Capitolo 8

2.8K 134 23
                                    

Caleb

<L'operazione avrà luogo stasera a mezza notte. Guardate bene la mappa e memorizzate il piano perché non voglio problemi con questo incarico. Riceveremo cinque tonnellate di hashish dalla Colombia in questo punto cui dove noi aspetteremo con le cinque barche che abbiamo a disposizione. Dovremmo passare la merce nel minor tempo possibile e andarcene prima che arrivi la guardia costiera. Sulla costa spagnola ci aspetteranno il clan Garcìa per consegnare la merce>

<Perché così tante barche?> chiede curioso Dylan puntando i suoi occhi su di me.

<Le barche interessate saranno solo due mentre le altre saranno un semplice diversivo.>

<Intendi per la guardia costiera?>

<Esattamente. Le altre tre barche saliranno al bordo pacchetti uguali solamente che quelli saranno puliti, l'unica cosa che troveranno lì dentro di illegale sarà della semplice e insignificante farina>

<Ma la farina non è illegale> risponde stupidamente mentre continua a guardarmi perplesso.

<Infatti>

<Come cazzo ti vengono certe idee?>

<Lui è nato per questo, il suo destino è portare avanti il nome della famiglia e farsi rispettare> ride mio padre in modo malsano. È colpa sua e di quel bastardo di suo padre se oggi sono diventato quello che sono, il narcotrafficante più temuto e spietato.

<Voglio tutti concentrati e se qualcosa dovesse andare storto giuro che vi ucciderò con le mie stesse mani soprattutto se dalla vostra bocca uscirà il mio nome> ringhio autoritario mentre tutti i presenti abbassano la testa. Mi piace avere il potere.

<Hai trovato quel pilota?> chiedo a Dylan una volta che siamo rimasti soli.

<Non ancora>

<Che cazzo aspetti allora? Voglio il suo nome sopra la mia scrivania prima di domani> ordino incazzato. Odio quando devo aspettare per una cosa che io voglio. Esco dal mio ufficio con l'intenzione di andare in giardino a fumare una sigaretta ma la voce di mio padre che sussurra al telefono interrompe i miei piani.

Perché cazzo sta sussurrando ma cosa più importante con chi starà parlando? Non è da lui, inizio a pensare cose che non dovrei, più passa il tempo e più la mia fiducia in lui diminuisce. Devo decisamente scoprire cosa cazzo nasconde.

<Dove sei coglione?> chiedo una volta uscito fuori mentre dalla tasca del giubbotto tiro fuori il pacchetto di sigarette.

<Ciao anche a te Caleb, sai e buona educazione salutare>

<Smettila di fare il coglione Aron ho bisogno di te prima di subito>

<Cosa ti serve?> chiede diventando serio. Io non chiedo mai favori e quando lo faccio vuol dire che sono in una situazione critica.

<Devi controllare Tom> arrivo dritto al punto senza troppi giri di parole, infondo è una cosa che odio. A me piace andare dritto al sodo.

<Stai scherzando?>

<Quando mai io scherzo?> sbotto irritato dalla sua stupida domanda.

<Cosa vuoi che scopra?>

<Tutto, qualsiasi movimento che fa, dove va, con chi parla e cosa mangia. Devi scavare fino in fondo perché c'è qualcosa che nasconde quel bastardo e se scopro che cerca di fregarmi in qualche modo io sarò molto felice di mettere fine alla sua schifosa vita.> stacco la chiamata nell'esatto momento in cui schiaccio con il piede il mozzicone della sigaretta.

<Dove vai stasera?> chiede Tessa appena mi raggiunge fuori nel giardino sedendosi a bordo piscina.

<Quante volte ti ho informato di quello che io faccio?> chiedo in modo beffardo alzando le sopracciglia.

<Mai> risponde in modo aspro per poi continuare a borbottare da sola sotto voce. Questa ragazzina è la curiosità fatta persona e non sapere quello che faccio la rende nervosa ma è meglio per lei non sapere tutto. Conosce già troppe cose che non dovrebbe sapere e per quanto mio padre insiste lei non prenderà mai la mia stessa strada, lei non dovrà mai incasinarsi la vita con il mercato della droga e di questo sarò io stesso ad occuparmi.

