Non ti ricordi di me, Zero?

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"Wow, nuovo record di miglia interdimensionali percorse" esclamò Robin scendendo dall bici e lasciandola cadere al suolo.

Anche gli altri la imitarono, e fecero per entrare nel caravan di Eddie.

"Ho inalato quella robaccia" tossì Steve "mi è rimasta in gola"

Medea era tesa: si sentiva una strana sensazione addosso. Lei tre anni prima, nel 1983 era ancora in orfanotrofio, non abitava lì. Eppure vedere la sua roulotte, appartenente ad un altro inquilino ma comunque la sua, le fece uno strano effetto. Le vennero i brividi.

Appena entrarono si accorsero che sul soffitto della sala c'era un portale: rosso, luminoso e circondato da ramificazioni.

"Qui è dove è morta Chrissy" disse Eddie, con voce tremante "è morta esattamente qui"

"Credo ci sia qualcosa lì dentro" la voce di Robin era talmente fievole che a mala pena si era diffusa nell'aria.
Ma aveva ragione: il portale sembrava come vivo. Lo videro piegarsi verso di loro per poi lacerarsi e lasciare un buco.

Alzando lo sguardo videro Dustin, Lucas, Erica, Max e Nancy guardarli a testa in giù.
Anche la gravità nelle due dimensioni era diversa.
Si salutarono, contenti di essersi ritrovati e di poter uscire da quel posto.
I ragazzi più giovani crearono una corda utilizzando le lenzuola e spostarono il materasso di Eddie nel salotto.
Era visibilmente macchiato, di sostanze sconosciute.
Eddie provò a giustificarsi, ma dopo aver lanciato uno sguardo a Medea e averla vista sull'orlo delle risate decise di lasciar perdere.
In ogni caso alla ragazza scappò una risata: rispetto a tutto quello che stava succedendo, Eddie si preoccupava del materasso macchiato.

"Non so come funziona questo tipo di fisica ma...o la va o la spacca" disse Dustin mentre lanciava in alto la corda improvvisata.
Questa superò il portale e un lembo cadde ai piedi dei ragazzi. Dustin lasciò la presa e la fune rimase in equilibrio tra le due dimensioni.

"Questa è la cosa più assurda che abbia visto in vita mia" affermò Erica meravigliata "e ne ho viste di cose assurde". Poi battè il cinque con Dustin.

Iniziò l'arrampicata: andò per prima Robin, che dopo aver attraversato il portale cadde sul materasso.

Steve, Medea e Eddie si guardarono. Dato che nessuno dei tre voleva farsi avanti, Eddie afferrò la fune e si arrampicò, passando.

"Allora ci vediamo dall'altra parte" disse Medea a Steve, afferrando anche lei la corda. Si arrampicò, arrivò in cima ma non cadde sul materasso.

Stava continuando a cadere. Intorno a lei era tutto buio. Continuava a cadere.
D'improvvisò atterrò, in modo brusco, battendo la schiena e la testa. Il colpo le tolse il fiato, obbligandola ad un grido muto.

Ripresasi si alzò e non volle credere ai suoi occhi: si ritrovava in un corridoio, come quello dei suoi incubi, solo che questo era ricoperto di rampicanti, e l'atmosfera del Sottosopra riempiva tutto.

Delle mura bianche, piastrellate ... tante porte lungo il corridoio ... luci a neon che sfarfallano ... una porta che cade.

Le immagini le affollarono la mente, tanto forti da obbligarla a portarsi le mani alle tempie e strizzare gli occhi.

"Medea" la chiamò Steve "Medea EHI EHI" la scosse ma lei era pietrificata. Gli occhi girati all'indietro, in trance.

Eddie, dall'altra parte del portale, si girò ed alzò lo sguardo. Un brivido gli salì lungo da schiena.

"Ehi resta con me Meddy. SVEGLIATI SVEGLIATI" le urla di Steve arrivarono chiare alle orecchi degli altri.

"Vecna" disse semplicemente Max. Una sola parola che provocò in tutti loro il panico, in Eddie più di tutti.

Dear Eddie, it's me, MedeaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora