passare dal voler prendere a botte Eddie al fumarci insieme è stato terapeutico, di solito ero con Vicky quando accadeva, lei stava li con me e parlavamo, aprivo quella piccola cassaforte che non mi permetteva di aprimi con nessuno e gettavo via la chiave per poi prendere un altro lucchetto e metterlo al posto di quello vecchio. con Eddie era diverso, parlavamo di tutto, poi ha fatto il più grande sbaglio che potesse mai fare e ci tagliai i ponti, ma ammetto che mi è mancato
"quindi gliela venderai?" domando guardando quel poco di cielo che non è nascosto dagli alberi "più tardi dobbiamo vederci qui, le proverò a vendere un oncia di afgano e cercherò di chiuderla li" dice come se non gli importasse nulla della situazione in cui siamo dentro entrambi "vorrei solo sapere perché ne ha bisogno, insomma ha una vita perfetta da come si mostra" sbuffo sdraiandomi sul tavolo e uso il mio zaino come cuscino "y/n... anche tu mi sembravi la ragazza dalla vita perfetta quando ci siamo conosciuti e dopo 2 ore mi sono ricreduto. insomma avevi tutto sotto controllo, poi dopo quello che è successo il 4 luglio sei diventata una drogata che porta dei fottuti occhiali da sole a scuola per nascondere il fatto che ha problemi di insonnia" dice sdraiandosi accanto a me per poter scrutare il quadro azzurro che si presenta sopra di noi
"sai, mi mancava tutto questo" dico dopo qualche secondo di silenzio, non ricevo risposta, solo uno sguardo confuso "insomma, sei l'unico con cui non ho avuto paura fin dall'inizio a raccontate tutti i miei problemi. sei il mio giallo" continuo mettendo la testa sul suo petto "il tuo giallo? che significa" domanda perplesso, un sorriso spunta sul mio volto e quasi non ci credo che non sa di cosa sto parlando "ti ricordi quando eravamo in riva al lago a fine estate, ti avevo raccontato tutti motivi per cui una persona associa un colore ad ogni individuo che conosce: tu ad esempio sei il mio giallo perché mi dai spensieratezza, felicità, ottimismo e speranza" non dice nulla, sento solo il suo battito cardiaco accelerare alle mie parole "questa cosa dei colori dovrai rispiegarmela quando non sarò con la testa altrove, magari ti assocerò anche io un colore" risponde mentre mi cinge il braccio attorno alla vita
dopo il nostro piccolo discorso ci siamo addormentati, mi sono sentita finalmente me stessa per qualche ora: una semplice ragazza con problemi di droga e una vita disastrosa e non come mi mostro in giro, sempre sorridente con il senso dell'umorismo sempre attivo anche nei momenti difficili. neanche con Vicky mostro questo mio lato.
"y/n" mi chiama con la bocca impastata dal sonno il riccio "dimmi Munson" rispondo mettendomi a sedere "ho fame" dice poggiandosi sui gomiti, i capelli gli coprono il viso e sono più incasinati di prima "pure io, andiamo caffetteria?" propongo avvicinandomi verso il suo volto per sistemargli l'ammasso di capelli "ci sto" dice alzandosi con fin troppa energia dal tavolo "aspetta -si blocca e si volta verso di me- che ore sono?" tira su il suo polso e imitando un'uomo d'affari controlla l'orario "le 11 e 34" dice con voce autoritaria, abbiamo saltato il pre partita e tre ore di lezioni, meglio di così non può andare "la caffetteria sarà vuota, muoviamoci" mi alzo dal tavolino e inseguo il riccio verso la scuola. arrivati in caffetteria ci siamo divisi, io mi sono diretta al tavolo del club di teatro mentre Eddie è andato dai suoi amici del Hellfire
"secondo me per realizzare i costumi dovremmo chiedere a qualcuno che non sia Tara" dice acido Justin, è il protagonista in tutti gli spettacoli che abbiamo organizzato fino ad ora, mai vista persona più permalosa di lui "tara fa sempre dei bei bozzetti magnifici, perché dovremmo cambiare costumista" mi aggrego alla conversazione, Justin mi fulmina con lo sguardo "tu pensa alle scenografie e sta zitta" risponde a tono "come prego?" dico stupita "è grazie a me se portate in scena i vostri spettacolini di merda" mi alzo in piedi facendo strisciare la sedia sul pavimento che provoca un rumore talmente fastidioso da far zittire l'intera mensa "con le mie scenografie, studiate e progettate ti faccio fare solo bella figura. pensa te se devo farmi zittire da uno stronzo con la faccia da cammello" un sussulto si sente dal tavolo delle Cheerleader, mi volto verso Vicky che è a pochi tavoli di distanza con la banda e mi fa segno di calmarmi, scuoto la testa e riprendo a parlare "sei solo un viziato di merda Martinez che non si accontenta di nulla" concludo rimettendomi a sedere "lo spettacolo è finito, tornate a farvi i fatti vostri" dico con tono alto a tutti gli studenti presenti, in un batter d'occhio tornano tutti a parlare tra di loro e mangiare "e comunque, reciti di merda" gli rivolgo un sorriso a 32 denti, il quale lo fa alterare "calmati Justin" gli mette una mano sulla spalla Kurt, l'addetto luci "sono calmissimo. levami le mani di dosso" dice scrollando la schiena, Kurt interrompe il contatto con il moro e abbassa la testa verso il tavolo. la calma finalmente torna al tavolo e tutti sono tornati a parlare tra di loro, io mi godo soltanto il pranzo e neanche ascolto per evitare un altra scenata davanti a tutta la scuola
l'ora di pranzo é quasi finita e per evitare gente nei corridoi decido di andarmene verso il bagno, mentre sto per uscire dalla caffetteria la voce di Munson prende possesso della sala "ma la passione per la banda, per la scienza o per le feste" il suo tono diventa come schifato e riceve un generoso Vaffanculo da parte del tavolo dei festaioli "o per un gioco in cui devi buttare le palle nella cesta del bucato" dice alzando ancora di più la voce "vuoi qualcosa svitato?" domanda alzandosi in piedi Jason, Eddie gli risponde imitando il verso di qualche strana creature con le mani che gli simulano delle corna ai lati del volto, si sente qualche risata in sottofondo e Jason ormai stanco della situazione si torna a sedere e il riccio gli volge un sorrisetto di sfida "è conformismo forzato dice mentre ritorna al suo posto cercando di non pestare il pranzo dei suoi amici, mi incammino verso il suo tavolo per sentire meglio la sua sceneggiata e quando arrivo scende di scatto verso una ragazza che dalla paura va a sbattere contro una colonna "ecco che cosa uccide i ragazzi!" dice mentre si inchina per far passare due cheerleader e le risate da parte dei suoi amici si sentono ancora più vicine "bello spettacolo" dico avvicinandomi "grazie, neanche il tuo era male" risponde facendomi l'occhiolino mentre torna a sedersi "ricorda quello che ti ho detto prima" lo avviso prima di tornare sulla mia strada
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il game master || Eddie Munson
Fanfictiony/n è una ragazza con una vita perfettamente disastrosa, nulla ha più un senso dopo la perdita del padre alla festa organizzata per il 4 luglio del 1985, tutto il suo mondo ha smesso di girare dopo la chiamata del distretto di polizia. A quasi un an...