NESSUNA VIA D'USCITA

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<<dai non ci pensare più! Ci sono io adesso a renderti la giornata migliore!>> Trisha è seduta sul divano del salotto di Cristy. La mattina, appena sveglia, ha ricevuto un messaggio dalla ragazza ed è corsa subito da lei. <<questo è un rimedio infallibile per la tristezza, fa passare tutto!>> apre un paio di buste colorate, che tiene fra le mani. Due maschere viso, di tessuto. L'applica sul viso dell'amica, che ha precedentemente struccato e poi applica l'altra sul suo. <<dobbiamo farci un selfie così!>> prende il cellulare e si mette in posa con Cristy dietro. Si divertono, ridono e scherzano sempre quando stanno insieme. Ha trovato l'amica di cui aveva bisogno. <<vedi come ti sta bene l'azzurro o il blu! Non puoi usare sempre lo smalto nero è triste!>> sedute al tavolo della cucina, sono passate alla manicure. Chiude la boccetta dello smalto, mentre ne sceglie uno per lei. E' molto silenziosa e non da lei, poi parla <<posso farti una domanda?>> chiede in tono serio a Cristy che subito si irrigidisce <<cosa?>> <<ci ripensi mai a quel giorno? Ti chiedi mai ho fatto la scelta giusta?>> La ragazza non risponde ma inevitabilmente quel ricordo si fa spazio tra i suoi pensieri.

Lei grida isterica appena lo vede tornare a casa, sporco di sangue. Paul non ha voglia di parlare, la evita mentre va al bagno per darsi una sciacquata. Cristy, sconvolta, continua ad urlare <<me lo avevi promesso! Avevi detto che smettevi! Non c'è la faccio più così!>> calde lacrime di dolore miste a delusione le rigano il volto. Il ragazzo rimane impassibile, ignorando quelle parole che sente quasi tutti i giorni, si guarda allo specchio del bagno, il labbro gonfio e un livido appare sullo zigomo destro. Apre l'armadietto, sopra il lavandino, prende l'acqua ossigenata e del cotone passandola sulle ferite. Dei forti colpi alla porta, la ragazza sta sbattendo i pugni cercando di entrare o almeno di attirare la sua attenzione. La porta si apre di scatto e per poco non cade in avanti. Paul la guarda con aria stanca e gli occhi rossi, si dirige in camera da letto, ha solo voglia di dormire e non litigare con lei. Le braccia tese lungo i fianchi, i pugni stretti, gli occhi lucidi e la bocca contratta in una smorfia di dolore, cerca di non piangere. <<avevano ragione... tu non cambierai mai...>> dice con un filo di voce ma riesce a sentirla. Il ragazzo la guarda <<allora vattene...>> risponde con tono freddo, si volta e la porta della camera si chiude alle sue spalle. La ragazza, ormai non controlla più le sue emozioni e mentre le lacrime le rigano il volto, si infila le Dr. Martens e scappa fuori dall'appartamento.

La porta della camera da letto si apre. Silenzio. Paul guarda la porta di casa. Resta chiusa. Lei non torna. Si passa una mano sul viso stanco, non doveva andare così. Ormai non fanno altro che litigare... dov'è finito il loro amore?

23:45

Si stringe nella grossa felpa che la ricopre, l'esili gambe ricoperte da dei leggins neri che non riescono a difenderla dal freddo di quella sera. I lunghi capelli neri, raccolti in una coda di cavallo. Il trucco nero sugli occhi sbavato, ma nemmeno questo basta per evitare sguardi poco graditi. Dove vivono non è una bella zona e anche durante la settimana i pub sono pieni di persone che vanno a bere. Supera di corsa un gruppo di ragazzi, mezzi ubriachi che le fischiano insistentemente, anche in quello stato non si fanno scrupoli. Corre, dove sa che nessuno le darebbe fastidio. Arriva in un campetto semi distrutto, durante il giorno ci giocano a basket o a calcio con delle lattine. Ma adesso non c'è nessuno.

I pochi lampioni li intorno, illuminano il centro del campo, con luce fioca. Si lascia cadere a terra.

Stanca e senza più lacrime da versare, solo rabbia, verso di lei, verso Paul o forse anche verso la vita.

Assorta nei suoi pensieri non si accorge di una figura che si sta avvicinando. Con la coda dell'occhio intravede della scarpe da ginnastica di colore bianco che risaltano nel buio, alza lo sguardo di scatto. Il cuore le si ferma nel petto. Evan è di fronte a lei.

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