Autrice: Ida59 (scritta tra il 26/8 e il 15/9/2005, appena finito di leggere HP6 in inglese e molto, molto prima che la Rowling rivelasse nel 7° libro la verità sull'accordo tra Silente e Severus)
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: drammatico, introspettivo
Personaggi: Severus Piton, splendido personaggio della Rowling, rivisto e re-interpretato da me. Personaggio originale
Pairing: Nessuno
Epoca: HP 7° anno
Avvertimenti: nessuno
Riassunto: Quanto costa a un uomo d'onore mantenere fede alla propria parola? Quanto è difficile scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile? Come dice Silente "Sono le scelte che facciamo che dimostrano chi siamo veramente".
Questo è Severus Piton, con il suo dolore, sulla Tomba Bianca, un anno dopo.
Nota uno: E' stato molto duro leggere il finale di HP6 e questa storia nasce dal mio grande dolore e dalla necessità di mediarlo con le parole per far emergere tutto ciò che, secondo il mio personale punto di vista, la Rowling non ha scritto sulle emozioni e sul dolore di Severus Piton mentre si apprestava a compiere il suo dovere e ad uccidere Albus Silente.
Nota due: Questa storia è stata scritta per un Concorso di Fanfictions e le prime righe (quelle in corsivo) sono state scritte da Mariacarla (Damaverde) che gestiva il concorso.
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Il personaggio originali (senza nome), i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
Era morto.
Lui era morto.
Il sole tramontava oltre le colline: un immenso disco di fuoco rosso, ardente al di là dei confini neri del suo mondo.
Il mago strinse convulsamente le dita intorno alla bacchetta: ormai era uno strumento inutile, inerte, privato della sua magia.
Senza neanche rendersene conto la spezzò, con gli occhi vuoti.
La donna che era rimasta in disparte gli sfiorò la spalla, con una dolcezza composta. Una strana, malinconica tenerezza.
- Non preoccuparti... - sussurrò.
- Io sono e rimarrò sempre al tuo fianco.
La sua voce carezzava l'aria tersa del crepuscolo.
Il mago sollevò il viso pallido e stanco, incorniciato dai lunghi capelli neri, mentre i frammenti spezzati della bacchetta scivolavano via dalle dita affilate e, con un lieve scricchiolio, si adagiavano sul marmo bianco e freddo della tomba.
Una brezza leggera increspava le acque limpide del lago e un sorriso triste si disegnò appena sulle sue labbra sottili.
- Lo so. – rispose piano, quasi a fatica.
Una lunga pausa.
- Sei la mia unica ragione di vita, ora. – poi strinse ancora le labbra, abbassando nuovamente il capo.
La donna raccolse i due pezzi della bacchetta:
- Perché?
Il mago non rispose.
- Perché hai voluto spezzare la tua bacchetta?
Ancora un lungo silenzio, carico di tremendi ricordi.
Poi le sue labbra tremarono appena nel doloroso sussurro che ne uscì a stento.
- Troppo sangue, troppe morti. Troppa sofferenza.
Lo sguardo dei profondi occhi neri era perso nel rosso sole morente che si rifletteva, sanguigno, nelle tremolanti acque del lago.
- Troppi rimorsi. Non intendo usarla mai più! – terminò il mago duramente, stringendo con forza i pugni.
La donna si avvicinò ancora, ma lui la respinse con un gesto gentile ma deciso della mano.
- Severus, lascia che ti stia vicina! – lo implorò.
Il mago sospirò, ma scosse piano il capo.
- No, non ora. Lasciami solo, ti prego. – sussurrò girandosi ancora verso la tomba. – Lasciami solo con Lui.
Anche la donna sospirò, poi ripose nella tasca interna del mantello i frammenti della bacchetta e si allontanò piano, dirigendosi verso la Foresta Proibita.
Severus Piton la seguì per un po' con lo sguardo serio, che s'addolciva quanto più lei si allontanava. Per un fugace istante un lieve sorriso gli illuminò appena le iridi nere.
La strega scomparve nella foresta; il mago si girò verso la tomba e, sommessamente, cominciò a parlare:
- Eccomi, Albus, sono qui. Sono finalmente venuto a piangere sulla tua tomba, - mormorò con voce roca - dopo aver compiuto fino in fondo il mio dovere.
Un lungo silenzio, cupo e opprimente, avvolse l'aria: nessuno rispose, la Fanny non intonò il suo soave canto e Severus Piton, figura nera e solitaria che si stagliava immobile nella luce livida del tramonto, si abbandonò ai suoi pensieri e al suo dolore.*
Ho fatto quello che volevi, Albus, ho portato a compimento tutto ciò che mi chiedesti di fare poco più di un anno fa.
