Capitolo 22

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Alessandro entra nella stanza correndo.
Mi vede sul letto a piangere, mi raggiunge e mi abbraccia.

"Vattene mamma! Sei ubriaca! Avevi promesso di non bere più!" gli urla Ale.

"Io non sono ubriaca!"

Alessandro si alza, afferra le braccia della mamma e la guarda negli occhi.

"L'avevi promesso. Mamma, l'avevi promesso." quasi si mette a piangere.

Mamma scoppia in lacrime chiedendogli continuamente scusa.

Alessandro l'accompagna di sotto. Scendo anche io per prendere la scopa e pulire per terra.
Sento che chiamano qualcuno.

"Si, ciao. Sono Alessandro. Mia mamma, Alice, ha ancora il problema dell'alcool ... Okay, domani? ... Perfetto, alle 16 domani. Ma per quanto? ... Okay, può andare, grazie. Ciao ciao" chiude la chiamata.

"Mamma, domani torni al centro di recupero."

"No, non voglio."

"Non vuoi ma devi. Non devi più bere."

La mamma accenna con la testa l'approvazione di quello che ha detto mio fratello.

La giornata va avanti noiosamente. Non ho nulla da fare e decido di guardarmi un horror e una commedia.

La sera usciamo fuori a cena. Andiamo a mangiare la pizza. Torniamo a casa tardi e mi butto sul letto stanchissima, non ho nemmeno avuto tempo di cambiarmi e accendere il cellulare per vedere se Raffaele mi avesse scritto.

Il giorno dopo mi sveglia mia sorella.

"Benni, vieni?"

"Dove?"

"Ad accompagnare mamma al centro di recupero. Ti ricordi che anche 10 anni fa l'abbiamo accompagnata e avevi conosciuto quel bambino carino carino? Il figlio del dirigente?"

"Eh, cos'ha?"

"È diventato grande anche lui. Potresti trovarti il ragazzo. Mamma poi sta via per un paio di mesi."

Ah è vero, lei non sa che ce l'ho già il ragazzo, ma non glielo voglio dire se no diventa troppo curiosa.

"Okay"

Non ho neanche il tempo di cambiarmi o di accendere il cellulare che partiamo subito.

Arrivati là, la mamma comincia a lamentarsi perché non vuole più andarci.

Stiamo là un'oretta per farle compagnia.

Usciamo e torniamo a casa. Il ragazzo di dieci anni fa non l'ho visto, suo papà ha detto che era ad aiutare una bambina in inglese.

Appena arriviamo a casa accendo il cellulare.
L'unico che mi ha scritto è Lucas.

-Ehi, oggi usciamo? Come amici, ovvio-
-okay, vieni da me?-
-perfetto, alle 4 va bene?-
-si si, ci vediamo dopo-
-okay, ciao-

Chiamo Lisa per sapere come sta, di quale altra casa stava parlando sua mamma e per aggiornarla su Lucas.
Dopo quattro squilli finalmente risponde.

"Ehi Lisa, come stai?"
"Bene dai, te?"
"Incasinata"
"Perché? Lucas o Raffaele?"
"Lucas. Oggi lo vedo, voglio sistemare questa faccenda."
"Sarebbe ora"
"Va beh, ma perché sei andata in questa altra casa?"
"Ehm, i miei si sono divorziati poco tempo fa mia mamma ha cambiato casa, ma in quella casa ci abito ancora, con mio padre però."
"Oh, mi spiace"
"Tranquilla, almeno per il compleanno ho due regali invece di uno"
"Ah beh, se aspettavi solo questo dal divorzio ahahahah"
"Ahahahah si appunto. Senti, io devo andare, ci sentiamo dopo così mi dici com'è andata con Lucas."
"Va bene, ciao"
"Ciao ciao"

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