Capitolo 12

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Appena mi vede, si alza e mi viene incontro.

"Ciao amore, che hai?"
"N-nulla, ti devo parlare.. Urgentemente." afferma imbarazzato
"Okay, parla, dimmi tutto. Sono qui" sorrido per incoraggiarlo, ma sembra ripensarci.
"Ehm, senti.. Io devo dirti una cosa molto importante.. Sai.. Non so come dirtelo però.." divaga, mi sta facendo innervosire, cosa diavolo mi deve dire di urgente?!
"Parla, cazzo!" sono alquanto incazzata, ma devo calmarmi.
"Conosci Alice, della 1C?" annuisco per farlo continuare "Beh, mi ha.. Mi ha baciato. Ieri sera.."
"E..?" oddio, quella stronza. La reputavo una brava ragazza, ma ora le vorrei tirare un pugno in pieno viso.
"E mi è piaciuto.. Comunque io non voglio rompere con te, insomma, io ti amo, ma penso di provare qualcosa anche per Alice.. Comunque siamo pari, tu hai baciato Michele.." cosa cazzo sta blaterando?!
"Io non ho mai baciato Michi!" urlo incazzata, come può incolparmi di una cosa mai successa e baciare una per ripicca?!
"Si, me l'ha detto Alice.."
"E tu ascolti quella là?! Ma sei un coglione! Stronzo! Ti odio! Vattene!" sto piangendo, come può averlo fatto.
"Tra poco c'è lezione, non posso andarmene."

Corro via dall'aula, mando un messaggio a Michi.

-Ehi ciao, vieni fuori da scuola, è urgente, ti prego.-

Dopo poco vedo uscire Michele, corre verso di me preoccupato.
"Che hai Benni? perché stai piangendo? No dai non piangere, ti cola il trucco sul tuo bel viso." è sempre dolce con me.
"Lucas. Ha baciato Alice. Lo odio." rispondo singhiozzando.
"Ommioddio, che stronzo. Vieni qui, abbracciami" allunga le braccia, mi avvicino e lo stringo forte a me.

Abbiamo 5 ore libere, possiamo fare qualsiasi cosa.
Per primo andiamo a fare una colazione degna del suo nome: caffè, brioches, alla cioccolata per me e alla marmellata per lui, e un paio di pasticcini.

Poi andiamo a Mantova col bus a fare shopping. Per fortuna il giorno prima mi sono dimenticata di togliere i 50 € che avevo dentro lo zaino per la gita.

Finita la giornata, Michele mi aveva fatto dimenticare Lucas, ma una bancarelle mi ha fatto tornare alla mente quel giorno che mi ha accompagnata a Mantova e ha comprato quel cappello "swag" che gli piace tanto e me l'ha regalato.

Scoppio a piangere.
Michele mi consola e mi riporta a casa.

Arrivati a casa, mia madre è preoccupata perché sono tornata alle 3 invece delle 2:30.
Le racconto che sulla strada di ritorno c'è stato un incidente e l'autobus ha fatto tardi. Ci crede, le presento Michele e gli dico che dobbiamo fare i compiti, ma prima pranziamo.

Cuciniamo insieme, sempre col permesso di mia madre.
Ci facciamo la pasta col ragù, una squisitezza.
Per secondo scaldiamo la carne del giorno prima e come dolce cominciamo a fare il tiramisù per il pomeriggio.

Ci sediamo a tavola a mangiare e chiacchieriamo su cavolate, sulla scuola e su cosa vorremmo fare finiti i 5 anni.

Finito di pranzare andiamo di sopra a fare i compiti. Stranamente li abbiamo fatti tutti. Giochiamo alla play e mi batte parecchie volte, sono una vera schiappa ai giochi di lotta.

"Ehi Benni, dov'è il bagno?"
"Esci, giri a sinistra, vai avanti, la penultima a destra."

Mentre aspetto curioso nel suo zaino e trovo il suo cellulare.
Lo sblocco facilmente perché devo solo trascinare il dito e non so come mi ritrovo su whatsapp, l'ultima conversazione fatta è con Alice.
Confusa leggo cosa si sono scritti. Rimango sconvolta.

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