Rimandare

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Eddie si insultò mentalmente per quella figura che si era appena fatto.
Perché aveva dovuto chiederle se ci fosse stata a mensa? È sempre stata con loro.
Eppure aveva bisogno di averne la conferma.
Andò anche lui nella sua classe e si sedette al suo solito posto: ultimo banco, vicino al finestrone che dava sul cortile interno alla scuola.
Stranamente quell'ora, Eddie non combinò nulla, troppo impegnato nei suoi pensieri: era solito infatti creare del casino in aula, dare fastidio agli insegnanti e ai compagni o semplicemente ascoltare musica metal ad alto volume.
Invece Eddie era rimasto fermo, con lo sguardo perso, in silenzio.
Persino il professore per un attimo rimase sconcertato che il giovane ribelle non avesse combinato nulla. E se ne compiacque: magari stava iniziando a maturare, pensò.

Passarono le altre tre ore della mattinata, che precedono la pausa pranzo.
Eddie uscì velocemente dall'aula e si incamminò direttamente verso la mensa della scuola.
Riservò come ogni giorno il tavolo per lui e i membri del club. Si sedette capotavola.
Anche gli altri non tardarono ad arrivare e ad accomodarsi ai suoi lati.
Gli ultimi ad arrivare furono proprio Mike, Dustin e Medea. Lei li aveva incrociati lungo la strada e si era accodata a loro.
I due ragazzini sembravano preoccupati, nervosi. Eppure non avevano detto nulla a Medea, se non che l'avrebbero fatto con tutti gli altri presenti.
Si sedettero dunque, e Medea fu costretta a sedersi capotavola, al lato opposto rispetto ad Eddie.
Si era riempita il vassoio di cibo: a volte saltare la cena per mancanza di viveri la obbligava a rimpinzarsi a pranzo pur di non morire di fame. Delle volte, ciò che avanzava se lo riportava a casa, ma non rimaneva mai molto per la sera stessa.

Eddie stava leggendo un articolo su D&D di una rivista: si pensa che il gioco di ruolo porti ad atti violenti tra cui sodomia, suicidio e omicidio.
Leggeva con un tono di voce grave e profondo, come a dare importanza a ciò che vi è scritto.
Questa piccola sceneggiata fece sorridere tutti, compresa Medea, nonostante non stesse al massimo. La ferita alla mano le dava delle forti fitte a momenti alterni. Ma nascondeva le smorfie di dolore tenendo la testa ben bassa, concentrandosi sul cibo che aveva davanti.

Eddie intanto continuava a parlare riguardo la cattiva reputazione dei nerd, rispetto a quella idolatrata dei giocatori di basket. Beh Eddie li odiava, come odiava anche lo sport, tanto che lo definiva un gioco dove le palle si buttano nelle ceste del bucato.
Questa sua esclamazione provocò Jason, il capitano della squadra.
Eddie per tutta risposta fece la smorfia più bizzarra che riuscisse a fare, scoraggiando quindi l'atleta a continuare quel dibattito.
Tutti in quel tavolo stavano ridendo.
Ma Dustin interruppe quel momento di serenità.

"A proposito, Lucas stasera deve giocare a bask.. a buttare la palla nella cesta del bucato, quindi lui non ce la farà a venire all'Hellfire. E so che è impossibile sconfiggere la tua sadica campagna senza di lui, perciò Mike ed io pensavamo, così per cazzeggiare, che forse potremmo..."

"Rimandare!" esclamò Mike finendo la frase al posto di Dustin, aiutandolo.

Da tutti i ragazzi presenti a quella tavolata si alzarono lamentele e gridolini di protesta, che Eddie prontamente zittì.
In tutto ciò Medea era rimasta impassibile, solo leggermente sconvolta dal fatto che Lucas avesse preferito la squadra ai suoi amici, e ovviamente disturbata dalle lamentele suscitate.

"Stai dicendo che Sinclair è stato preso dal lato oscuro?" chiese nervoso Eddie.

"Qualcosa del genere" rispose timoroso Mike.

Il leader gli buttò del cibo contro.

"E piuttosto che trovare un sostituto per lui, vorresti...rimandare il culto di Vecna?" lo incalzò.

"Noi non vorremo rimandare" si giustificarono in coro Mike e Dustin.

"E dai Eddie, non sarà la fine del mondo se per una volta manca un giocatore" disse Medea, con tono altezzoso. Quella stupida reazione da parte del ragazzo iniziava a stancarla.

"La fine del mondo? Ovvio che LO è. Non riusciremo mai a concludere la missione in minoranza numerica" disse come esaurito, alzandosi dal tavolo.

"Tu e Jeff vi diplomate quest'anno, e Gareth il prossimo" disse rivolto verso Medea "io annaspo a fatica, ma se non sbaglio l'ultimo compito...tra qualche mese salirò su quel palco, guarderò il preside dritto negli occhi"

"Lo saluterò a modo mio" mostrando il dito medio "acchiapperò quel diploma e me la darò a gambe via di qui" terminò allegro, come su di giri, provocando delle risate ai presenti.

Pure Medea sorrise beffardamente: era due anni che Eddie ripeteva l'ultimo, e non riusciva mai a diplomarsi.
Ma lui era sicuro: quello sarebbe stato il suo anno. E in fondo al suo cuore da amica, Medea sperava fosse così.

"Quindi ..." si avvicinò a Mike e a Dustin "essendo voi il futuro dell'Hellfire Club, voi che prima eravate delle piccole pecorelle smarrite, ora dovete alzare i vostri culi e trovare ancora UNA pecorella smarrita da portare stasera!" e li spinse via.

I due giovani si allontanarono, obbedendo al maggiore, che intanto sogghignava soddisfatto di aver intimorito i due.

"Non avrai forse esagerato?" gli chiese Medea.

"Affatto" rispose Eddie. "A noi serve un giocatore e loro due me ne troveranno uno".

"Allora conviene che gli dia una mano, non riuscirebbero nell'intento sennò" si congedò Medea ma Eddie la bloccò poco prima che uscisse dalla mensa.

"Aspetta...riesci a venire un po' prima stasera? Volevo insegnarti una nuova mossa che sarà indispensabile per sconfiggere Vecna" le chiese speranzoso Eddie.

"Una nuova mossa? E non la conosco?" Medea era alquanto stranita e lo guardava dal basso con la testa leggermente inclinata. Cercava di carpirne le intenzioni, ma sembrava impenetrabile dietro quella maglietta con lo stemma del club stampato sopra.

"No, perché...perché l'ho inventata io, e visto che ci tengo particolarmente a questa vittoria, voglio che tu sia preparata" sorrise Eddie.

Medea gli sorrise di rimando.

"E va bene Eddie Munson, sta sicuro che ti farò il culo, proprio con la tua nuovissima mossa" e si allontanò mostrandogli il dito medio.

Eddie rimase imbambolato per qualche istante, con un accenno di sorriso stampato in faccia, prima di uscire anche lui dalla mensa e dileguarsi in cortile.
Sembrava di fretta e come dargli torto: aveva una vendita di cui occuparsi.

Dear Eddie, it's me, MedeaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora