4.

1.5K 76 57
                                    

Nico non aveva mai imprecato così tanto in tutta la sua vita, senza rendersene conto passò anche al greco e tirò giù i nomi di tutti gli dei che si ricordava. Dopo un po' iniziò persino a salirgli la paura che uno di quelli potesse scendere a dargli una bella strigliata, perché a nessun dio piaceva essere mancato di rispetto.

Ma quella era una situazione per la quale ne valeva davvero la pena, quindi Nico avrebbe accettato qualsiasi punizione.

Il primo impulso dopo aver realizzato che quel maledetto ragazzo gli aveva versato tutto l'alcol che aveva in corpo addosso, fu quello di ucciderlo seduta stante, gli avrebbe urlato e tirato i dorati capelli se solo non ci fossero state tutte quelle persone.

Per fortuna molti neanche notarono la scena, e quelli che lo fecero o non realizzarono cosa avessero realmente visto a causa della spossatezza, o provarono ad aiutare il figlio di Ade. Alla fine bisognava riconoscere che i ragazzi del Campo non erano cattivi.

Nico sospirò di sollievo rendendosi conto di esser sfuggito all'umiliazione in pubblico, tuttavia ciò non cambiava i fatti, e la conseguenza di voler ammazzare Will.

Prima che il moro potesse dire alcunché, si ritrovò con un corpo leggermente più alto del suo da dover sostenere
"E che cazzo, reggiti!" gli tolse la bottiglia vuota dalle mani mentre il figlio di Apollo gli biascicava in un orecchio
"Scusa, mi dispiace" un brivido percorse la schiena di Nico e gli fece accapponare la pelle.

Quella voglia esclusivamente carnale che aveva provato Nico guardandolo si riaccese, e dovette combattere per reprimerla poiché Will insisteva ad aggrapparsi alle sue spalle.

"Che succede?" domandò una voce femminile, Nico ne cercò la proprietaria solo per ritrovarsi di fronte una ragazza avente un top scintillante che lasciava intravedere fin troppo

"Oh no" sussurrò Will in modo che solo Nico potesse sentirlo
"Dei, Will! Te l'avevo detto di andarci piano! Andiamo, ti porto a letto" disse la ragazza, il figlio di Ade avrebbe davvero voluto evitare di vederci un doppio senso in quella frase.

"Non serve, Drew" rispose il biondino come se pronunciare quel nome fosse la cosa più disgustosa che avesse mai fatto, fu allora che Nico stupì se stesso con le proprie parole
"Ci penso io" dichiarò sperando che nessuno fraintendesse le sue intenzioni.

Voleva solo che quel ragazzo senza dignità dormisse, possibilmente senza fare altri danni, e, se si fosse presentata l'occasione, si sarebbe vendicato con qualche veloce tirata d'orecchi.

Notò che la ragazza provò a protestare, ma Nico era troppo concentrato a non pensare al braccio di Will che gli circondava le spalle mentre lui gli cingeva la vita per aiutarlo a camminare.
Non ricordava neanche l'ultima volta in cui avesse permesso a qualcuno di stargli così vicino, forse non l'aveva nemmeno mai fatto.

Il fiato di Will gli tormentava il collo, temette si addormentasse, o peggio, gli vomitasse di nuovo sulla maglietta. Pensò che quel corpo non era particolarmente pesante, almeno finché quest'ultimo non si abbandonò completamente alla stanchezza
"Mi gira la testa" si lamentò
"Ma va" trattenne un'imprecazione.
Decise di voltare un po' la testa per vedere quanto la situazione fosse tragica: era molto tragica.

Will aveva gli occhi chiusi, le guance di un rosso troppo acceso e il respiro pesante, con le labbra leggermente schiuse per fare entrare meglio l'aria. Suo malgrado Nico si ritrovò a fissarle, e poi il biondino sorrise, era un sorriso da ebete e mise in mostra quei denti tanto candidi quanto dritti.
Dei, non poteva essere perfetto in tutto!

Per miracolo raggiunsero la porta della Casa di Apollo, vuota poiché erano tutti alla festa
"Qual è il tuo letto?" c'era una certa urgenza nella sua voce, riusciva a sopportare sempre meno la puzza di vomito sulla propria maglietta
"Bagno" fu l'unica parola che Will proferì, e Nico capì al volo.

Nero petrolio // solangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora