Capitolo 24

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Demet

<Sono sicura che dovremmo portarlo in ospedale> Madison non fa altro che ripetere in continuazione la stessa frase da ore ormai.

<Giuro che se non ti stai zitta ti chiudo dentro una stanza con palla di pelo> sbotto in modo duro. Per quanto la voglio bene in questo momento l'unica cosa che deve fare è starsi zitta.

<Perché non si sveglia?> chiede Dylan con tono preoccupato.

<È normale Dylan, ha bisogno di riposare e poi il suo corpo in questo momento è disidratato>

<Senti io devo andare anche se non voglio. Ho delle cose da fare altrimenti non lo lascerei mai qui ma..>

<Per il momento anche se non ti piace lui deve restare qui. Non lo puoi sposare a tuo piacimento Dylan, è rischioso>

Sento Dylan sbuffare per poi andarsene in silenzio.

<Devo chiamare Tessa> penso ad alta voce mentre cerco con lo guardo il mio telefono.

<Sarà al piano di sotto, te lo vado a prendere io> dice Madison per poi uscire dalla mia stanza.

Sbadiglio leggermente mentre mi siedo nel letto accanto a Caleb. Ho dovuto portarlo qui, non ho avuto scelta. Il divano si è macchiato di sangue e poi ha bisogno di stare comodo. Mi appoggio con le spalle alla spalliera panna del mio letto mentre resto seduta a guardarlo. Per la prima volta posso vedere un filo di tranquillità sul suo viso e questo mi fa sorridere, forse felice. Da quando l'ho incontrato non ho mai visto un po' di serenità nei suoi occhi invece ora dorme beatamente nel mio letto.

<Cosa ti è successo Caleb?> sussurro piano mentre istintivamente accarezzo il suo viso. Ognuno di noi si porta un fardello dentro, il tuo qual'è? Nessuno diventa così cattivo senza una vera ragione e sono sicura che lui si porta dentro un grande tormento.

Siamo rimasti svegli tutta la notte per tenerlo d'occhio, senza l'apparecchiatura giusta che normalmente usano in ospedale per monitorizzare la pressione arteriosa siamo stati costretti a restare con gli occhi aperti. Io di sicuro non mi sarei addormentata a prescindere, ho ancora l'ansia che possa succederli qualcosa e non voglio deludere Tessa.

<Ho chiamato sua sorella, non ce l'ho fatta a dirgli la verità. Ho detto che, insomma le ho detto che tu stai male per via di tua mamma. Tra poche ora sarà qui ha detto> mi informa Madison una volta rientrata nella mia stanza.

<Ti ho portato la colazione> solo dopo aver posato lo sguardo su di lei mi rendo conto che effettivamente nelle mani regge un vassoio pieno di mangiare.

<Ho lo stomaco chiuso> confesso mentre riporto lo sguardo su Caleb. Dio è così bello quando dorme che non riesco a staccare gli occhi da lui.

<Ti piace vero?>

<Chi?> chiedo in modo confuso. I questo momento la mia mente fa così tanti pensieri che sono decisamente confusa.

<Lui>

<Non dire cazzate Madison, non lo conosco nemmeno> rispondo prontamente mentre faccio una piccola smorfia nel sentire le mie stesse parole.

<Sarà> risponde semplicemente mentre appoggia il vassoio sopra il comodino per poi informarmi che se ne deve andare. Il college non può aspettare e lei ha da fare un esame importante. Un giorno diventerà un bravo avvocato, ne sono certa.

Speriamo che Dylan torni presto perché devo andare in ospedale a trovare la mamma. Chissà cosa aveva da fare di così importante per lasciare il suo amico da solo con me.

Mi alzo dal letto andando verso l'armadio per poi prendere dei vestiti puliti e dirigermi in bagno. Devo farmi un bagno caldo nella speranza che questo possa rilassarmi, così dopo aver riempito la vasca mi tolgo i vestiti di dosso immergendomi dentro e quando sento l'acqua a calda entrare in contatto con il mio corpo chiudo occhi beandomi finalmente di un po' di tranquillità.

"Il buio mi fa paura. Di solito la paura del buio nasce dalla paura dell'ignoto, quando non siamo disposti a lasciare le cose a se stesse, quando siamo prudenti e vogliamo anticipare tutto, dalla convinzione che solo così possiamo evitare i pericoli. Nel buio ci sentiamo vulnerabili, non abbiamo più il controllo della situazione, ecco perché ogni rumore ci spaventa, anche la nostra ombra diventa il nostro nemico ma in questo momento la mia paura ha un colpevole. Sono stata costretta a nascondermi nell'armadio per sfuggire alla sua ira e nonostante il buio mi tormenta devo resistere, devo essere coraggiosa e restare in silenzio, essere trovata è decisamente peggio di ogni mia paura. Sento i suoi passi girare per tutta la casa mentre il rumore di oggetti lanciati per terra mi fa sobbalzare ogni volta ma anche così tengo la bocca chiusa e per essere sicura che da essa non esce nessun suono la copro con le mie mani.

<Ti ho trovata>"

<Apri gli occhi dannazione> un urlo decisamente forte mi spaventa tant'è che sobbalzo aprendo gli occhi di scatto.

<Merda> sento Caleb imprecare a bassa voce mentre io per lo shock resto immobile. Quando si è svegliato?

<Cos-a ci fai qui?> finalmente i fili del mio cervello riescano a collegarsi con la mia bocca riuscendo a formulare una frase.

<Esci fuori coglione!> sbotto l'attimo dopo quando mi rendo conto di essere nuda davanti a lui, solo l'acqua mi copre.

<Stai bene?> chiede mentre mi da le spalle.

<Perché non dovrei?>

<Stavi urlando fino ad un attimo fa. Cosa ci faccio a casa tua?> chiede in un secondo tempo, curioso.

<Oh, ehm ti ha portato il tuo amico e chiudi gli occhi che mi devo coprire>

<Sono girato di spalle ragazzina neanche se..>

<Tu chiudili e basta> lo interrompo prontamente mentre lui sbuffa e dopo aver aspettato vari secondi esco in modo veloce dalla vasca coprendomi con il mio accappatoio.

<Come fai a sapere di trovarti a casa mia?>

<Il letto profuma di te, e poi tu prima lo hai confermato>

Il letto profuma di me, in che senso?

<Che ne pensi se ora esci dal bagno così io mi vesto?>

<Se vuoi ti posso dare una mano> risponde ridacchiando.

<Palla di pelo> urlo forte e quando due secondi dopo lo vedo entrare in bagno un sorriso vittorioso si forma sulle mie labbra quando si attacca alla gamba di Caleb graffiandolo.

<Maledetto gatto> sbotta  incazzato mentre esce dal bagno correndo.

<Ma tu guarda, tanto grande e ha paura di un gatto> sbotto a ridere mentre chiudo la porta del bagno per poi vestirmi.

Sacrificio D'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora