capitolo 18

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CHARLES' POV

se potessi descriverla in questo momento probabilmente non userei parole, ma solo il modo in cui la guardano i miei occhi.

non porta un vestito provocatorio che al solito le donne mettono per impressionare gli uomini, anzi non porta nemmeno un abito, ma una tuta intera nera sorretta da delle airforce bianche.

sopra porta anche un chiodo di pelle bianco ed ha con sé una borsetta a tracolla nera.

è semplicemente perfetta questa sera.

la vedo attaccare al telefono e poi imprecare contro di esso mentre esce dal cancello di casa sua.

voleva venire a Monaco ma siccome si era già fatta già più di 10 ore di viaggio per me, ho deciso di venire a Torino per qualche giorno.

ero abbastanza stanco di vederla solo in videochiamata, certo era bello vederla sorridere attraverso la telecamera mentre mi raccontava di quello che aveva fatto durante la giornata.

ma sono sicuro che vederla sorridere mentre mi parla di sè sia ancora più bello.

quindi appena subito dopo il GP del Canada, dove sono arrivato secondo, ho preso la macchina e sono venuto a Torino.

avevo trovato un ristorante non troppo elegante, ma che mi sembrava davvero carino, sembrava perfetto come primo appuntamento.

mi arriva vicino e sorrido vedendo quanto, nonostante le scarpe con il rialzo, sia molto più bassa rispetto a me.

<<ei>> mi sorride.

quanto è bella.

<<ciao>> dico per poi prenderla per i fianchi e baciarla.

<<sei bella>> le dico spostandole una ciocca di capelli mori dietro l'orecchio.

i capelli che porta quasi sempre legati questa sera sono sciolti e sono abbastanza ribelli.

<<la smetti di dirmelo sempre?>> mi rimprovera lei.

<<finché tu non ci crederai io continuerò a dirtelo>> le faccio un occhiolino e poi le apro la porta della mia Ferrari.

fa una smorfia e sale in macchina.

rido per quanto è buffa.

<<mi devi dire dove andiamo>>

<<non te lo dirò smettila, est une surprise>> le dico in francese.

<<non provare ad usare lo charm francese su di me Leclerc, voglio sapere dove andiamo>> si gira verso di me.

<<no>> rispondo secco.

volevo che fosse tutto una sorpresa.

<<va bene>> si risistema sul sedile con le braccia conserte <<tanto qualsiasi strada prendi la riconoscerò, conosco ogni parte di Torino>> mi sbeffeggia lei.

la guardò assottigliando gli occhi e poi allungo la mano fino a pizzicarle il fianco.

lei sobbalza e ride.

<<soffri il solletico sui fianchi>> affermo io.

quindi anche un cuore di ghiaccio come il suo soffre il solletico.

<<no>> dice con tono tutt'altro che deciso.

alzo un sopracciglio e poi prendo a farle il solletico sui fianchi.

scoppia a ridere e io con lei.

<<smettila cretino guarda la strada, altrimenti ci farai andare a sbattere>> mi dice tra una risata e l'altra.

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