9.

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Non era malato, certo che non era malato, e stupido Will che si era anche preoccupato. Aveva sbattuto la porta della Casa 13 dietro di se, Nico gli aveva chiesto esplicitamente di andarsene e lui l'aveva fatto, senza trattenere un sospiro frustrato.

Il problema in tutta questa rabbia era che, per quanto il figlio di Apollo non lo sopportasse, ogni volta che chiudeva gli occhi l'immagine del loro bacio riaffiorava pronto a colpirlo, solo gli dei sapevano quanto avrebbe voluto toccarlo... poi pensò che tra gli dei c'era anche suo padre, e quindi sperò che non lo sapessero.

La cena fu molto veloce, Will era soprappensiero e non prestò ascolto ai discorsi dei fratelli, inventò una scusa veloce e si rifugiò nel suo caldo letto, e non appena la propria guancia sfiorò il cuscino si addormentò.

Nico era sotto di lui, si guardavano intensamente ed erano ambedue senza maglietta, i jeans che indossava Will non erano mai stati così stretti. Il figlio di Ade presentava un collo viola per la quantità di succhiotti che il biondino gli aveva lasciato.

Fecero scontrare le loro bocche, Will tra le gambe aperte dell'altro che muoveva sinuosamente i fianchi facendo cozzare le loro erezioni intrappolate nei pantaloni, con la mano gli stringeva una natica; Nico che gemeva scompostamente aggrappandosi con braccia e gambe al suo corpo mentre gli tirava i capelli.

Un'oscurità tenue li avvolgeva, permettendogli di vedere solo fino ad un metro dal proprio naso, quella sensazione era talmente travolgente che si fece scappare un gemito profondo.

Voleva scoprirlo, leggerlo e studiarlo, toccarlo senza averne mai abbastanza, stringerlo e respirargli tutto il fiato che aveva nei polmoni.

Di punto in bianco Nico si staccò con forza e pronunciò il suo nome, la cosa che più inquietò Will però fu che parlò con la voce di suo fratello.

Spalancò gli occhi e volò letteralmente giù dal letto trovandosi la faccia di Austin a due centimetri dal proprio volto
"Dei dell'Olimpo! Austin!" urlò, un dolore acuto si sprigionò della sua schiena in seguito alla botta presa, rimase qualche secondo sdraiato sul pavimento e solo dopo notò che aveva un cuscino intrappolato tra le gambe.

Il viso del fratello sbucò da sopra il letto, aveva un espressione confusa
"Sogno erotico?" domandò e la carnagione di Will passò immediatamente da un tenue bianco ad un rosso fuoco
"NO! ASSOLUTAMENTE NO!" gridò più forte di prima.

Se lo ricordava più che chiaramente ciò che aveva sognato: Nico che lo stringeva forte e i loro corpi impossibili da allontanare.

Austin fece scivolare lo sguardo sul cuscino, e il biondino si affrettò a rimetterlo sul letto
"Eppure avrei giurato di averti sentito fare... versi" Will saettò in piedi
"Austin, fidati di me, ti stai sbagliando" sorrise sfacciatamente e, nonostante non gli piacesse mentire e il proprio colorito che lo tradiva, l'altro scrollò le spalle
"Probabilmente hai ragione".

Will tirò un sospiro di sollievo, ringraziò gli dei che lo avesse svegliato Austin, il quale credeva a qualsivoglia cosa gli si dicesse, e non Kayla, lei sicuramente non se la sarebbe bevuta.

La Casa 7 era molto più tranquilla d'inverno poiché abitata solo da loro tre: Will, Austin e Kayla. Tutti gli altri avevano preso la decisione di frequentare una scuola nel mondo mortale, anche se Will accusava la loro assenza.

Austin e Kayla però rendevano piacevole il suo soggiorno, ognuno aveva la propria ed adeguata privacy e si dedicavano totalmente alle loro attività, i due ragazzi poi aiutavano periodicamente Kayla a ripassarsi la tinta verde sui capelli rossi, e quel tempo era sempre una fonte assicurata di risate, con Austin che si sporcava tutta la faccia e Will che rischiava di uscirne anche lui con una nuova acconciatura.

Nero petrolio // solangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora