Vedo l'imponente fortezza dell'Oscurità, le sue luci che attenuano appena la notte.
Odo i primi rumori della vittoria, gli schiamazzi della festa, le parole che s'inseguono nell'aria.
Eppure, non capisco: c'è qualcosa che non va, qualcosa di stonato.
E' paura: percepisco un terribile tanfo di paura.
Mi avvicino piano, guardingo: se del mio amore è rimasta solo cenere ardente, questo forse significa che Lucius mi ha infine denunciato.
Sono un traditore, tradito dal suo migliore amico.
Ma chi è il tradito e chi il traditore, in questo assurdo mondo dove il male trionfa sul bene?
Non riesco a credere a ciò che sento, a dare un significato logico alle parole senza senso che trapassano il mio cervello.
Non può essere accaduto l'impossibile, l'inverosimile, l'inammissibile.
Non può essere che un bambino di un anno abbia sconfitto l'Oscuro Signore.
Lui non può essere svanito nel nulla.
No, non è possibile: non può essere scomparso, sconfitto, svanito.
Io... io sono tornato per combatterlo, per morire immolando la mia inutile vita, cercando di darle ancora almeno un misero significato, con l'ultimo, volontario sacrificio.
No, non puoi essere morto, io... io volevo morire, soffrire e morire per espiare, almeno un poco, le mie colpe, e poi raggiungere la mia dolce Lys e abbracciarla per sempre nel silenzioso gelo della morte.
Invece sono qui, condannato a vivere, senza più scopo nella mia desolata vita, condannato alla solitaria sofferenza di un padre che si è appena strappato dal cuore la sua unica figlia, la sua sola speranza!
La mia bambina... non è più mia, non sarà mai una maga; i miei sortilegi non hanno perdono, sono Arti Oscure con un prezzo troppo alto, catene invincibili che una sola volta possono imbrigliare e stravolgere la realtà.
Fuggo via, veloce, e vorrei solo potere urlare la mia disperazione: tutto è perduto, fuorché la mia vita di dannato.
Gemiti inconsolabili mi sfuggono dalle labbra, crudelmente martoriate dai denti, mentre mi allontano di corsa verso un luogo dove nessuno mi potrà sentire.
Un urlo disumano e interminabile squarcia infine la notte, mentre il sangue, dalle labbra lacerate dai denti che finora hanno imposto il silenzio, mi cola sul mento e dentro la bocca, caldo e acre, maledettamente vivo.
La luna mi sorride beffarda, sovrana del nulla, algida bellezza di questa notte di disperazione.
Non ho più nulla... nulla.
Come lui, come il figlio dei Potter, lui che è orfano solo a causa mia.
Allora era vera, la profezia, anche se Silente ci credeva poco.
Un bambino di un anno ha sconfitto l'Oscuro Signore e mi ha condannato a vivere.
Io, che l'avevo destinato a morte certa con i suoi genitori.
Invece è vivo, mentre Lui è morto ed io non ho più nessuno scopo, nessuna battaglia da combattere, nessuna vendetta da compiere. Mi sono rimasti solo solitudine e rimpianto, per espiare le mie colpe: una scelta sbagliata che ha ucciso l'amore e la mia Lys e mi ha portato via per sempre la mia bambina.
E' tutta colpa sua, del bambino sopravvissuto: mi ha rubato ogni scopo nella vita privandomi della crudele sofferenza che meritavo e cui anelavo, che il Signore dei miei errori d'un tempo certo mi avrebbe elargito spietato, prima o poi, scoperto il mio tradimento.
Ed io glielo avrei gridato in faccia, orgoglioso del coraggio della mia Lys, gli avrei urlato in viso il mio tradimento, nella disperazione della perdita d'ogni mio futuro, felice di poter morire.
Ora, invece, posso solo vivere e odiare Harry Potter, il Bambino Sopravvissuto.
Lucius, maledetto, tu sapevi che avrei scoperto che l'Oscuro Signore si stava recando dai Potter, seppure all'ultimo momento; sapevi che avrei potuto fermarlo, che ci avrei provato, avvertendo Silente e forse riuscendo a salvare la vita a un bambino che non aveva bisogno del mio aiuto per sopravvivere.
Ma nessuno di noi poteva saperlo, e tu volevi che il tuo Signore vincesse, quasi quanto io volevo che perdesse.
Così hai ucciso Lys, la mia piccola Babbana, per non essere costretto a denunciare il mio tradimento, per non dover decretare la mia morte.
La morte della donna che amo in cambio della mia vita.
Un prezzo che non ero disposto a pagare.
Anche tu, amico mio, insieme a quel bambino, mi hai tolto tutto ciò che di più caro avevo al mondo.
Mi hai lasciato solo questa vita da dannato, questa vita che non voglio ed è solo sofferenza infinita, questa vita che nega l'amore e mi riempie solo d'odio verso me stesso.
Sono io la persona da odiare, solo io e nessun altro: odierò me stesso, intensamente e follemente, con tutto l'amore che non posso più offrire alla mia Lys e alla mia piccina, con tutta la cupa disperazione che assilla la mia anima perduta.
Condannato a vivere e a odiarmi in ricordo dell'amore che ho bruciato.
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In difesa di Severus Piton
Hayran KurguUna raccolta di 13 storie, brevi e lunghe, scritta tra il 2005 e il 2007 per gridare al mondo quali motivi hanno spinto Piton a compiere determinati gesti e quali sono stati i sentimenti e le emozioni che ha provato. E che, soprattutto, Severus Pito...