Dobbiamo andarcene...subito

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Si svegliò con un forte mal di schiena.
Medea si stiracchiò e dalle sue labbra uscì un lamento. Ci mise dei secondi per capire dove fosse: non era in camera sua, ed era su qualcosa di duro e molto meno confortevole del suo letto.
Si girò e vide una persona che dormiva sul suo divano.
Improvvisamente si rese conto: si alzò in piedi tanto velocemente che le girò la testa e dovette appoggiarsi al muro per non svenire.
Poi mise a fuoco la scena: Eddie dormiva sul suo divano disteso su un lato. I suoi capelli neri gli cadevano delicatamente sul viso; le braccia erano incrociate in petto, dove spuntavano le sue dita colme di anelli.
Medea lo trovò carino: nel sonno non sembrava lo strambo nerd che era solita conoscere...sembrava un semplice ragazzo con uno stile particolare, un po' punk-rock.

Le sue riflessioni furono però interrotte da un suono che fece la bloccare: delle sirene.
Si affacciò alla finestra e vide due volanti della polizia entrare nel parco dei caravan. Si parcheggiarono vicino a casa sua, una tra le prime all'entrata del parco: avrebbero bussato tra una manciata di minuti.
A Medea le si gelò il sangue.
Corse verso Eddie scuotendolo con decisione per svegliarlo.

"Eddie, Eddie svegliati" continuava a scuoterlo.

"Eddie ti prego svegliati" lo supplicò.

Allora il ragazzo si decise di aprire gli occhi e accennò ad un sorriso riconoscendo la ragazza: tuttavia appena mise a fuoco la sua espressione spaventata e agitata tornò serio e si svegliò del tutto.

"Devi nasconderti...la polizia è qui" disse nervosamente Medea mentre pensava a dove metterlo.

"La polizia? Cazzo...pensi siano qui per me?" chiede spaventato Eddie.

"Io non...non lo so, ma non possiamo rischiare" farfugliò sempre più agitata Medea.

Poi le venne in mente il nascondiglio perfetto: il suo armadio aveva un doppio fondo. L'aveva scoperto per caso quando si era trasferita lì pochi mesi prima: ci aveva trovato solo tanta polvere e qualche ragno: probabilmente nemmeno il precedente inquilino sapeva dell'esistenza.
Medea condusse quindi Eddie in camera sua: aprì l'armadio, scostò le grucce con i vestiti sui lati, poi applicò una decisa pressione all'asse di legno in fondo all'armadio. Questo neanche a dirlo si staccò, rivelando uno spazio davvero stretto: sarebbe bastato a nascondere il ragazzo per quei minuti in cui la polizia sarebbe venuta.
Così Eddie entrò a fatica.

"Mica ci sto io qui" si lamentò.

"Devi resistere per pochi minuti, finché non vanno via, poi ti faccio uscire" gli disse Medea mentre richiudeva il nascondiglio.

"Sarà meglio per te Wood" disse Eddie.

Medea non seppe se quella frase suonasse da scherzo o da minaccia, ma giusto appena chiuse l'armadio, sentì qualcuno bussare alla porta.

"Arrivo" urlò per farsi sentire dai poliziotti.

Tornò in salotto e dopo essersi imposta di calmarsi aprì la porta, fingendosi mezza addormentata.

"Buongiorno signorina Wood" disse uno dei due poliziotti.

"Buongiorno agenti...posso fare qualcosa per voi?" chiese innocente Medea.

"In realtà sì...vede, stiamo indagando sul caso di una persona scomparsa." spiegò lo stesso uomo "Ha visto questa ragazza di recente?"

Medea impallidì: l'uomo le stava mostrando una foto di Chrissy. La ragazza scomparsa era lei, e non ci avrebbero messo molto prima di trovare il suo cadavere, giusto qualche caravan più avanti.

"Ehmm...sì, mi pare di averla intravista ieri alla partita" si schiarì la voce Medea.
In fondo era la verità: lei aveva visto una ragazza andare via con Eddie, e facendo due più due aveva capito che quella ragazza era Chrissy.

Dear Eddie, it's me, MedeaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora