Capitolo 26- Research....

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Kate'pov

Eravamo davanti alla discoteca, guardai l'ora . Erano2:45.

Più il tempo passava più ero sicura che a Jane fosse successo qualcosa. Un terribile senso di colpa mi opprimeva. In fondo era anche un po' colpa mia.... se io non avessi dato corda a Jane per andare in discoteca, lei adesso sarebbe stata con noi.

Riportai la mia attenzione sul locale. Un insegna luminosa spiccava dritta davanti a noi e andava a scatti come se qualcosa si fosse fulminato.

La discoteca era chiusa come d'altronde tutte quelle del mondo alle due e quaranta del pomeriggio. Angel voleva scassinare la porta ma io proposi di fare prima il giro dell'edificio. Non volevo correre rischi inutili e poi avremmo potuto trovare qualche indizio utile.

Ci dividemmo, io andai a destra e Angel a sinistra. Volevamo percorrere tutto il perimetro del locale. D'altronde lei era uscita a prendere una boccata d'aria prima di scomparire nel nulla.

Camminavo da circa cinque minuti quando l'occhio mi cadde su un gatto, a pochi passi da me, intento ad annusare un fazzoletto rosso fuoco accanto ai bidoni strapieni della spazzatura. Non prestai molta attenzione al fatto e continuai a camminare, ma ad un tratto il gatto salto lontano dal fazzoletto ed inizio a correre in tutte le direzioni, sembrava impazzito....

Stranita e incuriosita mi avvicinai al fazzoletto, qualcosa mi diceva che non era un normale fazzoletto e, infatti, appena l'anmusai, un forte odore mi invase le narici, lo allontanai all'istante ma la testa continuo a girami lo stesso.

Forse quello poteva essere un indizio, non sapevo se qualcuno aveva fatto svenire Jane tappandole la bocca con quel fazzoletto, non sapevo se era semplicemente successo qualcos'altro che non c'entrava con la scomparsa della mia amica, ma qualcosa mi diceva che eravamo sulla pista giusta.

Chiamai Angel e, un po' scombussolata dal giramento di testa, mi sedetti. Se io che avevo annusato per poco quella sostanza stavo cosi non osavo nemmeno immaginare come doveva stare Jane, sempre se lei c'entrava qualcosa.

Rispose al terzo squillo e le raccontai della mia "scoperta" mi disse di non muovermi e che mi avrebbe raggiunta è così feci.

Angel's pov

"Cazzo, l'hanno rapita, e adesso che facciamo"mi chiese Kate non appena la raggiunsi.

"Non lo so fammi pensare..." dovevo avere un minuto di pausa, ma una canzone interuppe i miei pensieri, Kate continuava a guardarmi, ma io non capivo cosa voleva comunicarmi con quello sguardo, "Angel, il telefono!"mi disse notando il mio sguardo confuso

"Gia è vero, ma questa non è la mia suoneria" presi dalla tasca il cellulare, eppure era il mio il telefono che squillava, risposi velocemente.

"Dov'è mia figlia!" Disse una voce grave urlando,

"mi scusi ma lei chi è?"

"Sono Carlos Slim, perchè nessuno mi ha avvertito che il campus era finito, soprattutto se è sucesso perchè una ragazza è morta! Mia figlia non è tornata all'aereoporto con il pulman, il mio autista la aspettata per ore ma ere sparita, era il vostro incarico controllarla e adesso è sparita e mi aspetto che risolviate questo problema entro una settimana, se no interverrò io e svelerò a tuttI la vostra vera identità " Avevo il timpano rotto, per quanto urlava, ci eravamo dimenticati di Mary.

"Hai sentito?"chiesi a Kate non appena misi giù.

"Come si poteva non sentire urlava come un matto! E adesso? Angel sono stanca, ho un maldi testa che mi devasta, e Jane è scomparsa e chissà cosa sta sopportando, e adesso Mary" disse tristemente, mi guardava sperando che io trovassi una solizione, come succedeva sempre, ero io qualla con il sangue freddo e il controllo, ma adesso era andato a farsi un giro e io stavo crollando.

"Intrecci del destino"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora