Capitolo 3

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Caleb Pov's

Sono sveglio solo da qualche minuto per il terribile dolore alla testa ma quando ricordo quella che è successo stanotte non posso fare altro se non sorridere soddisfatto. Il buon sesso mi mette sempre di buon umore e questo non mi manca mai.

<Ho voglia di te.> la voce fastidiosa di Clary arriva alle mie orecchie attirando così la mia attenzione.

<Sai quello con devi fare> vedo il sorriso malizioso che si forma sulle sue labbra mentre si posiziona in mezzo alle mie gambe afferrando in mano il mio membro masturbanomi leggermente e quando è ereto se lo infila in bocca succhiando forte mentre con la mano continua a fare dei movimenti circolari andando a ritmo con la testa facendo su e giù riempendo la sua bocca con il mio membro.

<Più forte dannazione> ringhio eccitato quando sento che mano poco per venire.

<Cazzo> impreco quando caldi schizzi di sperma si riversano dentro la sua bocca.

<Sei stata brava, come sempre.>

<Che fai non continuiamo?> chiede sbigottita quando vede che mi alzo dal letto.

<Dovevo solo svuotare le palle e l'ho fatto. Non mi va di scoparti.>

<Sei uno stronzo.> sbotta incazzata ma l'attimo dopo aver finito di parlare il suo viso diventa bianco quando si rende conto chi ha realmente davanti.

Mi appoggio al letto con un ginocchio avventandomi su di lei afferrandola per il collo, stringendo forte.

<Non ti permettere mai più di rivolgerti a me in questo modo. Non dimenticare chi hai davanti ma soprattutto non dimenticare quale è il tuo posto, puttana!> sbraito contro di lei mentre la stretta intorno al suo collo si fa sempre più intensa.

<Hai capito?>

<Si> sussurra a malapena e dopo averla guardata un'ultima volta rilascio la presa su di lei per poi afferrare i miei vestiti e uscire da quella stanza.

<Capo>

<Hai qualche novità Dylan?> chiedo al mio uomo di fiducia nonché migliore amico mentre mi incammino fuori dal hotel con lui alle mie calcagne. È l'unico di cui mi fido in questa cazzo di vita e anche l'unico che considero amico, gli devo la vita infondo.

<Ieri abbiamo venduto il doppio rispetto ai giorni precedenti.>

<Il locale invece?>

<I clienti si stanno lamentando, vogliono merce nuova.>

<Questo è un problema che va risolto subito.>

<Mi metto subito a cercare.>

<Tessa?>

<L'ho riportata a casa ieri sera appena è finita la gara.>

<Non mi piace vederla in quel posto.> ringhio incazzato mentre salgo in macchina.

<Quella ragazza è così determinata che è meglio accontentarla, sai così e più facile tenerla d'occhio.>

<Cosa c'è che non va Dylan?> chiedo dopo lunghi attimi di silenzio. Lo conosco abbastanza per sapere che qualcosa lo turba soprattutto quando continua a strofinare la mani in continuazione fra di esse.

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