<Fai la brava Tessa e per stasera voglio un bel incasso> mi avvicino a lei scompigliando i suoi cappelli per poi sorpassarla e andarmene.

È arrivato il momento di entrare in azione. Salgo in camera mia dirigendomi direttamente nella cabina armadio schiacciando il pulsante del mio orologio aspettando che il muro si sposti. In questa casa niente è come sembra, un po' come nella vita. Mi incammino verso il mobile che si trova al centro della stanza aprendo il primo cassetto tirando fuori le mie bambine. Prendo un borsone nero riempiendolo di armi prendendo poi il giubbotto antiproiettile e per ultimo aggiungo trasmettitore che ci serviranno per comunicare perché in situazioni come queste non si può usare mai il telefono, solo uno stupido lo farebbe. Metto il borsone nelle spalle afferrando da sopra il mobile la mia infallibile ruger sr 1911 per poi uscire dalla stanza dirigendomi fuori.

<Metti questa> ordino a Dylan mentre metto fra le sue mani un giubbotto antiproiettile.

<Come mai?> chiede incredulo mentre fissa quel giubbotto nero.

<Per ogni inconveniente> rispondo semplicemente facendo spallucce. Non voglio problemi questa sera, tutto deve filare liscio e questo maledetto carico di droga deve arrivare a destinazione solo così guadagnerò i 15 milioni che mi spettano.

<I ragazzi?> chiedo curioso mentre saliamo in macchina.

<Sono già al porto, manchiamo solo noi>

<Dylan e Kemal saranno i primi a partire dopo aver caricato le barche invece gli altri partiranno in un secondo tempo solo per depistare la guardia costiera se si faranno avanti. Manteniamoci al piano e tutto andrà bene. Non voglio sbagli in questa operazione.>  dopo aver caricato le tre barche con chili di farina salgo nella barca con Dylan andando verso la nostra meta.

<Posso sapere a cosa cazzo stai pensando?> sbotto incazzato osservando quel coglione di amico che ho mentre navighiamo in mare aperto.

<Niente>

<Non e mai niente Dylan e poi sono giorni che sei con la testa altrove. Non mi interessa il tuo cazzo di problema l'unica cosa che voglio e che tu resti concentrato su quello che dobbiamo fare questa sera>

<Tranquillo la tua droga arriverà in tempo nelle mani del clan Garcìa> risponde con tono aspro mentre stringe fortemente il timone per il nervoso.

<Bene signori abbiamo a disposizione esattamente sette minuti per finire l'operazione> una volta raggiunta la "Estrella" iniziamo a caricare i pacchi di droga sopra le nostre barche senza mai fermarci un secondo. In momenti come questi ogni secondo è fondamentale e non ne dobbiamo sprecare neanche uno.

<Forza forza più veloci c'è ne dobbiamo andare> ordino in modo duro e quando abbiamo a bordo la merce partiamo come previsto.

<Ho sopra la barca l'elicottero della guardia costiera Colombia siamo fottuti> intercetto Oliver dal trasmettitore.

<Ero quello che volevamo, forza ragazzi ognuno sa quello che deve fare> stacco il trasmettitore mentre ordino a Dylan di andare più veloce. Prendo il binocolo guardando a sinistra assicurandomi che con Kemal vada tutto bene.

<Vedo in lontananza le banche dei Garcìa> informo Dylan mentre continuo a guardare dal binocolo davanti a noi.

<Siamo dei fottuti re> urla felice Dylan dopo aver finito di scaricare la droga.

<Ottimo lavoro> mi complimento con i miei ragazzi, infondo loro sono la mia squadra.

Tutto questo mi eccita, l'azione, la paura di essere presi mi manda su di giri mentre l'adrenalina sale, questo è il mio mondo.

Sacrificio D'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora