Capitolo 57

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Demet

<Sei davvero brava a cucinare> si complimenta con me Aron mentre io in tutta risposta faccio un piccolo sorriso di ringrazio.

<Hai sentito la mamma?> chiede Dylan frode curioso o forse lo fa semplicemente per scatenare in me una reazione dato che da quando sono arrivati non ho più parlato, sono rimasta in cucina tutto il tempo preparando insieme alle ragazze la nostra cena, o meglio dire io cucinavo mentre loro sparlavano non so che di moda. Sorrido divertita quando vedo Madison tirargli una gomitata all'altezza dello stomaco facendolo piegare leggermente per il dolore.

A proposito di mia madre, deve darmi decisamente delle spiegazioni e questo al più presto.

<Ho comprato la torta al limone> confessa Tessa attirando finalmente la mia attenzione.

<Ma fa schifo la torta la limone> risponde Caleb con una strana smorfia in viso.

<A me piace> la mia voce esce bassa ma allo stesso tempo aspra quando dalla mia bocca escono queste tre parole.

<Ah amico mio sei fottuto. Mai disprezzare la torta al limone> risponde Dylan con fare divertito.

<Almeno tu hai insegnato la lezione> rispondo ridacchiando mentre ripenso a quel momento.

<Cosa hai combinato?> chiede Tessa, e chi sennò questa ragazza mi batte per quanto è curiosa.

<Ho fatto l'errore di disprezzare quella torta al limone e questa stronza quando aveva 5 anni mi fa fatto diventare calvo. Non so ancora come sia riuscita ma la mattina seguente mi sono svegliato e i miei adorati capelli non c'erano più> tutti i presenti scoppiano a ridere nel sentire il suo racconto, me compresa.

<Quindi Caleb se fossi in te ci ripenserei sulla torta, fidati imparerai ad amarla con il tempo> ridacchia Dylan divertito mentre Caleb mi guarda preoccupato.

<Tu non mi taglierai i capelli vero?> chiede decisamente impaurito.

<Oh caro mio inizia a temere per i tuoi poveri capelli> si prende beffa di lui Madison mentre io faccio spallucce. La verità è che io amo i suoi maledetti capelli, ms questo lui non lo deve sapere dato che si è comportato come un vero stronzo.

La serata procede in modo tranquillo, dopo cena la pazza di Tessa ha messo la musica così alta che è riuscita a stordirmi mentre insieme a Madison abbiamo pulito la cucina. I ragazzi hanno preparato dei drink che hanno consumato solo loro ubriacandosi e giuro che Aron sbronzo è davvero comico.

<Pss Demet> mi giro su me stessa cercando lo so sguardo chiude mi abbia chiamato.

<Demet> mi sento chiamare nuovamente e quando sposto la testa da un lato vedo dietro il bancone della cucina Aron accucciato a terra.

<Ma che problemi hai?> ridacchio divertita mentre mi avvicino a lui.

<Shh vieni qua devo dirti una cosa> parla a bassa voce mentre mi fa segno di abbassarmi alla sua altezza cosa che faccio essendo curiosa.

<Cosa devo fare con questa?> chiedo stranita quando tra le mie mani mette una penna.

<La risposta alle tue domanda> risponde serio più che mai.

<Quanto hai bevuto Aron?>

<Non potevo rischiare di farti avere questo attraverso un file Demet, sei tenuta sotto controllo. La casa di tua madre, il tuo telefono, il computer, ogni cosa che riguarda te qualcuno e non so chi cerca di controllarti. Hanno hakerato ogni sistema e ogni rete solo per ottenere informazioni su di te. Ah e tieni pure questo. È un telefono che non saranno in grado di intercettare ma il tuo tienilo lo stesso ma stai attenta a come lo usi> ogni parola da lui detto a me non mi è nuova. Io tutto questo già lo sapevo praticamente da quando la mamma è stata ricoverata all'ospedale. Ho mantenuto un profilo basso in tutto questo tempo mentre quando restavo da sola a casa di Caleb usavo le mie competenze per fare ricerche per arrivare al dunque e di scoprire chi diavolo non mi da pace anche se un idea ce l'avrei e non avrei immaginato che chi mi tenesse d'occhio fossi così bravo da superare persino Aron.

<Sei sicuro che non sono riusciti a capire quello che tu hai fatto?>

<Su questo puoi stare tranquilla. Se c'è qualcosa che posso fare per te basta dirmelo, da quello che ho capito in tutto questo sei sola>

<Ed è meglio così Aron fidati. Tu però non lo dire a nessuno va bene?>

<Solo non metterti nei guai ok? Caleb mi ucciderebbe>

<Tu lo sai> sussurro sicura di me.

<Era inevitabile non credi? Con tutti quei file sottocchio poi>

<Mi devo preoccupare?> chiede titubante e forse anche un po' impaurita.

<Dipende da come la prendi> risponde facendo spallucce per poi alzarsi e lasciarmi sola, solo con questa chiavetta usb a forma di penna. Dovrò usare il portatile di Caleb per scaricare i file essendo l'unico computer sicuro che ho a disposizione. Questa casa sembra come una fortezza, nessuno entra e nessuno esce, nessuno di sconosciuto. L'ascensore non ha bisogno solo di un codice per fare aprire le porte ma anche dell'impronta digitale. Ogni qualvolta tocchiamo il pulsante per aprire l'ascensore lui in automatico scannerizza l'importa del dito mentre quel bellissimo specchio che c'è all'interno e che tanto io odio serve per la scannerizzazione facciale ed ecco perché chiunque vorrebbe entrare dentro non può, il sistema si blocca quando non riconosce le persone e per farlo Caleb lo dovrebbe aggiornare e inserì i dati nel sistema. Ed io che inizialmente pensavo che fossi un semplice ascensore.

<Stai bene?> sussulto leggermente quando sento la voce di Caleb.

<Si tranquillo> rispondo semplicemente mentre mi alzo mettendomi all'impiedi.

<Che ne pensi se mettiamo da parte l'ascia di guerra e ti confidi con me>

<Sto bene Caleb, sul serio> rispondo cercando di sembrare sicura di me.

<Mi dispiace per stamattina> sussurra piano mentre con la mano alza il mio mento per guardarmi negli occhi.

<Davvero Caleb, non fa niente. Che ore sono?> chiedo poi cercando di cambiare discorso.

<È passata già da un bel po la mezzanotte> risponde a bassa voce mentre io mi acciglio. Ma quando diavolo è passato così in fetta il tempo? Quando mi sono seduta qui accanto ad Aron sono sicura che non era neanche mezzanotte.

<In questo caso vieni con me, voglio farti vedere una cosa> lo prendo per mano mentre digito velocemente un messaggio con il telefono.

<Cosa?> chiede curioso mentre ci fermiamo davanti alla vetrata nel salone.

Piccole luci colorate scoppiano nei cielo illuminando i nostri visi e quando i fuochi d'artificio stanno per finire ecco la dedica che tanto volevo vedere.

"Auguri amore mio"

<Ti amo>

Sacrificio D'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora