Capitolo 41

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Demet

Caleb mi ha accompagnata praticamente un ora fa a casa. Si può dire che mi ha rapita per tutto il pomeriggio portandomi a casa sua dove siamo stati sdraiati sul divano mentre abbiamo parlato per ore. Se chiudo gli occhi riesco ancora a sentire le sue braccia intorno alla mia vita mentre mi teneva stretto al suo petto.

<Che c'è mamma?> chiedo mentre tramite specchio vedo la sua figura alle mie spalle.

<Stai crescendo così in fretta, non sei più una bambina> sussurra quasi fiera ma io so riconoscere la tristezza nel suo timbro.

<Non sono più una bambina già da troppo tempo mamma> rispondo con voce aspra mentre cerco di non fare uscire il lato peggiore di me. Lei non può dirmi una cosa del genere, proprio lei che sa.

<Tesoro lo sai che..>

<Cosa mamma, so cosa? Che la mia adolescenza è stata un vero inferno? Certo che lo so, e dimmi un po' mamma, il figlio prediletto con cui tanto ti confidi sa quello che ho dovuto passare? Gli hai raccontato cosa mi porto dentro e per chi?> sbotto incazzata. Per quanto amo mia madre non ne posso più di questa sceneggiata. Per anni gli incubi mi hanno divorata e continuano a farlo senza darmi pace mentre lei si comporta siccome niente fossi mai successo.

<Io, io non volevo> sussurra amareggiata mentre calde lacrime scendono sul suo viso.

<E non te ne faccio una colpa, ma non mi venire a dire che sto crescendo in fretta quando ho smetto di essere una bambina nel preciso istante in cui..>

<Non lo dire!> urla forte interrompendomi sul punto di parlare.

<È difficile accettare la verità vero? Allora pensa a me che ci vivo con il terrore da anni ormai> lancio il rossetto che avevo in mano sopra la toeletta alzandomi dal piccolo pouf in cui ero seduta.

<Mi dispiace così tanto> ammette amareggiata, sentendosi in colpa.

<Ormai è passato no?> ironizzo mentre afferro la mia pochette nera per poi sorpassarla e uscire dalla mia stanza scendendo al piano di sotto uscendo poi di casa. Sono stanca sia dei segreti che delle bugie che mi circondano praticamente da sempre.

<Dove credi di andare da sola?> le mie labbra si curvano all'insù nel sentire la sua voce.

<Mi stolkeri per caso?> ridacchio mentre mi giro trovando a pochi passi da me Caleb in tutto il suo splendore. Vestito in modo elegante, con un completo nero e per la prima volta penso di amare tutto questo nero soprattutto quella camicia che ha qualche bottone aperto. Nella mia mente volano quelle immagini che custodisco gelosamente di lui a torso nudo e chissà cosa nasconde..

<Sei, sei bellissima> la sua voce mi distrae dai miei pensieri sconci su di lui.

<Anche tu stai bene> balbetto in modo impacciato mentre continuo a fissarlo abbassando lo sguardo più in basso. Oddio ma che problemi ho stasera. Scuoto la testa cercando di togliermi dalla testa i pensieri appena fatti cercando di ricompormi.

<Vieni, la limousine ci aspetta>

<Come scusa?> chiedo confusa nel sentire le sue parole.

<Pensavi davvero che ti avrei fatta venire da sola? Ah ragazzina tu mi sottovaluti. Se devi entrare nella tana del lupo lo farai solo insieme a me perché una volta dentro non ti puoi tirare indietro anche se ti confesso che ne sarei felice se tu cambiassi idea>

<Non ti lascio solo Caleb> ammetto sicura di me. La sua mano prende la mia tirandomi fra le sue braccia per poi baciarmi in quel modo che tanto mi fa impazzire.

<Questo vestito mi fa uscire pazzo, tu mi fai impazzire> sussurra sulle mie labbra mentre con l'altra mano alza leggermente la mia gamba sfiorando lentamente la mia pelle procurandomi dei brividi. Tessa ha insistito tanto nel farmi comprare questo vestito lungo in raso rosso, senza spalline e la scolatura a cuore e con un rigoroso spacco laterale.

<Come mi devo comportare?> chiedo titubante appena entriamo nella limousine. Va bene che ho deciso di partecipare ma non vorrei dire o fare qualcosa di sbagliato in mezzo a quel branco di delinquenti.

<Devi essere sicura di te, mai abbassare lo sguardo davanti a loro perché se solo fiutano la tua paura sei morta, loro godono quando le persone sono deboli. Ti direi di non fare troppo domande ma questo ti è impossibile quindi limitati e mai rispondere loro a tono, quando lo fa una donna gli fa infuriare. Lo so che ti sembra stupido ma nel nostro modo le donne sono viste solo come dei trofei da esporre e per loro le donne non hanno diritto alla parola, non in pubblico almeno>

<Io non sono una bambola Caleb che dove mi metti mi trovi. Se qualcuno o qualcosa mi da fastidio stai sicuro che non me ne starò zitta> sbotto incazzata mentre lui scoppia a ridere.

<Ecco la mia ragazza, pensavo che sarai riuscito ad intimorirti, invece no ed è così che ti voglio. Vuoi che ti confesso una cosa?> sussurra in uno strano modo mentre mi attira a lui facendomi salire a cavalcioni.

<Mhmh> mugolo solamente incapace di formulare una misera parola dato che la mia mente si è fermata sulla parola ragazza. Mi ha definita la sua ragazza?

<Quando ti incazzi e mi tieni testa mi ecciti da morire> confessa con voce sensuale mentre la sua mano risale lungo la mia gamba scoperta mentre io sussulto ma non per la paura, fremo per questa strana sensazione che sento ogni qualvolta la sue dita toccano la mia pelle. Un piccolo ansimo esce dalla mia bocca quando le sue labbra toccano il mio collo iniziando a lasciare una scia di baci scendendo lentamente verso la mia scolatura. Il mio cuore martella dentro il mio petto mentre il respiro diventa affannoso, forse per la vergogna quando mi rendo conto che sono seduta in grembo a lui mentre sento la sua ormai evidente erezione contro la mia intimità.

<Siamo arrivati> costata l'ovvio quando la limousine si ferma. Sospiro forse frustrata quando capisco che la magia è svanita.

<Non fare così ragazzina, ti prometto che stasera avrai quello che desideri> ridacchia come un coglione mentre io sono sicura di essere diventata rossa in viso per la vergogna.

<Io non desiderio un bel niente> sbotto sicura di me. Certo come no, ammettilo che fai stani pensieri su di lui, interferisce la mia voce interiore.

<Sono sicuro che cambierai idea> si prende beffa di me per poi darmi un bacio sfuggente diventando serio l'attimo dopo.

<Non ti staccare mai da me intesi?> il suo timbro di voce esce in modo aspro ma ormai ho capito che questo è il suo modo di preoccuparsi.

<Tu non mi lasciare sola>

Sacrificio D'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora