Capitolo 37

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Demet

<Io non capisco> la voce di Tessa mi distrae dai miei pensieri. Ho costatato che ultimamente sono sempre distratta e questo per colpa di quel cretino.

<Mi ha baciato Tessa, mi ha baciato e poi se n'è andato> sussurro amareggiata. Io per quanto cerco di capirlo non ci riesco. Sembra come se non si volessi implicare più di tanto.

<Io lo castro! Anzi no, un giorno potrebbe esserti utile>

<Tu sei pazza> scoppio a ridere per la cazzata che ha appena detto.

<Si ma almeno sono riuscita a farti ridere>

<Tu riesci sempre a tirarmi su il morale> confesso, ed è vero. Sembra che il suo intento fossi quello di farmi sempre ridere.

<Ti voglio bene sai?> ammetto per la prima volta da quando la conosco. Lei è diventata molto importante per me.

<Oddio così mi fai commuovere> urla felice per poi buttarsi a peso morto su di me.

<Cosa combinate voi due?> una voce aspra arriva alle mie orecchie facendomi accigliare. Quel timbro di voce non mi piace per niente.

<Ciao papà, quante volte ti ho detto di non entrare in camera mia?> Tessa si alza mettendosi composta cosa che faccio anche io l'attimo dopo per poi alzare lo sguardo davanti a me dove la figura di un signore dagli occhi verdi che mi guarda in modo strano e non mi piace per niente la brutta sensazione che mi trasmette.

<E tu chi sei?> chiede in modo scorbutico.

<Nessuno di importante> risponde senza rendermi conto. Maledetta boccaccia che non stai mai zitta.

<Nessuno ti ha insegnato il rispetto ragazzina?> chiede ridacchiando. Ma è bipolare come il figlio per caso?

<Si, infatti per questo non mi rivolgo agli sconosciuti> questo signore non mi piace affatto. Per quanto cerca di nascondere quel sguardo maligno che ha in viso io le persone cattive le so riconoscere, ne ho conosciute fin troppe.

<Oh giusto, sono Tom il padre di Tessa> si avvicina a me porgendomi la sua mano.

<Demet> rispondo semplicemente senza ricambiare la stretta di mano.

<Mi ricordi molto una mia vecchia conoscenza> ridacchia nuovamente senza un vero motivo ed io capisco finalmente da chi ha preso Caleb lo stronzo.

Invece lui mi ricorda appunto suo figlio, tale padre tale figlio.

<È stato un piacere Demet, spero di rivederti presto> si congeda l'attimo dopo lasciando sia me che Tessa sconvolte.

<Ma come ci riesci?>

<A fare cosa scusa?> chiedo confusa non capendo la sua domanda.

<Hai messo ai tuoi piedi le belve>

<Ma ti cosa stai parlando?>

<Mio padre sembrava un agnellino Demet e ti assicuro che lui come mio fratello non sopporta chi le manca di rispetto>

<Ma io non ho fatto niente> mi affretto a rispondere giustificandomi.

Sacrificio D'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora