2.

1.6K 80 130
                                    

Ma cosa diamine gli era preso? Andare in infermeria? Certo, non sapeva che lì ci avrebbe trovato proprio quel ragazzo, ma dopotutto doveva aspettarselo visto che Nico era la persona più sfigata sulla faccia della terra.

Non potè però negare che Will fosse davvero carino, chiaramente si parlava solo dal punto di vista fisico. Caratterialmente era un tale antipatico!
Giovanni!? Era stato avidamente tentato di mandarlo affanculo.
E quando gli aveva chiesto come si era fatto male? Nico stava per morire d'imbarazzo, sperò che l'altro non avesse notato il rossore colorargli le guance.

Tornò a passi pesanti nella Casa 13 e ripose, seppur a malincuore, il libro appena finito sullo scaffale, fu tentato di iniziarne subito un altro ma non lo fece. Anzi, si gettò sul divano e chiuse un po' gli occhi... pensò a Percy e a cosa stesse facendo in quello stesso istante al Campo Giove, e poi si morse la lingua per averlo fatto.

Percy non gli interessava più in quel modo! Doveva smetterla di invadergli sempre la mente o lo avrebbe contattato con un messaggio-iride per dirgliene quattro.
Gli mancava Bianca ed il proprio stupido gioco di mitomagia.
Decise di farsi forza ed andare ad allenarsi nel campo della scherma, almeno avrebbe impiegato qualche altra ora.

***

Will aveva fame, ed era eccitatissimo per la festa che avrebbero dato quella sera i fratelli Stoll nella Casa di Ermes, ci sarebbero stati quasi tutti i ragazzi e si sarebbero sicuramente divertiti da matti.

Stava camminando per raggiungere la mensa, non era orario di pranzo, tuttavia doveva mettere qualcosa sullo stomaco. Proprio in quell'istante il suo sguardo si posò su un ragazzo che stava falciando l'aria con la sua spada nera nell'arena della scherma, si avvicinò incuriosito e imprecò quando capì chi era 'ma allora è proprio idiota' pensò 'ha capito o no che deve tenere a riposo il polso!?'.

Eppure vederlo lì in quel momento gli smosse qualcosa dentro, Nico sembrava tranquillo ed era senza dubbio abile, come se fosse nato per quello.

Purtroppo si ritrovò a fissarlo ed a pregare in silenzio che si togliesse la maglietta, poi pensò che era impossibile col freddo che faceva, nonostante il cielo sopra al Campo fosse limpido.

Troppo tardi si accorse che il moro l'aveva notato e Will avrebbe voluto sotterrarsi, si avvicinò con passi incerti.
"Mi spii anche, ora?" lo attaccò Nico, il biondino si costrinse a rimanere calmo o gliel'avrebbe tolta con la forza quella dannata maglietta!

"Ho di meglio da fare, grazie. Passavo solo da queste parti, sai... non è che ci siano poi tanti ragazzi in giro" cercò di giustificarsi
"È comunque strano che ti ho beccato a fissarmi" continuò quello
"NON TI STAVO FISSANDO!" insistette con esasperazione, Nico sembrò voler ribattere ma non lo fece
"È per il tuo polso, non dovresti sforzarlo" disse Will, il moro lo guardò come se se lo fosse scordato
"Oh... scusa ma a te che ti frega? Non lo sto sforzando!"

Will avrebbe giurato di volerlo invitare alla festa di quella sera, ma neanche cinque minuti di conversazione che subito ci ripensò. Che stesse pure da solo tutto il tempo che gli pareva! Magari rompendosi anche qualche osso che Will si sarebbe rifiutato di curare.

"Sai cosa? Difficilmente qualcuno mi fa perdere le staffe, complimenti per esserci riuscito!" sbottò Will voltandosi e andandosene.

Non era da lui fare così, ma quel ragazzo metteva a dura prova i suoi nervi e la sua pazienza. Non vedeva l'ora che arrivasse la sera per potersi ubriacare a merda e rilassarsi un po'. Di solito non esagerava, ma una volta tanto non aveva mai ucciso nessuno.

***

Una secchiata d'acqua fredda in faccia l'avrebbe presa di gran lunga meglio. Era sicuro che il biondino lo stesse fissando allenarsi ma a quanto pare era interessato unicamente al proprio stupido polso.
Un'altra figura di merda da aggiungere alla lista.

