Dopo che le auto furono passate, Eddie si sdraiò in una barca cercando di riposare o più probabilmente di realizzare cosa stesse accadendo.
Medea invece osservò un po' quel posto.
Il capanno sembrava più una rimessa per le barche: infatti ce n'era una che dava direttamente sul lago. Era piccola, dotata di un piccolo motore e dei remi.
Nel resto del capanno non c'era quasi nulla: due tavoli, qualche attrezzo, delle corde appese al soffitto. C'erano anche dei teli, i quali coprivano i mobili: ciò voleva dire che in quel posto nessuno ci metteva piede da molto tempo.
Poi si sedette su un tavolo, tenendo le gambe penzoloni e bevendo un sorso d'acqua dalla bottiglia che si era portata dietro."Posso averne un goccio anch'io?" chiede Eddie, tirandosi su dalla barca.
Medea annuì, scese dal tavolo e raggiunse il ragazzo: si sedette sul bordo e gli passò la bottiglia.
"Giusto un goccio...è l'unica che abbiamo" gli ricordò lei.
Eddie annuì e bevette quel poco che bastava.
"Ancora non capisco perché sei qui..." bisbigliò lui, scrutando la ragazza seduta accanto.
"Te l'ho detto, perché sei mio amico e non ti lasciavo da solo" rispose Medea un po' scocciata "anche se non te lo meriteresti, non dopo quello che è successo ieri" terminò alzandosi e tornando verso il tavolo.
"Non capisco" disse Eddie visibilmente confuso. Ma questo comportamento non fece altro che aumentare il nervosismo di Medea.
"Ah non capisci" disse con sarcasmo "cosa del riesci a venire prima stasera non avevi capito quando me lo hai chiesto?" terminò iniziando ad alzare la voce.
Eddie a quel punto sembro ricordarsi e si mise la testa tra le mani.
"Cazzo...senti hai ragione...hai completamente ragione. Mi ero visto con Chrissy quel pomeriggio, poi mi sono messo a fumare...ero piuttosto fatto, tanto che non mi sono ricordato" si giustificò lui.
"È che...come minimo mi aspettavo che mi dessi delle spiegazioni durante la serata...non mi sarei certo aspettata che saresti andato a casa tua con Chrissy" Medea ormai era incontenibile.
A volte le succedeva: se era particolarmente arrabbiata o infastidita iniziava a dire tutto ciò che pensava, senza filtri, senza rimorsi...è una volta che partiva nessuno riusciva a stopparla.
"Io ci ho provato a parlarti alla missione, ma sembravi piuttosto riluttante ad ascoltarmi. Inoltre non mi sembra il caso di parlare di Chrissy al momento. Insomma lei è ancora lì mentre noi siamo qui...siamo scappati" disse Eddie, dopo aver riflettuto.
"No genio: tu sei scappato, venendo poi a casa mia e incasinandomi la vita!" Terminò gridando Medea.
Proprio così: senza filtri aveva detto quello che sentiva, anche se non era ciò che pensava.
Uscì dal capanno."Medea dove vai? Medea?" continuò a chiedere Eddie, rimanendo tuttavia nella barca. La vide entrare in casa dalla porta sul retro: almeno non l'aveva lasciato lì.
Lei aveva ragione, su ogni singola cosa.
Le aveva dato buca, l'aveva delusa; poi l'aveva coinvolta in una questione che non la riguardava; ed ora era una possibile fuggitiva, con lui.
Attese qualche minuto poi la seguì dentro casa.Nel frattempo Medea si era diretta in cucina, cercando qualsiasi cosa fosse commestibile.
Ma dopo aver cercato inutilmente si era accasciata a terra, piangendo ed emettendo un urlo da quanta rabbia provava.
Il lampadario oscillò brevemente e una lampadina esplose.Eddie entrò di corsa nella stanza, con la preoccupazione in viso.
"Cos'è successo? Perché hai urlato?" le chiese. Ma Medea continuava a piangere, rannicchiata sul pavimento lurido.
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Dear Eddie, it's me, Medea
FanfictionNel laboratorio di Hawkins c'erano molti bambini, eppure nessuno di loro e nemmeno i dipendenti erano a conoscenza di un'altra bambina rinchiusa lì dentro. Non aveva poteri, non aveva nome, non aveva numero. Brenner era l'unico a conoscenza della...