20 • Ci sono io •

449 25 2
                                    

Respira. È solo una brutta giornata,
non una brutta vita.

(Macklemore)

Sorpassò i grandi cancelli neri, Julie aveva sempre amato il silenzio ma quel tipo di silenzio le metteva una strana sensazione addosso.

Vide qualche anziana cambiare i fiori ai propri parenti, non avrebbe mai pensato di dover fare una cosa del genere anche lei così presto, cercò per qualche minuto e poi la vide.

Vide la lapide dei suoi genitori, gli occhi le divennero subito lucidi, poggiò delicatamente il mazzo di fiori lì vicino, prese il vaso di vetro e lo andò a riempire ad un rubinetto con dell'acqua fresca, tornò indietro e mise i fiori nel vaso.

Accarezzò le foto dei genitori e poi, fregandosene se fosse sporco o meno, si mise seduta a terra con le gambe incrociate.

Li fissò per un po' e poi sospirò 《Mi mancate.》disse con la voce strozzata dalle lacrime che minacciavano di uscire 《Mi mancate tanto.》continuò 《Ho portato le rose rosse, quelle che piacciono tanto a te mamma, quelle che papà ti portava sempre.》continuò con un sorriso nostalgico sul viso 《Sapete, ho conosciuto molte persone, ho ritrovato Theo, JJ. Ho visto anche Jennifer e oggi ho visto Cole. Stiamo continuando quello che avete iniziato voi, stiamo cercando chi ha ucciso voi e i genitori dei ragazzi, ce la stiamo mettendo tutta.》continuò.

Mentre tratteneva le lacrime e giocava con un filetto d'erba continuò a parlargli come se fossero lì difronte a lei, come facevano la domenica a pranzo quando erano tutti insieme.

La ragazza era rimasta tutto il giorno lì, la custode si avvicinò a lei e le toccò una spalla 《Tesoro, stiamo chiudendo.》le disse con un sorriso dolce e dispiaciuto in volto 《Oh, certo. Mi scusi.》rispose lei alzandosi 《Me ne vado subito.》disse guardando i genitori 《Ciao mamma, ciao papà.》disse deglutendo per poi sorridere gentilmente alla donna ed andarsene.

La strada era illuminata solamente dalla luce dei lampioni, il cielo era ricoperto dalle nuvole scure.

Julie camminava trascinando i piedi sull'asfalto, alzò lo sguardo al cielo, di lì a poco si sarebbe scatenato un temporale, i suoi capelli mossi iniziavano ad arricciarsi a causa dell'umidità.

Andare a trovare i suoi genitori le aveva messo una strana sensazione, non le era mai piaciuto andare nei cimiteri perché le mettevano sempre ansia e angoscia.

Era sfinita, non solo fisicamente ma, soprattutto psicologicamente. Le sembrava che in quel periodo niente andava nel verso giusto.

Aprì la porta di casa abbandonando le chiavi sul mobile lì vicino, sbuffò passandosi una mano tra i capelli.

Era tutto buio, pensò che Ryan fosse andato a dormire, invece, all'improvviso se lo ritrovò davanti 《 Pensavo stessi dormendo.》disse guardandolo nelle iridi grigie illuminate dalla poca luce dei lampioni che entrava dalle finestre.

Il ragazzo non disse nulla, si limitò a guardarla, fin quando decise di aprire bocca 《Come stai ?》le chiese osservando i capelli arricciati, i jeans sporchi di terra, le mani graffiate e gli occhi che esprimevano tutto ciò che non diceva la voce.

A quella domanda Julie sentì un nodo formarsi alla gola e gli occhi iniziare a pizzicare 《Bene, sto bene. Devo solo andarmi a fare una doccia.》rispose cercando di sviare il discorso, fece per superarlo ma il corvino l'afferò per un polso e in un secondo si ritrovò fra le sue braccia.

Venne investita dal profumo di cioccolata e caffè, le lacrime iniziarono a scivolare dai suoi occhi una dopo l'altra, non riusciva più a fermarle.

Ryan la strinse più a sé portando una mano tra i capelli lunghi e mossi e appoggiando il mento sulla sua testa.

Sempre teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora