Brindisi per un amico

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Autore: Ida59 – 25/1/07 – revisione 11/2022

Beta Reader: nessuno

Tipologia: one-shot

Censura: Per tutti

Genere: Introspettivo, drammatico

Personaggi: Severus Piton e Albus Silente

Pairing: nessuno

Epoca: HP 6° anno

Avvertenze: nessuna

Riassunto: Un momento che arriva sempre, quello della resa e delle promesse. Senza inutili parole. Solo una lacrima, preziosa.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. La trama di questa storia è invece di mia proprietà e occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.


Brindisi per un amico


Una figura alta e magra avanza decisa nei sotterranei: le fiamme nei bracieri si alzano per un momento, sprigionando nuovi e scintillanti bagliori, quasi ad annunciarne il passaggio e illuminargli la via; poi tornano a languire tranquille alle sue spalle, in un rispettoso inchino, sottomesse al comando della lunga mano sottile, ormai irrimediabilmente bruciata da oscure fiamme ben più letali.

É davanti alla pesante porta di quercia decorata da scuri serpenti bronzei, sfumature di luce che sembrano fluttuare nell'oscurità. Leva la mano per bussare ma il massiccio uscio si apre e l'ombra della stanza lo avvolge, inghiottendo anche i serpenti, immobili, adesso, solo buio nel buio.

Il vecchio preside scuote il capo e tende la mano verso il camino che s'illumina all'improvviso del riverbero di fiamme rigogliose; poi ammicca mostrando a Severus una polverosa bottiglia di spesso e istoriato cristallo: il liquido scuro brilla rubando riflessi d'ambra alle fiamme.

Severus solleva piano una mano e il fuoco scema, docile, lasciando solo la brace a rosseggiare cupa: l'oscurità torna a regnare incontrastata nella stanza, mentre due bicchieri levitano nell'aria fino a poggiarsi sul tavolino davanti a lui.

- Non ce n'è bisogno, Albus: lo verso io nei bicchieri, questa sera!

Non voglio luce, adesso, non voglio che tu legga il dolore sul mio volto.

So che cederò, devo farlo: mi hai convinto dell'assoluta necessità di quella follia; so che stasera sei venuto per strapparmi alfine la promessa maledetta, che costringerà la mia volontà ben più strettamente del Voto mortale.

Ma al buio, Albus, ti prego, non devi vedere le lacrime nei miei occhi.

- Severus... ti prego...

Ti interrompi al gesto stizzito della mia mano.

So cosa vuoi dire, me lo hai ripetuto fin troppe volte in questi mesi, mentre disperato cercavo una soluzione che non esisteva: il veleno di fiamme oscure sta bruciando la tua vita dall'interno, con lento dolore, mentre tu sorridi ed io non posso fare nulla, proprio nulla.

Non posso guarirti dall'antica maledizione, non posso salvare la vita del mio unico amico.

Anche se vorrei.

Potrò solo ucciderti e salvare la mia vita.

Anche se non vorrei.

Prendo la bottiglia dalle tue mani e verso una generosa dose per entrambi: vuoto il mio bicchiere in un solo lungo sorso, lasciando che il liquido scenda bruciante nella gola, desiderando solo di poter bruciare anche il mio cuore.

La mia anima, invece, arderà nelle fiamme dell'Inferno qui, su questa terra, alla corte dannata del Signore dell'Oscurità, dopo aver compiuto ciò che deve essere fatto.

Di nuovo verso il liquore nel bicchiere, sotto il tuo sguardo preoccupato. Di nuovo lo vuoto in un sol fiato: tu resti immobile, in piedi davanti a me, il bicchiere stretto nella povera mano annerita.

La mia condanna: non aver saputo fare nulla per la tua mano, io che pensavo d'essere infallibile con pozioni e contro-incantesimi oscuri.

Stringo la bottiglia e mi accascio sulla poltrona, stanco di combattere una battaglia già perduta; un bicchiere, poi un altro ancora: fiamme liquide a bruciare gli ultimi residui di un'indomita volontà.

Hai vinto, Albus, con i tuoi sorrisi, la tua pazienza e la tua insistenza: hai vinto tu, come sempre.

Ti ucciderò, come mi hai ordinato.

Se sarà necessario, lo farò, se non ci saranno alternative, eseguirò i tuoi ordini; se servirà a salvare l'anima di Draco dannerò la mia, senza la più piccola esitazione.

Alzo gli occhi nel buio, a cercare l'azzurra tranquillità del tuo sguardo: puoi fidarti di me, come sempre.

Non c'è bisogno di parole tra noi.

Hai capito, sai che ho infine ceduto: sai quanto sto soffrendo e quanto ancora soffrirò, anche se l'oscurità ci avvolge, caparbia.

Ho bisogno di abituarmi di nuovo ad avere le tenebre intorno: lo capisci, vero, Albus?

Molto presto la mia vita sarà fatta solo di dolorosa oscurità; inutile cercare di sfuggirle: è il mio destino.

Ti sei seduto di fronte a me, stanco ma soddisfatto, e levi il bicchiere cercando di coinvolgermi in un inaccettabile brindisi, in onore della tua morte.

Rimango immobile, rigido, le labbra serrate e il pugno stretto intorno al bicchiere.

- Alla tua salute, Severus!

Vuoti il bicchiere d'un fiato, come un giovanotto incosciente dalla lunga vita davanti a sé e mille ragioni per festeggiare una difficile vittoria.

Una stupida lacrima brilla nelle tenebre dei miei occhi: so che l'hai vista e non la negherò.

Ti ucciderò, Albus, ma non brinderò alla vita che mi regali.

Non brinderò alla tua morte, ma lascerò che questa lacrima preziosa nasca in onore di un amico.

Chiudo gli occhi, li serro stretti, e la lacrima scende, scivola piano sulla gota pallida, pesante di dolore, greve di disperazione.

Ecco il mio muto brindisi, Albus, amico mio.

La tua mano, leggera, si poggia sulla mia spalla.

- Grazie Severus.


In difesa di Severus PitonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora