Capitolo 27

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La serata di ieri è stata veramente pazzesca. Una volta uscite dall'ospedale abbiamo incontrato Madison che aveva appena finito i corsi e insieme siamo andate a mangiare qualcosa e poi siamo andate dritte al circuito. Come avevo promesso a Tessa avevo gareggiato senza fare scoprire la mia identità agli altri, o quasi. Non solo ho vinto la gara ma sono stata beccata da Caleb, eh già proprio da lui. Non potevo sapere che mentre ero in sella alla sua moto lui faceva il suo ingresso al circuito. Praticamente mentre stavo andando sul retro con la moto dove ci sono i box lui mi stava aspettando, ah di sicuro non me ma il pilota della moto così quando ormai avevo capito che non avevo modo di scappare mi sono sfilata il caso e niente è rimasto così scioccato che non è stato in grado di dire una sola parola.

<Cosa hai fatto con Caleb?> chiede curiosa Madison mentre insieme a Tessa ci gustiamo una buona pizza sul mio divano nuovo di zecca, un piccolo regalo da parte di Caleb dato che il vecchio sono stata costretta a buttarlo per via delle macchie che non volevano andare via.

<Cosa vuoi dire?> chiedo confusa.

<Insomma da quando mi hai raccontato che lui ti ha scoperta non ha più parlato. Hai presente quel detto "muto come un pesce"? Ecco lui praticamente non parla da ieri> confessa Tessa mentre continua a mordicchiare la sua pizza tra una parola e l'altra.

<Giro che non ho fatto niente> ammetto, omettendo però la mia frase di vittoria che ho detto prima di andarmene ieri sera.

"Menomale che non restavi sorpreso" queste precise parole avevo usato per poi scoppiare a ridere mentre mi allontanavo dal box anche se in quel momento l'unica cosa che avrei voluto fare è abbracciarlo.

<Comunque, la mia scuola organizza una festa di Halloween volete venire?> chiede Tessa mentre lancia nel cartone il bordo della pizza.

<Io mi dissocio, questo tipo di feste non fanno per me> mi tiro fuori dal discorso per poi alzarmi dal divano e dirigermi in cucina per prendere qualcosa da bere mentre sento Madison chiamarmi.

<Perché cerchi sempre di scappare?> la domanda di Tessa mi fa immobilizzare sul posto prendendomi ala sprovvista.

<Io non scappo> non sempre perlomeno.

<Puoi confidarti con me Demet, io saprò ascoltare> sussurra quasi tristemente. Vedo giornalmente come silenziosamente cerca di starmi accanto, cerca di tirarmi su il morale, cerca di farmi ridere e la maggior parte delle volte riesce davvero a farmi sentire più spensierata facendomi dimenticare anche se per poco i miei problemi.

<Quando, oddio non penso di riuscire a parlare> confesso amareggiata mentre mi giro di spalle appoggiando le mani al mobile della cucina per reggermi.

<Quando aveva 15 anni ha partecipato ad una festa di Halloween e inizialmente tutto è andato bene fino a quando dei stronzi troppo ubriachi non l'hanno presa con la forza e l'hanno lanciata in piscina, certo magari penserai che non è niente di che e magari sarà così ma tutto cambia quando uno scherzo se così si può definire si fa con una persona che non sa nuotare> le parole di Madison riportano a galla un grande tormento che non mi da pace. Quello è stato l'inizio di tutto, o quasi.

<O mio dio> sussurra Tessa sconvolta. Non ci vuole tanto per capire che io da quella piscina non sapevo uscire, non da sola almeno. Non ricordo chi è venuto nel mio soccorso, di quella sera ricordo tutto ma praticamente niente, il dopo, non mi è mai stato chiaro. Ho tutt'ora la mente confusa, l'unica cosa che ricordo è che mi sono risvegliata in ospedale e nessuno sapeva dirmi niente. Una cosa non dimentico affatto, la faccia di quei due maledetti.

<Demet> la voce straziante di Tessa sussurra il mio nome per poi sentire le sue braccia avvolgermi in un abbraccio.

<Sto bene Tessa> sto bene, ho ripetuto così tante volte questa frase che a volte ci credo persino io alla mia stessa bugia.

<Perché non facciamo una festa tra di noi?> propone Madison cercando di alleviare la tensione.

<Con tanto di musica, cibo spazzatura e magari anche qualche spogliarellista> propongo meravigliandomi da sola per la grande baggianata che è appena uscita dalla mia bocca.

<Sul serio?> chiede Tessa per poi scoppiare a ridere. Già penso proprio che l'idea dei spogliarellisti è una grande cazzata.

<Ehi potremmo sempre farci gli occhi, non guasta mai> ridacchia Madison mentre si unisce al nostro abbraccio.

<Giuro che lo smonto> sbotto frustrata quando sento il campanello di casa. Non lo sopporto più cazzo.

<Torno subito> borbotto mentre mi dirigo all'entrata per poi aprire la porta in modo brusco.

<Ciao ragazzina> la voce dolce di Caleb mi arriva dritto al cuore e quando le sue labbra si curvano all'insù in un bellissimo sorriso io mi sciolgo.

<Ciao Caleb> ricambio il suo saluto e senza pensare minimamente a quello che faccio mi butto tra le sue braccia attaccandomi a lui proprio come un panda. Istintivamente poggio la testa nell'involucro del suo collo ispirando profondamente il suo profumo che tanto mi è mancato, e non solo.

<C'è qualcosa che non va?> chiede con voce preoccupata. Non mi sono mai spiegata come fa a capirmi sempre.

<Adesso va meglio> confesso sincera. Sento le sue mani appoggiarsi sulla mia schiena per poi stringermi fra le sue braccia ricambiando il mio abbraccio.

<Tu stai bene?> chiedo a mia volta mentre chiudo gli occhi beandomi di questo momento sereno.

<Sto bene, ora>

È questo che vorrai mai dire?

<Vieni qui> sussurra piano mentre mi alza di peso facendomi portare le gambe intono ai suoi fianchi facendomi morire di felicità.

<La vuoi sapere una cosa?> chiede piano, o forse sono io a sentire la sua voce in questo modo.

<Mhmh> mugolo, incapace di rispondere a parole. La sua mano che continua ad accarezzare la mia schiena mi fa rilassare così tanto.

<Anche tu mi sei mancata> lo sento sussurrare prima di addormentarmi.

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