9 • Il Cameriere •

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Un amico è ciò
di cui il cuore ha
sempre bisogno.

(Hanry van Dyke)

Era venerdì, il moro e la ragazza non si parlavano, o meglio, se parlavano finivano sempre per litigare e questa cosa non era di certo sfuggita ai loro amici.

Julie uscì di corsa dall'edificio diretta verso l'autobus, quella mattina la sveglia non era suonata e se non fosse stato per Trevis, che era andato a chiamarla, la bionda-cenere si poteva benissimo trovare ancora nel suo letto.

Arrivarono davanti la scuola, i due migliori amici si guardarono e poi Julie, accompagnata da Zoe, si diresse in classe. Lei e la ragazza iniziarono a parlare della sera seguente, Julie non era affatto felice ma vedeva come si illuminavano gli occhi dell'amica mentre parlava e questo le bastava. Si lasciò contagiare così tanto da quel brilluccichio che, dopo varie richieste o meglio suppliche, acconsentì per andare a comprare dei vestiti.

La bionda-cenere non aveva vestiti per le feste nell'armadio all'orfanotrofio, quei pochi che aveva, cioè due o tre, si trovavano a casa sua insieme alla maggior parte dei suoi libri.

Quella mattina la ragazza fu interrogata dalla Thompson e prese un otto, sembrava che la giornata promettesse bene. Andarono a pranzo alla mensa della scuola, il corvino posò davanti la ragazza un piatto con dell'insalata e una fettina e da parte c'era una mela.

Ryan era sempre il solito insopportabile ma stava cercando di fidarsi. Durante il pranzo parlarono tutti allegramente e la ragazza sentì uno sguardo bruciarle la pelle ma non era lo stesso sguardo di sempre, quella volta era del moro.

Julie rimase da sola in aula, voleva finire di copiare degli appunti e nel frattempo se ne erano andati tutti, prese lo zaino e se lo mise in spalla, uscì dalla classe chiudendo la porta 《Jul-》iniziò ma venne interrotto 《Non mi va di litigare Mattheo.》disse la ragazza continuando a camminare 《Julie aspetta !》esclamò lui seguendola 《Perderò l'autobus. 》disse continuando a camminare 《Ascoltami, ti prego.》disse a bassa voce afferrandole, delicatamente, un polso.

Julie sospirò e si girò nella sua direzione guardandolo negli occhi 《Sei la mia migliore amica, e se ti accadesse qualcosa...》iniziò guardandola nelle iridi marroni, la ragazza si accorse che gli occhi dell'amico erano diventati lucidi, 《 Perderei la testa.》aggiunse.

D'improvviso anche gli occhi della ragazza divennero lucidi, lo guardò per qualche secondo per poi fiondarsi nelle sue braccia le quali la accolsero immediatamente.

Un singhiozzo lasciò la bocca della ragazza 《Mi dispiace.》disse in un sussurro 《No, no Julie. Non devi scusarti, non è colpa tua.》disse il moro accarezzandole i capelli, di certo non aveva fatto tutto da sola, non aveva deciso da un giorno all'altro di mangiare sempre di meno. Sapeva che c'era qualcosa sotto.

Si staccarono lentamente dall'abbraccio 《Mi sa che l'ho perso veramente l'autobus.》disse la ragazza ridendo e asciugandosi una lacrima che le era scivolata solitaria sulla guancia, il ragazzo rise scuotendo la testa 《Ti accompagno io.》disse mettendole un braccio intorno alle spalle e dirigendosi verso l'uscita.

Era la prima volta che la ragazza entrava in uno dei centri commerciali di New York, c'erano tantissimi negozi che vendevano una marea di cose diverse, la gente entrava e usciva dai negozi. C'era chi si fermava a prendere un caffè e chi si fermava a fare merenda nelle pizzerie.

Julie fu trascinata dalla ragazza dai capelli rosa in uno dei tanti negozi, iniziarono a girovagare. La ragazza non voleva niente di stravagante, solamente un vestito abbastanza elegante per una festa, Zoe girava per i reparti trascinandola con sé. Per lei tutti i vestiti erano stupendi.

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