D'altronde, cosa si aspettava? Che quel pezzo di fregno lo notasse? Solo al pensare a quel suo solare faccino gli veniva da vomitare. E poi non sapeva nemmeno se provava interesse per i ragazzi. Imprecò sottovoce e continuò a combattere, fottendosene del polso dolorante.

Liberò la mente e attinse a tutte le sue capacità, volteggiava impugnando la sua spada ricurva di ferro dello Stige e desiderò poter avere un avversario sul quale riversare tutte le proprie frustrazioni.

Arrivò ad un punto in cui non ce la fece più, sapeva che faceva ancora più male con il fiato corto ma estrasse ugualmente il pacchetto di sigarette dalla tasca interna del suo amato giubbino da aviatore. Aveva iniziato poco dopo la morte di sua sorella ed era stato bravo a tenerlo nascosto a tutti per così tanto tempo.

Era consapevole di aver cominciato da molto piccolo ma, allora, sembrava il modo migliore per non abbandonarsi agli attacchi di panico o all'ansia che senza un preciso motivo lo assaliva all'improvviso.
Ed ora era diventata un'abitudine troppo forte da abbandonare.

Controllò bene che non ci fosse nessuno nei dintorni e accese l'oggetto con un accendino.
Già al primo lungo tiro il suo corpo reagì rilassando i nervi, chiuse gli occhi e si godette quei rari secondi di pace.

Dopo lo scontro con Gea si era ripromesso che si sarebbe concesso un periodo di stabilità in un unico posto, smettendo temporaneamente di viaggiare da una parte all'altra: prima negli inferi, poi al Campo Mezzosangue e al Campo Giove.

Ebbe approfittato del Campo Mezzosangue poiché ci sarebbe stata meno gente, ma in quel momento rimpianse la sua scelta e i suoi costanti spostamenti.
Non c'era niente che lo trattenesse veramente in quel posto.

Accorgendosi di essere arrivato al filtro si maledisse per essere così veloce a fumare, la spense con disinteresse e con la scarpa ci gettò sopra un po' di terriccio per nasconderla. Recuperò la spada e se l'allacciò alla cintura, dopodiché si riavviò alla volta della Casa 13, urgentemente bisognoso di una doccia.

~~~

Non sapeva fosse così tardi finché non risuonò il corno che annunciava la cena. Il sole aveva lasciato tutto lo spazio alla nera notte e Nico imprecò poiché era ancora avvolto nell'accappatoio. Si vestì come meglio potè in meno di due minuti e non si asciugò completamente i capelli, sistemandoli distrattamente con un semplice mezzo codino che tuttavia non li prendeva tutti essendo le ciocche davanti più corte.

Si lanciò uno sguardo allo specchio e, come sempre, non amò quello che vide. Si assicurò che il jeans nero strappato gli coprisse a dovere le cosce e uscì nel tenue gelo della sera.

Seduto solitario al proprio tavolo della mensa rimpianse di non essersi portato un libro da leggere. C'era un'aura frizzante tra gli altri ragazzi e Nico non ne comprendeva il motivo.

Ciò gli divenne più chiaro quando, non appena quasi tutti finirono di mangiare, Connor Stoll si alzò e annunciò
"Attenzione prego! Che tutti mi seguano... inizia la festa!" un boato si innalzò per le forti urla dei ragazzi, nel loro ridotto numero facevano invidia persino alle bande scatenate dei centauri e Nico avrebbe voluto zittirli tutti.

Una festa!? Una dannata festa...

Nel momento in cui una mandria di giovani provocò un terremoto poiché si catapultò alla volta della Casa di Ermes, Nico vide Chirone sorridere
"Divertitevi, ma senza esagerare" disse il centauro.
Il moro utilizzò velocemente il viaggio nell'ombra per materializzarsi giusto alle spalle della centenaria creatura.

Era diventato abbastanza abile a farlo e l'assenza di luce aiutava molto, aveva anche scoperto che, coprendo minime distanze, la stanchezza non lo assaliva poi.

Chirone mostrò una totale compostezza quando Nico parlò all'improvviso
"Lo sai vero che hanno l'alcol? Tanto alcol" dichiarò, Chirone lo scrutò con piccoli occhi scettici e profondi
"Dovresti unirti a loro, ti divertiresti" si limitò a dire prima di allontanarsi accompagnato dal suono ritmico degli zoccoli.

Il figlio di Ade lo maledì in silenzio, mai avrebbe preso parte ad una festa incontrollata. Troppa gente, troppo movimento, troppe mani... gli salì l'ansia al solo pensiero.

Nero petrolio // solangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora