6.

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Cazzo! Non una, non due, ma ben tre volte gli era venuto duro pensando a Will Solace.

Proprio per questo negli ultimi giorni lo stava evitando, dopo il loro ultimo incontro nel bagno della Casa di Ermes si erano incrociati solo qualche volta e Nico trovava sempre una scusa plausibile per svignarsela, il più delle volte per soddisfare un'erezione.

Odiava se stesso, quel biondino non gli piaceva affatto!
E non capiva perché il proprio corpo reagisse in quel modo indecoroso.
Ora non era più Percy, e Nico ne era pressoché convinto poiché qualche volta aveva provato a masturbarsi pensando a lui senza però riuscirci.

Negli ultimi giorni aveva incrementato anche il numero di sigarette giornaliere e quando si allenava i suoi polmoni ne risentivano parecchio.

Adesso era sdraiato sul proprio letto, solitario nella Casa di Ade. Non riusciva a dormire e aveva troppa paura per provarci visti gli incubi che lo avevano assalito la notte precedente, erano sempre le stesse cose, tuttavia non smettevano mai di terrorizzarlo: la vita che minacciava di uscire dal suo corpo in quell'asfissiante giara di bronzo; il Tartaro con tutti i suoi orrori; l'Argo II che esplodeva in cielo con a bordo Leo.

Era insostenibile, e Nico desiderava esasperatamente un sonnifero bello pesante capace di donargli un sonno privo di intemperie.

Così gli si accese una lampadina nel cervello, anche se durò poco visto il soggetto che avrebbe compreso. Andare in infermeria era fuori discussione, non ci teneva a rischiare di incontrare Solace.

Poi però Nico pensò che Will non era il solo figlio di Apollo presente al Campo in quel momento, avrebbe potuto tranquillamente chiedere a qualcun altro.

Non fu facile trovare la forza per alzarsi e camminare, lanciando una veloce occhiata allo specchio prima di uscire intravide un ragazzo pallido avente un groviglio di capelli in testa.

Cercò l'elastico per dargli una sistemata, per quanto possibile, ma non trovandolo immaginò che ce l'avesse ancora Will, imprecò sottovoce.

Si avviò verso la Casa di Apollo e, giunto sulla soglia, decise di bussare. Per qualche secondo il tempo parve fermarsi, c'erano solo lui e la porta, e poi una chioma rossa e verde a spezzare quella visuale.

"Ciao" disse la ragazza, aveva arco e faretra in spalla e avrebbe potuto far rovesciare un tir con la sua voce squillante
"Ciao" rispose Nico, lei lo guardò senza capire ma poi decise di prendere in mano la situazione visto l'evidente blocco del moro
"Io sono Kayla, serve qualcosa?" gli porse la mano che il figlio di Ade esitò ad afferrare.

Decise di andare dritto al punto, anche a costo di sembrare un morboso drogato
"Sono Nico, mi chiedevo se voi della Casa di Apollo aveste dei sonniferi in infermeria, sai... i sogni non mi fanno dormire bene, roba da semidei" si rese conto della grandissima figura di merda che aveva fatto non appena finì di pronunciare quelle parole.

Che diamine gli era venuto in mente!? Presentarsi lì di punto in bianco, chiedere un sonnifero come se Kayla fosse una farmacista pronta all'uso?

Nico scosse la testa e tentò di rimediare alla cazzata
"Senti... lascia perdere, io-"
"Non sono un'infermiera, Nico. Ma mio fratello si, dovresti trovarlo in infermeria e, da semidio a semidea, ti consiglierei di non strafare".

Perfetto, ora la sorella di Will credeva ufficialmente che Nico fosse un drogato cronico.
Kayla lo scrutò per l'ultima volta prima di sbattergli la porta in faccia.

***

Will si annoiava, come sempre. Durante i mesi invernali, siccome non c'erano tanti ragazzi al Campo quanti durante l'estate, c'era poco da fare in infermeria. Si limitava a sistemare gli scaffali, consegnare medicine contro il mal di testa, o bendare un semplice polso slogato.

Nero petrolio // solangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora