PROLOGO

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<<dovete correre chiaro? avete vent'anni non cinquantasette; avanti correte>> diceva Kaila ai ragazzi della sua squadra mentre continuava a fischiare ripetutamente dentro il fischietto che portava al collo.
<<kaila ce la lasci un attimo di tregua? ci alleniamo da giorni siamo sfiniti>> aveva detto Chiesa passando si una mano tra i capelli.

la ragazza per tutta risposta con i suoi 165 centimetri si diresse verso il calciatore della Juventus.
<<sentite, già è stata una batosta non aver passato le qualificazioni per i mondiali, se adesso volete perdere anche gli spareggi, fate pure ma io non me ne prende una colpa>>

i ragazzi erano rimasti abbastanza spiazzati dalla durezza della ragazza ma non ne erano poi alquanto sorpresi alla fine sapendo quello che stava accadendo in casa mancini.

infatti da qualche giorno il capo famiglia, nonché Roberto Mancini, ex allenatore e giocatore della Nazionale, stava insistendo per andare a monaco quel fine settimana per vedere il gran premio formula 1.

a Kaila non aveva mai fatto impazzire perché non trovava un gran senso a quelle macchine che si rincorrevano, infatti non aveva mai partecipato a questa tradizione di famiglia.

<<Ei piccoletta, fidati che andrà tutto bene durante il tuo soggiorno a monaco ok? so che non é la tua solita routine ma potrebbe essere bello affrontare una nuova esperienza>>

Pessina era sempre stato il suo preferito tra tutti, era come un fratello maggiore, non che Kaila non avesse a casa un fratello 15enne rompi palle, ma andiamo Pessina era Pessina.

<<lo so, lo so, sono solo agitata per questi spareggi e tutto il resto, e di certo il fatto che mio padre insista così tanto non aiuta>> mugolava nell'abbraccio con il giocatore dell'atalanta, che aveva avvolto il braccio intorno le spalle della ragazza per cercare di darle un po' di conforto.

<<e poi che ne sai? magari incontri l'amore della tua vita proprio lì>> disse il ragazzo scoppiando a ridere. sapendo quanto lei fosse scettica riguardo l'amore.
<<si, si, sicuramente. sei proprio spiritoso. Pess>> aveva esordito accennando un piccolo sorriso.

nel mentre a 600km di distanza un moro alto 1 metro e 80 si stava preparando per scendere a cena con la sua futura cognata, suo fratello, e sua madre.

<<allora Charlie come è andato l'allenamento oggi?>> aveva chiesto Pascale Leclerc, la madre del ragazzo.
<<bene, è stato come gli altri>>
<<tra una settimana GP fratello sei pronto?>> disse Arthur dando una pacca sulla spalla al fratello.

<<sempre pronto>> aveva risposto sicuro di se. come diceva sempre il padre del ragazzo "se in formula 1 non pensi di essere il migliore non vai da nessuna parte" e da quando lui era morto quello era diventato il mantra del ragazzo.

<<ah ragazzi, venerdì pomeriggio arriverà qui tutta la famiglia mancini, mi aspetto che trattiate bene tutti>>
aveva detto Pascale interrompendo il flusso dei pensieri di Charles.

<<certo mamma fai sempre questo discorso quando vengono.>> disse Arthur <<e poi voglio un gran bene a Loris lo sai, anche se è più piccolo quel ragazzino ha un vero e proprio talento per le macchine>> concluse.

<<al contrario della sorella che è un asso nel calcio>> esordì per la prima volta nella conversazione Carla, la futura cognata di Charles.

<<a proposito, quest'anno viene anche lei>> disse Pascale con tutta la calma del mondo, come se fosse una cosa normale.

<<scusa mamma ma davvero?>> chiese il minore dei Leclerc stupito dall'affermazione fatta dalla madre.

<<si, Roberto l'ha convinta così che possa staccare un po' prima di giocare la partita per gli spareggi; come ho detto mi aspetto che la trattiate bene>> concluse la donna.

<<anche perché stiamo parlando della prima donna allenatrice nella storia...lei è una grande ha fatto una grande rivoluzione nel femminismo>> aggiunse Carla, anche lei una grande attivista.

Charles si chiedeva se era vero quello che si diceva in giro sulla maggiore dei mancini, sul fatto che non ridesse mai e sul fatto che davvero non avesse un debole per il Gran Premio.

doveva ammettere che voleva proprio conoscerla.

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