14.

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Il famigerato 'posto' si scoprì essere niente meno che la spiaggia, il bagnasciuga umido per le numerose e costanti onde non troppo forti che sbattevano regolarmente, l'aria era pungente ed un odore salmastro invadeva le narici.

Era tranquillo e Nico apprezzò questo aspetto
"Vieni" gli disse Will prendendolo per mano, il moro sussultò leggermente per quel tocco non richiesto ma lo lasciò fare. Camminarono diretti verso l'acqua e involontariamente a Nico venne in mente Percy.

Si maledì perché, pur non volendo, quel ragazzo lo tormentava. Pensò al suo odore uguale al mare, ai suoi occhi che lo ricordavano spaventosamente, ai capelli neri e arruffati come l'oceano in tempesta.

"A cosa pensi?" e poi tornò alla realtà e si riscosse notando che si era incantato, sospirò e decise di essere sincero, era curioso di vedere la reazione del biondino
"A Percy Jackson" confessò abbassando lo sguardo
"Capisco" Will si sedette sulla spiaggia.

No che non capiva, nessuno capiva
"Non è vero" Nico prese posto di fianco a lui
"Credo di si, invece" insistette, il figlio di Ade lo guardò negli occhi e Will gli parve sincero ma anche preoccupato.

"Nico"
"Che c'è?" rispose brusco
"Tu sei... pentito?" il moro sgranò gli occhi per la cazzata che aveva appena sparato l'altro, non disse nulla poiché perso nella propria confusione e quindi il figlio di Apollo continuò
"Perché sinceramente se tu lo fossi mi sentirei uno schifo, ma non lo so perché a me è piaciuto, cioè tu mi sei piaciuto, cioè mi piaci tanto anche adesso-"
"Will" lo interruppe perché se avesse continuato così gli sarebbe esploso il cervello.

Il biondino si ammutolì e lo guardò con occhi lucidi, Nico non aveva idea di cosa fare, era ovvio che gli fosse piaciuto, per il figlio di Ade quella poteva considerarsi la migliore notte della propria vita, ma non sapeva come dirlo, non aveva mai consolato nessuno e se lo aveva fatto si era limitato ad una pacca sulla spalla, cosa che in quelle circostanze non avrebbe funzionato.

Gli faceva male sapere che Will covava dei dubbi su di lui, e ancora di più non sopportava che quei dubbi glieli avesse causati lui stesso.
"Will, perché mi hai portato qui?" il diretto interessato scrollò le spalle abbattuto
"Mi piace questo posto"
"Permettimi di portarti in un posto che piace a me" avanzò una strana richiesta, ma Will si alzò subito ed annuì.

Mentre camminavano non parlarono, c'era una strana tensione nell'aria ed era tutta colpa di Nico, il cielo nuvoloso era portatore di un'aria fredda che lo fece rabbrividire nel suo giubbino da aviatore
"Hai freddo?" domandò il figlio di Apollo pur conoscendo già la risposta, il moro fece cenno di si e si maledì per essere così restio nel parlare.

Will si avvicinò impercettibilmente e Nico tremò, non era davvero capace di capire il proprio corpo
"Quanto manca?" chiese
"Ci siamo quasi" rispose vago e tutto d'un tratto il biondino si immobilizzò.

Nico lo guardò confuso
"D'accordo Nico, non ce la faccio più. Odio questa cazzo di situazione, te ne stai in silenzio e mi trascini chissà dove come se stanotte non avessi mai urlato il mio nome" sbottò agitandosi

"Cosa?" faticava a credere a ciò che aveva sentito, percepì la propria pelle imporporarsi
"Hai capito benissimo, cos'hai? Dimmelo adesso perché se ti sei fatto scopare solo per poi evitarmi e distruggere le mie aspettative, ti saluto" era chiaro che stesse costringendo se stesso per non piangere, tuttavia il suo tono non vacillava, era solenne e deciso.

Dopo qualche secondo si girò e fece per andarsene.
Il figlio di Ade, che fino a quel momento non si era mosso, lo raggiunse come se ne valesse della propria vita, e probabilmente era così.

Gli si parò davanti mostrandogli tutto il suo rossore, perché era lui a farlo arrossire, era lui a scatenare nel corpo di Nico reazioni non richieste, ma comunque eccitanti e stratosferiche.

Nero petrolio // solangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora