme ancora. Lentamente e tenendosi al corrimano che traballa e scricchiola sale i gradini uno a uno. Arriva davanti alla porta della figlia e bussa. Nessuna risposta. Gira il pomello e stranamente si apre. La stanza è vuota. L'armadio è vuoto e pure i cassetti. Marta entra strofinandosi nervosamente le mani sul grembiule. Guardandosi intorno alla ricerca di un biglietto, del suo diario ma niente. Non trova nulla. Cristy non ha lasciato alcun messaggio per sua madre. Marta si siede sul letto, gli occhi lucidi. Si passa una mano sui capelli disordinati, continuando a guardarsi intorno cercando di realizzare cosa fosse successo. Un paio di lacrime le scendono sulle guance. Ha realizzato, sua figlia è scappata da casa. Si alza lentamente e si dirige verso la porta della camera. Un ultimo sguardo alla stanza ormai vuota e poi chiude la porta. Rimane qualche minuto nel corridoio, pensando al da farsi forse. Ma il suo sguardo cambia, diventa assente. Si guarda intorno. Non ricorda il motivo per cui fosse andata di sopra. Alza le spalle e scende, come se nulla fosse successo. La sua mente ha rimosso l'ennesima cosa brutta della sua vita. Dimenticare di avere una figlia? Fatto.  

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