capitolo 8

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CHARLES' POV

ok avrei dovuto solo affrontare le qualifiche... l'avevo fatto milioni di volte... che cosa poteva mai distrarmi?

Kaila Mancini.

non riuscivo a levarmi dalla testa la nostra conversazione, o meglio dire, la nostra discussione di questa mattina.

possibile che ogni volta che ci rivolgevamo una parola finivamo per discutere su qualcosa; andiamo a malapena ci conoscevamo.

erano quanto? 16 ore che ci conoscevamo e non eravamo ancora riusciti ad avere una conversazione da ragazzi di 20 anni.

e adesso era seduta lì, sugli spalti, con i capelli castani lisci sistemati sotto al cappello e con gli occhiali che le ricadevano sul naso, a parlare al telefono con chissà chi.

non riuscivo a smettere di fissarla, li con il sole che le illuminava il viso, almeno la parte non coperta dall'ombra del cappello.

non si poteva mettere in discussione che fosse davvero una bella ragazza, capelli castani, occhi azzurri e anche un bel fisico per quanto mi riguarda.

<<non capisco cosa ti abbia fatto quella ragazza in nemmeno un giorno ma sembri piuttosto perso fratello>> Arthur arrivo sorridendo dandomi una pacca sulla spalla.

<<ma cosa cazzo dici? andiamo la conosco da meno di 24 ore, ha solo un caratteraccio che dovremo sopportare fino a martedì, poi grazia divina non la vedremo mai più>>

<<eppure non mi pare che tu non la voglia più vedere, da come la guardi>> ride lui.

adesso lo meno.

<<ma la smetti?>>

<<e comunque non credo che sia una stronza apatica, quella ragazza è stata privata della persona che la amava di più quando era ancora piccola e suo padre non ha aspettato nemmeno che il funerale finisse per risposarsi. è solo.. chiusa in se stessa>>

sapevo che quello che stava dicendo mio fratello fosse vero.

dagli occhi di quella ragazza traspariva più di quanto lei volesse.

<<senti le qualifiche iniziano tra dieci minuti, al posto di parlare aiutami a rimanere calmo>> dico.

<<d'accordo, d'accordo, mi scusi se l'ho turbata>>

<<sei uno stronzo>> sbotto ridendo.

adesso devo pensare alle qualifiche e non ad altro.

ho bisogno assolutamente di fare Pole, e non lascerò che un'allenatrice più piccola di me mi rovini le qualifiche.

<<Charles, in macchina iniziamo>> mi dice Mattia.

<<arrivo>> rispondo.

iniziamo.

ok sono pronto. l'ultimo giro. è il mio momento.

i primi due non sono andati come mi aspettavo... avevo in testa quella l'ora dagli occhi azzurri e giuro che avevo pensato a qualsiasi cosa, ma niente.

quella conversazione di sta mattina è impressa nella mia mente come se fosse una nozione di scuola da imparare a memoria.

eppure non era stata una discussione di chissà quale importanza.

ma la sua voce era impressa nella mia testa.

ma non devo pensarci.

devo fare Pole.

e cazzo mi sarei tagliato le palle piuttosto che perdere per una stupida ragazzina.

KAILA'S POV

sto cercando di seguire le qualifiche, ma mi è praticamente impossibile siccome ho già ricevuto 8 chiamate da 8 persone diverse.

essere un personaggio pubblico è stressante più di quanto si possa immaginare, ma mentirei se dicessi che non sono innamorata del mio
lavoro.

il calcio è sempre stato una parte fondamentale della mia vita, sin da quando avevo poco più di un anno andare allo stadio era la cosa che preferivo di più al mondo.

la prima parola che dissi fu "palla", non "mamma" o "papà" o "pappa" come molti altri bambini.

papà mi ha sempre detto che io sono "predestinata" per questo sport.

da sempre.

ogni tanto a casa per scherzo mi chiamava dicendo "predestinata vieni un po' qui ad apparecchiare" e per anni mi sono arrabbiata con lui perché non credevo che fosse vero.

però devo ammettere che forse è veramente così.

sono legata a questo sport più di quanto io lo sia a qualsiasi persona.

il mio flusso di pensieri viene interrotto da Carla Brocker che si siede accanto a me.

<<ehi come stai?>> mi chiede sorridente.

<<bene diciamo. tu?>> cerco di essere il più cortese possibile, ma la verità è che non ho molta voglia di parlare, sopratutto dopo ieri sera.

non mi vergogno di quello che è successo, più di parlare di nuovo con loro.

<<senti per la scenata di ieri sera, scusa, non è stato proprio il modo migliore di presentarsi.>>

<<anzi, è stato epico. sei stata una delle prime che ha tenuto testa a Charles. poi io ti trovo un esempio di "girl power", davvero ti stimo tanto>> dice sorridendo con tono gentile.

non so se effettivamente fidarmi, ma sembra sincera. di solito riconosco quando le persone mentono e non mi sembra una bugiarda.

<<grazie, ne sono felice.>> accenno un sorriso sincera.

sembra simpatica.

ma non voglio allargarmi troppo, non la vedrò più dopo martedì e quindi iniziare una conoscenza che andrà a finire nel nulla é inutile.

<<oh ecco guarda Charles sta per fare pole>>

3...2...1...

vedo tutta la curva con i tifosi della Ferrari alzarsi, mio fratello e Arthur sono poco più avanti, vicino le grate che urlano e battono il 5 alle persone, e la ragazza affianco a me si alza urlando.

ok sono tutti matti...

<<Charles ha appena fatto Pole!>> mi dice urlando Carla per sovrastare il casino che stanno facendo intorno a noi.

<<cosa sarebbe?>> chiedo, avendo una conoscenza base di quello "sport" se così lo si voleva chiamare.

<<oh giusto, praticamente facendo Pole, che sta per PolePosition, cioè primo posto, nella gara di domani partirà per primo>> dice, spiegandolo probabilmente in parole povere.

non capisco cosa ci sia di così epico... però ok.

Charles esce dalla macchina e tutti idolatrano con applausi e apprezzamenti.

si leva il casco.

ok dovevo ammettere che Charles Leclerc non fosse un brutto ragazzo, anzi, tutto il contrario.

non so perché ma con i capelli sudati che gli ricadevano sulla fronte, la tuta della Ferrari rossa che gli fasciava il corpo e il sorriso, che dovevo ammettere fosse molto luminoso... beh si è molto attraente.

fanculo.

cosa cazzo mi passa per le testa?

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