Ho aiutato Harry a distruggere gli Horcrux, anche se quell'impertinente ragazzino neppure sa chi deve ringraziare per questo.
Ho continuato a far avere all'Ordine tutte le informazioni necessarie, e anche loro non sanno chi ringraziare.
Voldemort è stato sconfitto ed io ora non servo più a nulla.
Non ci sono altri atroci compiti da assolvere con la mia bacchetta, lorda di sangue, ed io ho compiuto in silenzio il mio dovere.
Sapevi perfettamente che lo avrei fatto, fino in fondo, senza mai tirarmi indietro, per quanto devastante dolore mi fosse potuto costare.
Tu sapevi che lo avrei fatto, altrimenti non mi avresti mai affidato quel compito.
E adesso che il nostro mondo sta festeggiando la definitiva fine di un incubo, io, anche io, misconosciuto e odiato da tutti, ho finalmente il diritto di venire ai piedi della tua tomba, chiuso nel silenzio della mia ignorata sofferenza.
A testa alta, ma con l'anima distrutta.
Meglio venire nel riservato silenzio della chiusura estiva della scuola, meglio farlo senza che nessuno, ancora oggi, mi possa vedere.
Come un anno fa, quando da lontano ho assistito al tuo funerale, immobile e celato nella foresta. Io, il tuo assassino, ancora completamente sconvolto e incredulo per ciò che ero stato in grado di fare, odiato e vituperato da tutti coloro che ti piangevano.
Senza avere il diritto di piangere per te: nessuno me lo avrebbe permesso.
E anche ora, vedendomi davanti alla tua tomba, quanti di loro crederebbero alla sincerità del mio dolore?
Ma tu lo sai quanto mi sono costate quelle due maledette parole: tu lo sai come hanno definitivamente lacerato la mia anima.
Quella notte, però, l'anima di Draco è rimasta integra.
Era questo, soprattutto, ciò che volevi: la salvezza del ragazzo, impedire che a diciassette anni diventasse un assassino, come invece lo ero diventato io alla sua età.
Così mi hai pregato di ucciderti e di salvare l'anima del giovane Malfoy.
E di precipitare la mia sempre più a fondo nell'abisso.
Ed io l'ho fatto, dannato vecchio testardo: ti ho ucciso!
Una scelta tremenda, ancora una volta una scelta cui non potevo e non volevo sottrarmi: la giovane vita di Draco contro l'inestimabile dono della tua morte, l'anima ancora pura di un ragazzo contro la mia, ormai irrimediabilmente condannata e perduta.
Ancora una volta, era giunto per me il momento di scegliere: non ciò che era facile, ma ciò che era giusto, come tu, tanti anni fa, mi avevi insegnato.
Sono le scelte che facciamo che dimostrano quel che siamo veramente, mi dicevi sempre, e tu sapevi chi ero io, tu sapevi che cosa avrei scelto.
Ho esitato per un istante, là sulla torre, e tu mi hai guardato negli occhi.
Quale infinito flusso di pensieri nella tua mente completamente aperta alla mia, quanto profondo affetto, quale irrevocabile decisione!
Quanto incredibile coraggio, in quel tuo pregarmi di ucciderti senza altre esitazioni, senza pietà, senza tradire la mia copertura di spia.
Quanta infinita fiducia riposta in me, un tempo insensibile assassino e adesso solo, semplicemente, Severus.
Severus... ti prego...
Mille parole non dette, un'esistenza intera in quel silenzio spezzato, la tua vita che comprendeva e benediva la mia, la tua incrollabile fiducia in me, quella fede che un tempo mi aveva restituito alla vita e che ora mi chiedeva l'impossibile e reclamava in cambio la mia anima.
Ho dovuto ucciderti: era quello che volevi da me, il tuo ultimo desiderio, la tua ultima, crudele e ferma richiesta.
Era la scelta giusta, il mio dovere, solo il mio dovere, e l'ho fatto per te.
Solo per te: non l'avrei fatto per nessun altro.
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In difesa di Severus Piton
FanfictionUna raccolta di 13 storie, brevi e lunghe, scritta tra il 2005 e il 2007 per gridare al mondo quali motivi hanno spinto Piton a compiere determinati gesti e quali sono stati i sentimenti e le emozioni che ha provato. E che, soprattutto, Severus Pito...