Scelte - Cap. 4 - Senza scelta

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Narcissa rimane rigida tra le braccia dell'uomo che ama, che ha sempre amato, ma che non ha mai scelto.

La paura sembra più forte di lei, più forte anche del suo coraggio di madre, ora che il demone biondo è tornato a reclamare la sua proprietà.

Adagio sposta la mano di Severus dal suo fianco e si allontana di un passo da lui, solo pochi centimetri, un baratro incolmabile.

Una sottile, fredda risata dà infine respiro all'orgoglio ferito:

- Se ti fossi sbagliato, Severus? Se lei preferisse, invece, il mio modo d'amarla?

Le parole graffiano il silenzio e, indifferenti, calpestano dolci pensieri d'amore.

Ancora paura che vibra forte di là del baratro, paura che il mago dagli occhi neri può leggere nei suoi pensieri ma che non può consolare e dolore che non può lenire.

Gli rimane solo l'immobilità del silenzio, per negare a se stesso il supplizio dell'attesa di quella scelta che non può più essere rinviata.

Narcissa sa che è arrivato il momento di scegliere.

Suo marito, il nobile e altero Lucius: bello, perfetto, ricco e potente, gelo doloroso sulla sua pelle ardente, stretta decisa sulle membra delicate. La guarda arrogante, sicuro di possederla ancora, di non averla mai perduta.

Il suo amante, lo schivo professore di Pozioni: tenebroso, solitario e malinconico, fuoco di passione a nutrire la sua anima affamata d'amore, abbraccio delicato a sostenere i suoi passi. La guarda con la solita dolce tristezza dei profondi occhi neri, temendo d'averla perduta per sempre.

- Avanti, Narcissa, vieni qua! – sibila Lucius, impaziente di vincere.

La maga si volta verso Severus, verso il suo rispettoso e appassionato amore: lui le sorride appena, un sorriso pieno di dolore e di libertà.

Vorrebbe che lui la chiamasse, che la strappasse via da Lucius, che la trascinasse via con sé.

Ma Severus, solo la guarda, tristi occhi neri che la lasciano libera, libera di scegliere come l'ha sempre lasciata in tutti questi anni.

Ma lei non ha mai saputo scegliere, ha sempre e solo saputo chinare il capo ed ubbidire.

Ancora non sa scegliere.

Lo sguardo imperioso di Lucius non le concede più tempo: il ghiaccio dei suoi occhi torna ad avvolgerla e possederla e lei ritorna a essere una splendida bambola senza vita, pupattola priva di volontà tra le mani di un sogno da troppo tempo infranto.

China il capo mentre una lacrima, perla preziosa di vita, le riga la guancia.

L'ultima lacrima, prima che il gelo la cristallizzi ancora sulle sue labbra.

China il capo senza avere il coraggio di guardare l'unico uomo che ama, il fuoco che potrebbe sciogliere le sue lacrime e renderle la vita.

China il capo e fa un breve passo verso Lucius, come allora, come sempre nella sua vita.



In difesa di Severus PitonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora